martedì 27 febbraio 2007

La Disciplina della meditazione

1. Il Signore beato disse: Colui che non e' attaccato al frutto delle sue azioni e agisce con senso del dovere e' nell'ordine dei rinuncianti ed e' il vero yogi: non colui che non accende il fuoco e non compie alcuna azione.

2. Cio' che si chiama rinuncia non e' diverso dallo yoga, l'unione col Supremo, perche' nessuno puo' diventare uno yogi se non rinuncia al desiderio della gratificazione personale.

3. Per il neofita che inizia la via dello yoga l'azione e' considerata il mezzo, mentre per colui che e' gia' situato nello yoga l'abbandono di tutte le attivita' materiali e' considerato il mezzo.

4. Si dice che una persona e' avanzata nello yoga quando, avendo rinunciato a ogni desiderio materiale, non agisce per la gratificazione personale ne' s'impegna in attivita' interessate.

5. L'uomo deve usare la propria mente per elevarsi, non per degradarsi. La mente puo' essere amica dell'anima condizionata, come puo' esserle nemica.

6. Per colui che ha conquistato la mente, la mente e' la migliore amica; ma per colui che fallisce nell'intento, la mente diventa la peggiore nemica.

7. Chi ha conquistato la mente e ottenuto cosi' la pace ha gia' raggiunto il Brahman. Per lui, la gioia e il dolore, il freddo e il caldo, l'onore e il disonore sono uguali.

8. Si dice che una persona e' situata nella realizzazione spirituale ed e' chiamata yogi quando e' pienamente soddisfatta grazie alla conoscenza e alla realizzazione acquisita. Tale persona e' situata nella Pienezza e nell'Unita' e possiede il controllo di se'. Vede ogni cosa, la zolla di terra, il sasso e l'oro, con occhio equanime.

9. Tra tutti e' superiore colui che vede tutti, l'onesto benefattore, l'amico e il nemico, l'invidioso, il virtuoso, il peccatore, l'indifferente e l'imparziale, con mente equanime.

10. Lo yogi si ritiri in perfetta solitudine, e concentri la mente solo sull'Atman. Viva da solo in un luogo appartato e si eserciti costantemente. Sia libero da ogni desiderio, da ogni aspettativa e senso di possesso.

11-12. Per praticare lo yoga occorre andare in un luogo appartato e preparare uno strato d'erba kusha sul terreno, poi coprirlo con una pelle di daino e un panno di tessuto soffice. Il seggio non deve essere ne' troppo alto ne' troppo basso e deve trovarsi in un luogo sacro. Lo yogi deve sedersi immobile e praticare lo yoga controllando la mente e i sensi, purificando il cuore e fissando la mente su un unico punto.

13-14. Bisogna tenere il corpo, il collo, la testa diritti e lo sguardo fisso sull'estremita' del naso. Cosi', con la mente quieta e controllata, liberi dalla paura e dal desiderio, si deve meditare su di Me nel cuore e fare di Me lo scopo ultimo della vita.

15. Cosi', praticando il controllo del corpo, della mente e dell'azione, lo yogi raggiunge il regno di Dio ponendo fine alla sua esistenza materiale.

16. Nessuno puo' diventare uno yogi, o Arjuna, se mangia troppo o troppo poco, se dorme troppo o troppo poco.

17. Chi e' moderato nel mangiare e nel dormire, nel lavoro e nel riposo puo', con la pratica dello yoga, alleviare le sofferenze dell'esistenza materiale.

18. Quando lo yogi giunge, con la pratica dello yoga, a regolare le attivita' della mente e, libero da ogni desiderio materiale, si situa nell'Atman, si dice che ha raggiunto la perfezione dello yoga.

19. Come una fiamma al riparo dal vento non oscilla, cosi' lo yogi che controlla la mente rimane sempre fermo nella sua meditazione sull'Anima Suprema.

20-23. La perfezione dello yoga, o samadhi, si raggiunge quando si sottrae la mente a ogni attivita' e ad ogni oggetto con la pratica dello yoga. In questo stato sereno si trova la perfetta felicita' del Se'. Raggiunta questa perfezione, non si allontana piu' dalla verita' e comprende che non vi e' nulla di piu' prezioso. In questa posizione non puo' essere turbato neppure da un dolore intenso. Questa e' la vera liberta' da tutte le sofferenze sorte dal contatto con la materia.

24.Si deve praticare lo yoga con una fede e una determinazione incrollabili. Si devono abbandonare senza riserve tutti i desideri materiali generati dall'immaginazione e controllare tutti i sensi.

25. Animato da una ferma risoluzione, lo yogi deve elevarsi gradualmente, passo dopo passo, fino a raggiungere la perfetta concentrazione e fissare la mente solo sul Se', senza pensare piu' ad altro.

26. Ovunque la mente vaghi a causa della sua natura agitata e instabile, deve essere ricondotta al Se'.

27. Lo yogi la cui mente e' assorta in Me conosce senza dubbio la felicita' suprema. Egli e' liberato, la sua mente e' serena, le sue passioni placate, egli e' Brahman.

28. Situato nel Se', libero da ogni contaminazione materiale, lo yogi gode della felicita' piu' alta in contatto con la Coscienza Suprema, unita' di tutte le cose.

29. Il vero yogi vede Me in tutti gli esseri e tutti gli esseri in Me. In verita', l'anima realizzata Mi vede ovunque.

30. L'essere che Mi vede ovunque e vede tutto in Me non e' mai separato da Me, come io non sono mai separato da lui.

31. Lo yogi, sapendo che io e l'Atman, situato in tutte le creature, siamo Uno, Mi adora e dimora sempre in Me.

32. Uno yogi perfetto, o Arjuna, colui che in relazione a se' stesso vede la vera uguaglianza di tutti gli esseri, felici o infelici.

33. Arjuna disse: O Madhusudana, non vedo come io possa mettere in pratica questo yoga che Tu hai brevemente descritto, poiche' la mente e' agitata e instabile.

34. La mente, o Krsna, e' agitata, turbolenta, ostinata e molto forte; dominarla mi sembra piu' difficile che controllare il vento.

35. Il Signore Beato disse: O Arjuna dalle braccia potenti, e' certamente difficile domare questa mente agitata, tuttavia e' possibile, o figlio di Kunti, con una pratica costante e col distacco.

36. Per chi non ha il controllo della mente, la realizzazione spirituale sara' un'impresa difficile. Ma per colui che domina la mente e si esercita nel modo giusto, il successo e' sicuro.

37. Arjuna disse: qual’e' il destino di chi ha fede ma non persevera, di chi intraprende la via della realizzazione spirituale ma poi l'abbandona, incapace di staccare la mente dal mondo, e non raggiunge quindi la perfezione spirituale?

38.O Krsna dalle potenti braccia, lo yogi che si allontana dalla via della Trascendenza, privo di ogni rifugio, non perisce forse come una nuvola dispersa?

39. Questo e' il mio dubbio, o Krsna, Ti prego, dissipalo completamente. Nessuno all'infuori di Te puo' distruggere questo mio dubbio.

40. Il Signore Beato disse: O figlio di Pritha, per colui che agisce degnamente non c'e' distruzione ne' in questo mondo ne' oltre; colui che fa del bene, amico Mio, non e' mai sopraffatto dal male.

41. Dopo innumerevoli anni sui pianeti dei virtuosi, chi ha fallito nella via dello yoga nasce in una famiglia di puri e saggi.

42. Egli puo' anche rinascere in una famiglia di uomini sapienti che praticano la disciplina. In realta', e' raro in questo mondo ottenere una simile nascita.

43. Con questa nascita egli ritrova la coscienza raggiunta nella vita precedente e continua a perseguire nella ricerca, o figlio di Kuru.

44. Grazie alla coscienza ottenuta nel remoto passato, egli e' spontaneamente attratto dai principi dello yoga anche senza volerlo. Costui ha gia' superato tutti i riti delle Scritture.

45. Quindi lo yogi, purificato da ogni contaminazione, dopo numerose vite di pratica, consegue la meta suprema.

46. Lo yogi e' piu' elevato dell'asceta, del filosofo e dell'uomo che aspira ai frutti dell'azione. Percio', in ogni circostanza sii uno yogi, o Arjuna.

47. E di tutti gli yogi, colui che con grande fede dimora sempre in Me e Mi adora servendoMi con un amore incondizionato e' il piu' intimamente legato a Me ed e' il piu' grande di tutti.

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