A cura di Carlo Alberto Bucci
Riapre il mitreo di Santa Prisca dopo tre anni di lavori. L´edificio si trova sotto la chiesa all´Aventino. Nuove luci per gli affreschi dei riti iniziatici e le statue col sacrificio del toro.
Hanno le gote e le tuniche rosse coperte da uno strato di sali che annebbia i contorni e rallenta le movenze del loro rito iniziatico. Ma se piove, e l´umidità esterna si allinea a quella intensa della sala sotterranea, ecco
che i protagonisti dei sacrifici al Sol Invictus riprendono corpo, colore, vita. Magnifici, nonostante i colpi di scalpello inferti dai cristiani che gli costruirono sopra la chiesa di Santa Prisca. Dopo tre anni di chiusura,
domenica riprende il viaggio alla scoperta degli affreschi, delle sculture e dei misteri che circondano la divinità che scelse la notte tra il 24 e il 25 dicembre per venire alla luce, il dio Mitra. E nuove luci a norma, al posto delle vecchie e insicure lampade al neon, sono state installate per mettere in risalto gli ambienti ipogei del mitreo che si trova sotto la chiesa del XII secolo all´Aventino: uno dei mitrei più belli - anche se non grande come quelli a San Clemente, a Caracalla o sotto palazzo Barberini - tra quelli dedicati al dio dal cappello frigio.
L´archeologa Alessandra Capodiferro della Soprintendenza lo definisce «il mitreo gioiello di Roma» e questo perché - sottolinea la responsabile dei lavori, portati avanti da una équipe di 7 studiosi - «ha tutte le caratteristiche canoniche degli edifici dedicati a questo culto e, oltre alla rarità di un´iscrizione che ne determina la datazione al 202 d.C., eccelle per le proporzioni armoniose dell´architettura». Per giungere
all´aula dominata dal gruppo plastico col dio Mitra - che trascina il toro verso la grotta in vista del sacrificio, alla presenza di Oceano o Saturno, oltre che di un cane, un corvo e uno scorpione - il visitatore passerà in
ambienti in cui secoli e architetture si rincorrono e intrecciano: muri di età repubblicana, due domus imperiali, archi del XV secolo e colonne doriche ricomposte, la cripta della sovrastante chiesa con affreschi del Cinquecento.
I lavori di messa in sicurezza hanno riguardato anche la messa in opera diun nuovo pavimento nella sala iniziale, cosiddetta del ninfeo, «invece abbiamo capito che è una struttura di contenimento del colle, che ha dasempre avuto cedimenti importanti» spiega l´archeologa Paola Quaranta. Smottamenti antichi, dunque. L´ultimo, recentissimo, ha fatto vacillare uno dei pilastri moderni, costruiti negli anni '60 a protezione degli scavi fatti dalla scuola olandese, che ora è stato salvato da quattro pali d´acciaio. Altri ritrovamenti sono stati fatti nella prima delle tre stanze, alla sinistra dell´aula grande, quella delle iniziazioni, cui si giunge dopo essere passati nel vestibolo e davanti all´altare dipinto di rosso dei sacrifici. Nella stanza successiva (Caelus) è rimasto sul muro il cerchio che conteneva i dodici segni zodiacali: il rito della purificazione prima di
presentarsi al cospetto del dio Mitra.
Mitra era associato a varuna la coppia degli dei hindu dedicati all' ordine cosmico. Metra in sanscrito significa misura. Mitra è uno dei copricapi del Santo Padre Cattolico. Dal sacrificio del toro nella iniziazione Mitraica , cara ai generali e uomini di legge romani , semba derivi la tauromachia popolare inclusa la corrida. Il Mitreo (via di Santa Prisca 13) sarà aperto la seconda e la quarta domenica del mese. www.pierreci.it
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