martedì 27 febbraio 2007

La perfetta rinuncia

1. Arjuna disse: O Signore dalle braccia possenti, vorrei conoscere lo scopo della rinuncia e quello dell'ordine dei rinuncianti, o uccisore del demone Keshi, o Hrishikesha.

2. Il Signore Beato disse: Abbandonare i frutti di ogni azione e' cio' che i saggi chiamano rinuncia.

3. Alcuni eruditi affermano che si deve abbandonare ogni azione interessata, mentre altri sostengono che gli atti di sacrificio, di austerita' e di carita' non devono mai essere abbandonati.

4. O migliore dei Bharata, ora ascolta da me la natura della rinuncia. O tigre tra gli uomini, le Scritture menzionano tre tipi di rinuncia.

5. Non si deve rinunciare agli atti di sacrificio, di austerita' e di carita'; bisogna senz'altro compierli. In realta', i sacrifici, le austerita' e la carita' purificano persino le grandi anime.

6. Tutte queste pratiche devono essere compiute senza aspettarsi alcun risultato. Devono essere compiute soltanto per dovere, o figlio di Pritha. Questa e' la Mia opinione conclusiva.

7. Non si deve mai rinunciare al dovere prescritto. Se, nell'illusione l'uomo abbandona il dovere prescritto, la sua rinuncia e' sotto l'influenza del tamas.

8. Colui che, per paura o ritenendolo difficile, abbandona il dovere prescritto, e' sotto l'influenza del rajas. Un atto simile non conduce mai alla elevazione che si ottiene con la rinuncia.

9. Ma la rinuncia di colui che compie il dovere prescritto soltanto perche' dev'essere compiuto, senza alcun attaccamento ai frutti delle sue attivita', deriva dal sattva, o Arjuna.

10. Coloro che sono situati nel sattva, che non odiano l'azione sfavorevole ne' si attaccano all'azione favorevole, non hanno dubbi sull'agire.

11. In realta' e' impossibile per l'essere incarnato rinunciare a ogni azione. Percio' si dice che pratica la vera rinuncia colui che rinuncia ai frutti dell'azione.

12. Il triplice risultato delle azioni, desiderabile, indesiderabile e misto, attende, dopo la morte, l'uomo che non ha praticato la rinuncia. Ma coloro che hanno compiuto il distacco non dovranno godere ne' soffrire di tale risultato.

13-14. O Arjuna dalle braccia potenti, ascolta da Me i cinque fattori dell'azione. Sono descritti dalla filosofia sankhya come il luogo dell'azione, la causa, i sensi, le funzioni vitali e il destino.

15. Qualsiasi azione, buona o cattiva, che l'uomo compie con il corpo, la mente o la parola, e' causata da questi cinque fattori.

16. Percio', colui che crede di essere il solo ad agire, senza considerare i cinque fattori dell'azione, non e' certo molto intelligente ed e' incapace di vedere le cose cosi' come sono.

17. Colui che non e' motivato dall' ego e la cui intelligenza non e' condizionata, anche se uccidesse in questo mondo, non uccide. E i suoi atti non lo legano mai.

18. La conoscenza, l'oggetto della conoscenza e colui che conosce sono i tre fattori che provocano l'azione. I sensi, l'azione in se' e il suo agente formano la triplice base di ogni azione.

19. In accordo alle tre influenze della natura materiale, ci sono tre tipi di conoscenza, di azioni e di autori. Ascolta mentre te li descrivo.

20. Quella conoscenza che permette di distinguere in tutte le esistenze una natura spirituale unica, eterna, una nella molteplicita', e' sotto l'influenza del sattva.

21. Ma quella conoscenza che ci fa percepire l'esistenza di esseri di natura differente nei diversi corpi, e' sotto l'influenza del raja.

22. E quella conoscenza cieca alla verita' e molto limitata, con cui ci si attacca a un solo oggetto come se fosse tutto, e' dominata dalle tenebre dell'ignoranza.

23. L'azione dettata dal dovere, compiuta senza attaccamento, senza attrazione, ne' avversione, da colui che ha rinunciato ai suoi frutti, e' sotto l'influenza del sattva.

24. Ma l'azione compiuta con grande sforzo da colui che mira all'appagamento dei desideri, motivata dall' ego, e' sotto l'influenza del raja.

25. E quell'azione compiuta nell'incoscienza e nell'illusione, senza considerare le conseguenze o l'incatenamento che comporta, che fa violenza agli altri ed e' inattuabile, e' sotto l'influenza del tamas.

26. Chi agisce libero da ogni attaccamento materiale e dall' ego, entusiasta, risoluto e indifferente al successo come al fallimento, e' sotto l'influenza del sattva.

27. Ma chi agisce attaccandosi ai frutti del suo lavoro e desidera goderne con passione, che e' avido, invidioso, impuro, trasportato dalle gioie e dai dolori, e' sotto l'influenza del rajas.

28. E chi e' senza disciplina, volgare e presuntuoso, falso, disonesto, pigro, sempre triste, che rimanda continuamente all'indomani, e' sotto l'influenza dell'ignoranza.

29. Ascolta ora, o conquistatore delle ricchezze, mentre ti descrivero' nei particolari i tre tipi d'intelligenza e di determinazione, secondo le tre influenze della natura materiale.

30. O figlio di Pritha, quell'intelligenza che permette di distinguere cio' che si dovrebbe fare da cio' che non si dovrebbe fare, cio' che e' da temere e cio' che non lo e', cio' che incatena e cio' che libera, e' sotto l'influenza del sattva.

31. Ma l'intelligenza che scambia il giusto e l'ingiusto, ne' distingue cio' che si dovrebbe fare da cio' che non si dovrebbe fare, quest'intelligenza imperfetta, o figlio di Pritha, e' sotto l'influenza del rajas.

32. E quell'intelligenza che e' dominata dall'illusione e dalle tenebre, che si volge sempre nella direzione sbagliata, o Partha, e' sotto l'influenza del tamas.

33. O figlio di Pritha, la determinazione che non si puo' spezzare, sostenuta con fermezza dalla pratica dello yoga e che domina la mente, la vita stessa e le attivita' dei sensi, e' sotto l'influenza del sattva.

34. Ma la determinazione con cui si ricerca fortemente qualche interesse personale nella disciplina, nel profitto economico e nella gratificazione dei sensi, o Arjuna, e' sotto l'influenza del rajas.

35. E la determinazione che non puo' condurre oltre il sogno, la paura, i lamenti, la tristezza e l'illusione, questa determinazione inutile e' sotto l'influenza del tamas.

36-37. O migliore dei Bharata, ascolta ora la descrizione dei tre tipi di felicita' di cui gode l'essere condizionato e che lo conducono talvolta al termine di ogni sofferenza. La felicita' che all'inizio e' come veleno, ma alla fine e' come nettare, e che risveglia alla realizzazione spirituale, e' sotto l'influenza del sattva.

38. Ma la felicita' nata dal contatto dei sensi con i loro oggetti, che all'inizio sembra nettare, ma alla fine e' come veleno, e' sotto l'influenza del rajas.

39. E quella felicita' cieca alla realizzazione spirituale, che e' solo illusione dall'inizio alla fine, nata dal sonno, dall'ozio e dall'errore e' sotto l'influenza del tamas.

40. Nessuno, ne' sulla Terra ne' tra gli esseri celesti, e' libero dalle tre influenze della natura materiale.

41. Brahmana, kshatriya, vaishya e sudra si distinguono per le qualita' che manifestano nell'azione, o vincitore dei nemici, secondo le tre influenze della natura materiale.

42. Serenita', controllo di se', austerita', purezza, tolleranza, onesta', saggezza, conoscenza e pieta' sono le qualita' che accompagnano l'attivita' del brahmana.

43. Eroismo, potenza, determinazione, ingegnosita', coraggio in battaglia, generosita' e arte di governare sono le qualita' che accompagnano le attivita' dello kshatriya.

44. L'agricoltura, l'allevamento del bestiame e il commercio sono legate all'attivita' del vaishya. Il sudra, invece, serve gli altri col suo lavoro.

45. Seguendo, nelle sue attivita', la propria natura, ogni uomo puo' diventare perfetto. Ascolta ora, ti prego, come si giunge a questo.

46. Adorando il Signore, che e' la fonte di tutti gli esseri ed e' onnipresente, l'uomo puo', compiendo il proprio dovere, raggiungere la perfezione.

47. E' meglio compiere il proprio dovere, anche se in modo imperfetto, che accettare il dovere di un altro e compierlo perfettamente. Eseguendo i doveri prescritti secondo la propria natura non s'incorre mai nell'errore.

48. Ogni impresa e' coperta da qualche difetto, come il fuoco e' coperto dal fumo. Percio', o figlio di Kunti, nessuno deve abbandonare l'attivita' propria della sua natura, anche se e' piena di sbagli.

49. Si possono ottenere i frutti della rinuncia semplicemente col controllo di se', il distacco dalle cose di questo mondo e il disinteresse i piaceri materiali. Questa e' la piu' alta perfezione della rinuncia.

50. O figlio di Kunti, ascolta da Me brevemente come si puo' raggiungere la perfezione suprema, l'unita' con Brahman, agendo nel modo che ti esporro'.

51-53. Purificato dall'intelligenza, controllando la mente con determinazione, rinunciando agli oggetti della gratificazione dei sensi, libero dall'attaccamento e dall'avversione, l'uomo che vive in un luogo solitario, che mangia poco e controlla il corpo e la parola, che dimora sempre in contemplazione, distaccato, senza egoismo, senza vana potenza e vanagloria, senza cupidigia ne' collera, che non accetta le cose materiali, libero da ogni senso di possesso, sereno, quest'uomo e' perfettamente elevato al livello della realizzazione spirituale.

54. Colui che raggiunge il livello trascendentale realizza subito il Brahman Supremo. Non si lamenta mai e non aspira mai a niente; si mostra uguale tutti gli esseri viventi. In questa condizione attinge alla comprensione suprema.

55. Solo attraverso l'amore devoto giunge a conoscermi come sono; e conoscendomi immediatamente entra in Me.

56. Sebbene impegnato in ogni tipo di attivita', il Mio devoto, sotto la Mia protezione, raggiunge, per la Mia grazia, l'eterna e immortale dimora.

57. In tutte le attivita' dipendi solo da Me e agisci sempre sotto la Mia protezione. In questo servizio di devozione sii pienamente cosciente di Me.

58. Se diventi cosciente di Me supererai, per la Mia grazia, tutti gli ostacoli dell'esistenza condizionata. Se invece non agisci con questa coscienza, ma con senso dell'ego, non ascoltandoMi, sarai perduto.

59. Se non agisci secondo le Mie direzioni e non combatti, allora sarai fuorviato. Spinto dalla tua natura, dovrai combattere ugualmente.

60. Preso dall'illusione, ora rifiuti di agire secondo le Mie istruzioni. Ma, costretto dalla tua stessa natura, dovrai agire ugualmente, o figlio di Kunti.

61. Il Signore Supremo e' situato nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige tutti gli esseri viventi, che si trovano, ciascuno, come sulla ruota di una giostra.

62. Abbandonati completamente a Lui, o discendente di Bharata. Per la Sua grazia raggiungerai la pace trascendentale e l'eterna e suprema dimora.

63. Ti ho svelato cosi' la conoscenza piu' segreta. Rifletti profondamente, poi agisci come credi.

64. Poiche' tu mi sei caro, ascolta ancora la mia parola detta per il tuo bene.

65. Pensa sempre a Me, adorami, offrimi i tuoi omaggi e i tuoi sacrifici. Cosi', certamente, verrai a Me. Te lo prometto perche' tu sei un amico, infinitamente caro.

66. Lascia ogni dovere prescritto e abbandonati a Me. Io ti liberero' da tutti i mali. Non temere.

67. Questa conoscenza non dovra' essere rivelata agli uomini non austeri, non devoti, non impegnati nella disciplina, o a coloro che mi sono avversi.

68. Per chi insegna questo segreto supremo ai Miei ricercatori e devoti, senza dubbio, tornera' a Me.

69. Nessuno degli uomini, in questo mondo, Mi e' piu' caro di lui, e mai nessuno Mi sara' piu' caro.

70. Io dichiaro che colui che studia questo nostro colloquio sacro Mi offre il sacrificio della conoscenza.

71. E chi l'ascolta con fede e senza contrapposizione si libera dal dolore e raggiunge i mondi felici dei giusti.

72. O Arjuna, conquistatore delle ricchezze, hai ascoltato con mente perfettamente attenta? Le tue illusioni e la tua ignoranza si sono ora dissipate?

73. Arjuna disse: Mio Krsna, o infallibile, la mia illusione e' ora svanita. Dissolti i dubbi, ho ritrovato la memoria, e ora sono determinato, pronto ad agire secondo le Tue istruzioni.

74. Sanjaya disse: Questo e' il dialogo che ho udito tra due grandi anime, Krsna e Arjuna; dialogo cosi' meraviglioso da farmi rizzare i peli sul corpo.

75. Per la grazia di Vyasa ho udito questo colloquio, il piu' segreto, direttamente dal signore dello yoga, Krsna, che parlava personalmente ad Arjuna.

76. O re, ricordando ancora questo meraviglioso e santo dialogo tra Krsna e Arjuna, provo una gioia immensa a ogni istante.

77. O re, quando ricordo la stupenda forma di Krsna, ancora piu' grande e' la mia meraviglia, e sempre piu' intensa e' la mia gioia.

78. Ovunque si trovi Krsna, il signore della disciplina, e ovunque si trovi Arjuna, l'arciere supremo, la' regnano sicuramente fortuna, vittoria, straordinaria prosperita' e giustizia. Questo fermamente credo.

La Distinzione tra i tre tipi di fede

1. Arjuna disse: O Krsna, qual e' la condizione di colui che non segue i principi delle Scritture, ma sacrifica con fede? E' questo del satva, del rajas o del tamas?

2. Il Signore Beato disse: Secondo l'influenza materiale che l'essere incarnato subisce, la sua fede puo' appartenere a ciascuno di essi. Ascolta la Mia parola a questo proposito.

3. La fede di ciascuno e' conforme alla sua natura e, poiche' l'uomo e' fatto di fede, tale e' l'uomo a seconda della sua fede.

4. Gli uomini in virtu' adorano gli esseri celesti; quelli in passione adorano i demoni, e quelli in ignoranza adorano i fantasmi e gli spiriti.

5-6. Coloro che si sottopongono a severe austerita' e penitenze che non sono raccomandate nelle Scritture, eseguendole per orgoglio, egotismo, cupidigia e attaccamento, spinti dalla passione, e torturano il loro corpo senza comprendere che torturano anche l'Anima Suprema, situata in essi, sappi che sono in errore.

7. Anche i cibi, graditi a tutti, sono di tre tipi, che corrispondono alle tre influenze della natura. Questo vale anche per i sacrifici, le austerita' e la carita'. Ascolta cio' che li distingue.

8-10. I cibi preferiti dai sattvici accrescono la durata della vita, purificano l'esistenza e danno forza, salute, gioia e soddisfazione. Questi cibi sostanziosi sono dolci, succosi, grassi e saporiti. I cibi troppo amari, aspri, salati, piccanti, secchi o caldi, sono preferiti da chi e' dominato dal raja. Essi generano sofferenza, infelicita' e malattia. I cibi cotti piu' di tre ore prima di essere consumati, privi di gusto, di freschezza, puzzolenti, decomposti e impuri, sono preferiti da chi e' sotto l'influenza dell'ignoranza.

11. Tra i sacrifici, quello che si compie per dovere, secondo le regole delle Scritture e senza aspettarsi alcuna ricompensa, appartiene al sattva.

12. Ma il sacrificio compiuto per qualche scopo o beneficio materiale, o in modo vanitoso, per orgoglio, appartiene al raja, o migliore dei Bharata.

13. E quel sacrificio compiuto senza alcuna fede e contrario ai principi delle Scritture, in cui nessun cibo consacrato ne' distribuito, nessun inno cantato, senza doni, appartiene all'ignoranza.

14. Le austerita' del corpo sono: il rispetto dei sapienti e dei maestri, dei nati due volte e degli Dei. La purezza, la rettitudine, la continenza e la non-violenza sono anch'esse austerita' del corpo.

15. L'austerita' della parola consiste nell'usare un linguaggio veritiero, benefico, gradevole e lo studio delle Scritture.

16. Placidita', gentilezza, silenzio, controllo di se' e purezza di pensiero sono le austerita' della mente.

17. La triplice unione di queste austerita', praticata con fede dagli uomini il cui scopo non e' quello di ottenere qualche beneficio per se', ma quello di soddisfare il Supremo, appartiene al sattva.

18. Ma quelle penitenze e austerita' ostentate che si compiono per ottenere rispetto, onore e venerazione, si dice che appartengano al rajas. Esse non sono ne' stabili ne' permanenti.

19. Infine, le penitenze e le austerita' compiute stupidamente e fatte di torture ostinate, oppure subite per ferire o distruggere gli altri, si dice che appartengano all'ignoranza.

20. La carita' fatta per dovere, senza aspettarsi niente in cambio, nelle giuste condizioni di tempo e di luogo e alla persona che ne e' degna, si dice che appartenga al sattva.

21. La carita' compiuta con la speranza di una ricompensa o con il desiderio di un risultato interessato, o fatta a malincuore, appartiene al rajas.

22. Infine, la carita' fatta in tempi e luoghi inopportuni e a persone che non ne sono degne, o compiuta in modo irrispettoso e sprezzante, appartiene all'ignoranza.

23. Dalle origini della creazione le tre sillabe Om Tat Sat servono a designare Brahman. Da Esso furono ordinati i sacerdoti, le Scritture, i rituali e i sacrifici.

24. Percio' coloro che conoscono i Veda iniziano sempre i loro sacrifici, austerita' e atti caritatevoli pronunciando l'Om, al fine di raggiungere il Supremo.

25. Coloro che desiderano la liberazione compiono i sacrifici, le austerita' e la carita' pronunciando la parola Tat.

26-27. La Verita' Assoluta e' lo scopo delle pratiche devozionali e La si designa con la parola sat. Queste pratiche, sacrifici, austerita' e carita', in armonia con l'Assoluto, e tutto cio' che e' fatto a tale scopo, e' detto Sat, o figlio di Pritha.

28. Ma i sacrifici, le austerita' e la carita' compiuti senza fede sono temporanei, o figlio di Pritha, qualunque siano i riti che li accompagnano. Sono detti asat e sono inutili, sia in questa vita sia nella prossima.

Natura divina e demoniaca

1-3. Il Signore Beato disse: L'assenza di paura, la purificazione dell'esistenza, lo sviluppo della conoscenza spirituale, la carita', il controllo di se', il compimento dei sacrifici, lo studio dei Veda, l'austerita' e la semplicita'; la non-violenza, la veridicita', l'assenza di collera; la rinuncia, la serenita', l'avversione per la critica, la compassione, l'assenza di cupidigia; la dolcezza, la modestia e la ferma determinazione; il vigore, il perdono, la forza morale, la purezza, l'assenza d'invidia, d'orgoglio e di sete di onori; queste sono, o discendente di Bharata, le qualita' di chi e' nato per la divina perfezione.

4. Arroganza, orgoglio, collera, superbia, rudezza e ignoranza sono le caratteristiche degli uomini di natura demoniaca, o figlio di Pritha.

5. Le qualita' divine portano alla liberazione, mentre le qualita' demoniache portano alla schiavitu'. Ma non temere, o figlio di Pritha, tu sei nato con qualita' divine.

6. O figlio di Pritha, in questo mondo esistono due categorie di esseri creati, gli uni divini e gli altri demoniaci. Ti ho gia' parlato a lungo delle qualita' divine, ora ascolta da Me gli attributi demoniaci.

7. Gli uomini demoniaci non sanno cio' che si deve fare e cio' che non si deve fare. In loro non c'e' purezza, ne' giusta condotta, ne' veridicita'.

8. Dicono che questo mondo e' irreale e senza fondamento, che e' il risultato del desiderio e non ha altra causa che la lussuria.

9. Partendo da tali conclusioni, questi infelici, smarriti e privi d'intelligenza, si dedicano a opere dannose e infami, che mirano a distruggere il mondo.

10. Gli uomini demoniaci si rifugiano nell'arroganza, nell'orgoglio e nel desiderio insaziabile, diventando cosi' preda dell'illusione. Affascinati dall'effimero, dedicano la loro vita ad attivita' malsane.

11. Credono che godere dei sensi fino all'ultimo istante di vita sia la necessita' principale dell'uomo. Cosi' la loro ansieta' non trova fine.

12. Incatenati da centinaia e migliaia di desideri materiali, dal piacere e dalla collera, accumulano denaro con mezzi illeciti per soddisfare i sensi.

13-15. Tale uomo pensa: Oggi possiedo tutte queste ricchezze e secondo i miei piani ne guadagnero' sempre di piu'. Ora tutto questo e' mio, e domani avro' di piu'. Quell'uomo era tra i miei nemici e io l'ho ucciso; quando sara' il momento uccidero' anche gli altri. Sono il padrone di tutto, sono colui che gode di tutto. Sono perfetto, potente e felice, sono il piu' ricco e sono circondato da un'alta parentela. Non esiste nessuno potente e felice come me. Compiro' sacrifici, faro' la carita' e me ne compiacero'. Ecco come queste persone sono sviate dall'ignoranza.

16. Cosi', confuso da varie ansieta' e preso in una rete d'illusioni, diventa troppo attaccato al piacere dei sensi e precipita sempre piu' in basso.

17. Compiaciuto di se', sempre arrogante, sviato dalla ricchezza e dal falso prestigio, talvolta compie sacrifici che sono tali solo di nome, senza seguire nessun principio e nessuna regola.

18. Rifugiandosi nel falso ego, nella prepotenza, nell'orgoglio, nella lussuria e nella collera, avversa Me e si inasprisce nello spirito di contrapposizione.

19. Questi uomini colmi di odio e di prepotenza, i piu' degradati tra gli uomini, Io li getto nell'oceano dell'esistenza materiale nelle svariate forme di vita piu' infelici.

20. Rinascendo vita dopo vita queste persone non riescono mai ad avvicinarmi. A poco a poco affondano nelle condizioni di esistenza piu' abominevoli.

21. Ci sono tre porte che conducono a questo abisso: la passione, la collera e l'avidita'. Ogni uomo sano di mente deve allontanarsene perche' conducono alla degradazione.

22. O figlio di Kunti, l'uomo che ha saputo evitare queste tre porte dell'inferno si dedica ad attivita' favorevoli alla realizzazione spirituale e cosi gradualmente raggiunge la liberazione suprema.

23. Colui, invece, che rifiuta i precetti delle Scritture per agire secondo il proprio capriccio, non raggiunge ne' la perfezione, ne' la felicita', ne' la liberazione suprema.

24. Sappi dunque determinare, alla luce dei principi delle Scritture, qual'e' il tuo dovere e quale non lo e'. Conoscendo queste regole, agisci in modo da elevarti gradualmente.

La persona suprema.

1. Il Signore Beato disse: Esiste un albero le cui radici si dirigono verso l'alto e i rami in basso; le sue foglie sono gli inni vedici. Chi lo conosce, conosce i Veda.

2. I rami di quest'albero, nutriti dalle tre influenze della natura materiale, si estendono verso l'alto e il basso; le fronde sono gli oggetti dei sensi; verso il basso si raccolgono i frutti, nel mondo delle azioni degli uomini.

3-4. Nessuno, in questo mondo, puo' percepire la forma precisa di questo albero. Nessuno puo' vederne la fine, l'inizio o la base. Ma con determinazione si deve abbattere questo albero con l'arma del distacco, e cercare poi quel luogo da cui non si torna piu' indietro una volta che si e' raggiunto, e la' abbandonarsi alla Persona Suprema, Dio, dal Quale tutto ha inizio e nel Quale tutto dimora fin da tempo immemorabile.

5. Colui che e' libero dall'illusione, dall'orgoglio e dalle relazioni, che comprende l'eterno, che e' libero dai desideri e dalla dualita' della gioia e del dolore, raggiunge quel luogo eterno.

6. La Mia dimora non e' illuminata ne' dal sole ne' dalla luna ne' dal fuoco. Chi la raggiunge non torna mai piu' in questo mondo.

7. Gli esseri viventi, nel mondo delle condizioni, sono Miei frammenti eterni. Ma essendo condizionati lottano duramente contro i sei sensi, tra cui la mente.

8. Come l'aria trasporta gli odori, l'essere vivente, nel mondo materiale, porta con se', da un corpo all'altro, le sue diverse concezioni di vita.

9. Ogni volta che si riveste di un nuovo corpo grossolano, l'essere vivente ottiene un particolare senso dell'udito, della vista, del tatto, del gusto e dell'olfatto, che gravitano intorno alla mente. Egli gode cosi' di una determinata gamma di oggetti dei sensi.

10. Gli sciocchi non riescono a concepire come l'essere vivente lasci il corpo o di quale tipo di corpo dovra' godere sotto le tre influenze della natura materiale. Ma colui che ha gli occhi illuminati dalla conoscenza puo' vedere tutto questo.

11. Lo yogi fermamente situato nella realizzazione spirituale vede tutto cio' con chiarezza. Ma coloro che non sono situati nella realizzazione spirituale, sebbene si sforzino, non riescono a cogliere la verita'.

12. Lo splendore del sole che dissipa le tenebre dell'universo intero emana da Me. E anche lo splendore della luna e lo splendore del fuoco emanano da Me.

13. Entro in tutti i pianeti, e con la Mia energia li mantengo nella loro orbita. Io divento la luna e fornisco cosi' la linfa vitale a tutti i vegetali.

14. In ogni corpo animato sono il fuoco della digestione, e anche l'aria vitale, inspirata ed espirata. Assimilo cosi' i quattro tipi di alimenti.

15. Sono nel cuore di ogni essere e da Me viene il ricordo, la conoscenza e l'oblio. Il fine di tutti i Veda e' quello di conoscerMi; in verita', Io sono Colui che ha composto il Vedanta, e Io sono Colui che conosce i Veda.

16. Due sono le condizioni dell'essere in questo mondo: una corruttibile e una incorruttibile. Il primo e' tutte le creature, l'altro e' l'essenza immutabile.

17. Ma oltre a questi esseri c'e' il piu' grande di tutti gli esseri, il Signore in Persona, che penetra nei mondi e li sostiene.

18. Poiche' io sono oltre cio' che e' corruttibile e incorruttibile, il mondo e i Veda Mi glorificano come la Persona Suprema.

19. Colui che Mi conosce come l'Essere unico, la Persona Suprema, e non ha dubbi, conosce tutto.

20. Cio' che ti rivelo ora, o Arjuna senza peccato, e' la parte piu' confidenziale delle Scritture vediche. Colui che la comprende diventera' saggio e i suoi sforzi lo condurranno alla perfezione.

Le tre influenze della natura materiale

1. Il Signore Beato disse: Ti esporro' ancora questa saggezza suprema, la conoscenza piu' elevata, con la quale tutti i saggi hanno raggiunto la perfezione suprema.

2. Colui che e' fisso in questa conoscenza puo' raggiungere la Mia stessa natura. Allora non rinascera' piu' al tempo della creazione, e al momento della dissoluzione non ne sara' turbato.

3. Nel grembo di Brahman e' la sede del concepimento ed e' questo Brahman che Io fecondo rendendo cosi' possibile la nascita di tutti gli esseri, o discendente di Bharata.

4. Sappi, o figlio di Kunti, che tutte le specie di vita hanno origine nel Brahman, e Io ne sono il padre che da' il seme.

5. La natura materiale e' formata da tre influenze: sattva, rajas, tamas. Quando l'essere vivente entra in contatto con la natura materiale diventa condizionato da queste influenze.

6. O Arjuna senza peccato, sappi che sattva, la piu' pura delle influenze materiali, e' luminosa e priva di malattia. Chi e' sotto il suo influsso sviluppa conoscenza, ma diventa condizionato dal senso di felicita' che essa procura.

7. Rajas consiste in desideri ardenti e senza fine, o figlio di Kunti. Essa lega l'anima incarnata all'azione materiale e ai suoi frutti.

8. O discendente di Bharata, tamas nasce dall'ignoranza ed e' causa d'illusione per tutti gli esseri. Esso vincola con la negligenza, il torpore e la stupidita'.

9. Sattva condiziona l'uomo alla felicita', rajas alle azioni, tamas all'ignoranza.

10. Talvolta rajas prevale su sattva e tamas, talvolta e' sattva a vincere rajas e tamas, altre volte ancora tamas vince sattva e rajas. Cosi', o discendente di Bharata, questa lotta per il sopravvento non finisce mai.

11. Quando tutte le porte del corpo sono illuminate dalla conoscenza, si possono sperimentare gli effetti del sattva.

12. O migliore dei Bharata, quando aumenta il rajas aumentano i segni di un grande attaccamento, di desideri incontrollabili, di aspirazioni ardenti e di sforzi intensi.

13. O figlio di Kuru, quando il tamas cresce, allora vengono le tenebre, l'inerzia e l'illusione.

14. Chi muore sotto l'influenza del sattva si eleva ai mondi più elevati, i mondi puri dove vivono i grandi saggi.

15. Chi muore sotto l'influenza del rajas rinasce tra gli uomini che si dedicano all'azione interessata; chi muore sotto l'influenza dell'ignoranza rinasce tra coloro che sono privi di ragione.

16. L'attivita' compiuta sotto l'influenza sattvica porta alla purificazione, quella compiuta sotto l'influenza di rajas porta alla sofferenza, e quella compiuta sotto l'ignoranza porta alla stupidita'.

17. Dal sattva nasce la vera conoscenza, dal rajas nasce l'avidita', e dal tamas nasce l'illusione.

18. Coloro che sono guidati dal sattva si elevano verso l'alto, coloro che sono dominati dalla passione rimangono su regioni intermedie, terrestri, e coloro che sono avvolti dall'ignoranza scivolano nei mondi infernali.

19. Quando in ogni azione si vede che nulla sfugge alle tre influenze della natura materiale, e che Io, il Signore Supremo, le trascendo, allora si puo' conoscere la Mia essenza.

20. Quando l'essere incarnato e' capace di superare le tre influenze della natura materiale si libera dalla nascita, dalla morte, dalla vecchiaia e dalle sofferenze che ne derivano e puo' gustare il nettare in questa vita stessa.

21. Arjuna disse: O Signore, da quali sintomi si riconosce l'essere che ha superato le tre influenze materiali? Come si comporta? E come trascende queste influenze?

22-25. Il Signore Beato disse: Colui che non prova avversione davanti all'illuminazione, all'attaccamento e all'illusione, ne' prova desiderio per queste cose in loro assenza; che essendo al di la' di questi frutti portati dalle tre influenze materiali rimane neutrale, sempre impassibile, consapevole che niente agisce al di fuori di queste influenze; che guarda con occhio eguale il piacere e la sofferenza, e considera dello stesso valore la zolla di terra, il sasso e l'oro; che e' saggio e reputa identici l'elogio e il rimprovero; che non e' turbato ne' dall'onore, ne' dal disonore, che tratta con imparzialita' l'amico e il nemico, e ha rinunciato a ogni attivita' interessata, di lui si dice che ha trasceso le tre influenze della natura materiale.

26. Colui che s'impegna completamente nel servizio di devozione, senza mai deviare, trascende subito le tre influenze della natura materiale e raggiunge cosi' l'unione col Brahman.

27.Io sono il fondamento del Brahman impersonale, che e' immortale, inesauribile, eterno, principio stesso della felicita' assoluta.

Il campo e il conoscitore del campo

1. Arjuna disse: Vorrei sapere che cosa sono il campo e il conoscitore del campo, la conoscenza e l'oggetto della conoscenza. Il Signore Beato disse: il corpo, o figlio di Kunti, si chiama campo, e colui che conosce il corpo e' il conoscitore del campo.

2. Sappi, o discendente di Bharata, che io sono il conoscitore del campo di tutti i campi. E conoscere il corpo e il proprietario del corpo costituisce la conoscenza.

3. Ascolta ora, ti prego. Ti descrivero' brevemente il campo, com'e' costituito, le sue trasformazioni, la sua fonte, il conoscitore di questo campo e il suo potere.

4. Questa conoscenza, del campo e del suo conoscitore, e' stata esposta da molti saggi in diverse Scritture e Inni, specialmente nel Vedantasutra, dove cause ed effetti sono presentati con piena logica.

5-6. I cinque grandi elementi, il senso dell'ego, l'intelligenza, il non-manifestato, i dieci organi dei sensi, la mente e i cinque oggetti dei sensi sono, in breve, il campo. Il desiderio e l'avversione, la gioia e il dolore, l’attaccamento alla vita e la convinzione sono il risultato delle interazioni degli elementi che costituiscono il campo.

7-11. L'umilta', la modestia, la non-violenza, la tolleranza, la semplicita', l'atto di avvicinare un maestro spirituale autentico, la purezza, la costanza e il controllo del se'; la rinuncia agli oggetti del piacere dei sensi, la liberazione dall'ego e la comprensione di nascita, malattia, vecchiaia e morte; il distacco dalla moglie, dai figli, dalla casa e da cio' che li riguarda, l'equanimita' in ogni situazione, piacevole o dolorosa; la devozione pura e costante di Me, la ricerca di luoghi solitari e il distacco dalla folla, il fatto di riconoscere la ricerca filosofica della realizzazione spirituale e l'intuizione della Verita', Io dichiaro che questa e' la conoscenza, e l'ignoranza e' tutto cio' che le e' contrario.

12.Ti spieghero' ora l'oggetto del sapere, e questa conoscenza ti fara' gustare l'eterno. Lo spirituale si chiama Brahman, e' senza inizio e di esso si dice che non e' esistente ne' non esitente.

13. Ovunque sono le Sue mani e le Sue gambe, i Suoi occhi e i Suoi volti, e niente sfugge al Suo udito. Cosi, presente ovunque, e' l'Anima suprema.

14. E' la fonte originale dei sensi di tutti gli esseri, tuttavia Essa e' priva di sensi. Mantiene tutti gli esseri, ma rimane distaccata da tutti. Trascende le tre influenze della natura materiale e allo stesso tempo e' il maestro di queste influenze.

15. E' all'interno e all'esterno, in cio' che e' mobile e in cio' che e' immobile. Infinitamente lontano, e' anche molto vicino.

16. Sebbene sembri divisa, L'Anima Suprema rimane indivisibile; e' Una. Sebbene sostenga tutti gli esseri, sappi che e' sempre Lei che li distrugge e li fa sviluppare tutti.

17. E' la sorgente di luce in tutto cio' che e' luminoso. E' al di la' delle tenebre della materia ed e' non-manifestata. E' il soggetto e l'oggetto della conoscenza e la conoscenza stessa. E' situata nel cuore di ogni essere.

18. Cosi' ti ho brevemente descritto il campo, il soggetto e l'oggetto della conoscenza. Chi mi e' devoto, una volta compreso questo, assume la mia natura.

19. Sappi che la natura materiale, cosi' come gli esseri individuali non hanno inizio. I loro mutamenti e le tre influenze della materia sono prodotti dalla natura materiale.

20. La natura e' considerata la causa di tutte le azioni materiali e delle loro conseguenze, mentre l'essere individuale e' la causa dei piaceri e delle sofferenze che incontra in questo mondo.

21. Cosi' l'essere individuale segue, nella natura materiale, diversi modi di vita e gode delle tre influenze della natura materiale. Cio' e' dovuto al contatto con questa natura. Incontra allora piaceri e sofferenze nei vari tipi di corpi.

22. Ma nel corpo c'e' un altro beneficiario, che trascende la materia; e' il Testimone, l’Interno Reggitore, colui che approva, sostiene, esprime ed esperisce. Questi e' il Signore, il supremo Se'.

23. Colui che comprende la natura materiale, l'essere vivente e l'interazione delle tre influenze della natura, raggiungera' certamente la liberazione. Qualunque sia la sua condizione attuale, non rinascera' mai piu' in questo mondo.

24. Alcuni percepiscono l'Atman attraverso la meditazione, altri coltivando la conoscenza, altri ancora con l'azione non interessata.

25. Ci sono poi quelli che s'impegnano nell'adorazione del Signore Supremo dopo aver sentito parlare di Lui, sebbene siano poco esperti nella conoscenza spirituale. Ascoltando volentieri gli insegnamenti, trascendono anch'essi il ciclo di nascite e morti.

26. O migliore dei Bharata, tutto cio' che esiste, mobile o immobile, deriva solo dall'unione del campo col conoscitore di questo campo.

27. Colui che vede come l'Anima Suprema accompagna l'anima individuale in tutti i corpi e comprende che mai ne' l'Una ne' l'altra periscono, vede veramente.

28. Colui che vede in tutte le creature il Signore supremo, ovunque la stesso, sebbene le forme periscano, giunge allo scopo supremo e assoluto.

29. Colui che riesce a vedere che e' il corpo, nato dalla natura materiale, a compiere ogni azione, mentre l'Atman non agisce mai, vede realmente.

30. Quando l'uomo intelligente smette di vedere in termini di identita' multiple, dovute a corpi differenti, raggiunge la visione del Brahman. Allora, ovunque, egli vede solo l'anima spirituale.

31. Coloro che hanno la visione dell'eternita' possono vedere che l'anima e' spirituale, eterna e al di la' delle tre influenze della natura materiale. Sebbene situata nel corpo materiale, l'anima non agisce mai e non e' legata, o Arjuna.

32. Come l'etere non puo', per la sua natura sottile, mischiarsi a niente, sebbene sia esteso ovunque, cosi' l'anima, che e' della stessa sostanza del Brahman, non subisce affezioni, sebbene sia situata nel corpo.

33. O discendente di Bharata, come il sole illumina da solo tutto l'universo, cosi' il Signore del campo illumina l'intero campo.

34. Colui che vede alla luce della conoscenza la differenza tra il campo e il conoscitore del campo, raggiunge lo scopo supremo.

La disciplina di devozione

1. Arjuna disse: Tra chi Ti adora col servizio di devozione e chi dedica il culto al Brahman impersonale, al non-manifestato, chi e' piu' perfetto?

2. Il Signore Beato disse: Colui che fissa la mente sulla Mia forma personale e, colmo di un'ardente fede spirituale, s'impegna sempre nella Mia adorazione, e' unito a Me in modo perfetto.

3-4. Quanto a coloro che si votano completamente al non-manifestato, indefinito, inconcepibile ai sensi, onnipresente, fisso, immutabile, controllando i sensi, mostrandosi equanimi tutti e operando per il bene universale, certamente Mi realizzano.

5. Per coloro che hanno la mente attratta dal non-manifestato, dall'aspetto impersonale dell'Assoluto, il progresso sara' molto faticoso. Avanzare su questa via e' sempre difficile per l'essere incarnato.

6-7. Per colui che Mi adora e abbandona a Me tutte le sue attivita', dedicandosi esclusivamente a Me, assorto nel servizio di devozione e meditando costantemente su di Me, con la mente fissa in Me, o figlio di Pritha, Io sono il liberatore che lo sottrarra' presto all'oceano di nascite e morti.

8. Fissa la tua mente in Me e impegna in Me tutta la tua intelligenza. Cosi', senza dubbio, vivrai sempre in Me.

9. Mio caro Arjuna, conquistatore delle ricchezze, se non riesci a fissare in Me la tua mente senza deviare, osserva allora i principi regolatori dello yoga.

10. Se non puoi sottometterti ai principi regolatori dello yoga, cerca di dedicare a Me le tue opere, poiche' agendo per Me raggiungerai la perfezione.

11. Tuttavia, se non puoi agire in questa coscienza, sforzati allora di rinunciare ai frutti delle tue azioni e diventa consapevole della natura spirituale.

12. Superiore alla conoscenza, tuttavia, e' la meditazione, e superiore alla meditazione e' la rinuncia ai frutti dell'azione, perche' con questa rinuncia si puo' ottenere la pace della mente.

13-14. Colui che non e' ostile verso nessuno, ma si comporta con tutti come un amico benevolo, che e' libero dall'ego, che rimane equanime nella gioia come nel dolore, che e' pronto al perdono ed e' sempre soddisfatto, che s'impegna nel servizio devozionale con determinazione e che ha la mente e l'intelligenza in accordo con Me, Mi e' molto caro.

15. Colui che non e' mai causa di agitazione per gli altri e che a sua volta non e' mai agitato, che non e' turbato ne' dalle gioie ne' dai dolori, Mi e' molto caro.

16. Colui che non dipende dal corso degli eventi materiali, che e' puro, indifferente e libero da ogni ansieta' e sofferenza, che non aspira al frutto delle sue azioni e Mi e' devoto, Mi e' molto caro.

17. Colui che non e' soggetto ne' alla gioia ne' al dolore, che non si addolora ne' desidera, che rinuncia a cio' che e' favorevole come a cio' che e' sfavorevole e che Mi e' devoto, Mi e' molto caro.

18-19. Colui che e' uguale con l'amico e col nemico, cosi' come davanti all'onore e al disonore, al caldo e al freddo, alla gioia e al dolore, all'elogio e al rimprovero, ed e' sempre libero da ogni impurita', silenzioso, soddisfatto di tutto, incurante della dimora, fisso nella conoscenza e impegnato nel Mio servizio devozionale, Mi e' molto caro.

20.Colui che si impegna completamente e con fede in questa eterna via del servizio di devozione, facendo di Me il fine ultimo, Mi e' infinitamente caro.

La forma universale

1. Arjuna disse: Ho ascoltato gli insegnamenti sui segreti della conoscenza che benevolmente mi hai rivelato, e la mia illusione e' ora svanita.

2. Ho appreso da Te le Tue glorie inesauribili, o Signore dagli occhi di loto, e ho cosi' conosciuto nei particolari la verita' sull'origine e la fine di tutti gli esseri.

3. O Persona Suprema, Ti vedo davanti a me cosi come Tu sei; tuttavia desidero vedere la tua forma divina.

4. O Signore, o maestro della conoscenza, se Tu pensi che io possa contemplare la Tua forma divina, mostramela, Ti prego.

5. Il Signore Beato disse: Mio caro Arjuna, figlio di Pritha, guarda la Mia gloria, centinaia di migliaia di forme divine, infinitamente diverse, multicolori come il mare.

6. O migliore dei Bharata, guarda gli Aditya, i Rudra e tutti gli altri esseri celesti. Contempla le innumerevoli manifestazioni che finora mai nessuno ha conosciuto.

7. Questa forma universale puo' mostrarti tutto cio' che desideri o desidererai vedere. In questo corpo puoi vedere tutto cio' che desideri poiche' tutto vi e' contenuto, o Gudakesha.

8. Ma tu non puoi vederMi con questi tuoi occhi, ti do dunque l'occhio divino con cui potrai contemplare la Mia divina potenza.

9. Sanjaya disse: O re, cosi' parlando, Dio, la Persona Suprema, maestro dello yoga, mostra ad Arjuna la Sua forma divina.

10-11. Arjuna vede in quella forma universale innumerevoli bocche e innumerevoli occhi. Era tutto prodigioso. Quella forma era adorna di gioielli sfavillanti e di meravigliosi vestiti. Era gloriosamente coperta di ghirlande e profumata da essenze di divina fragranza. Era tutto magnifico, illimitato e continuamente in espansione. Questo e' cio' che vede Arjuna.

12. Se migliaia e migliaia di soli si levassero tutti insieme nel cielo, il loro sfolgorio si avvicinerebbe forse a quello del Supremo Essere.

13. Gli universi, sebbene infiniti e innumerevoli, Arjuna li vede tutti riuniti in un solo punto, nella forma universale del Signore.

14. Allora, confuso e attonito, i capelli ritti, Arjuna chinato il capo al Signore e a mani giunte comincia a offrirGli delle preghiere.

15. Arjuna disse: Krsna, mio Signore, vedo riuniti nel Tuo corpo tutti gli esseri celesti e molti altri esseri. Vedo Brahma, seduto sul fiore di loto, e Shiva e i saggi e i serpenti divini.

16. O Signore, vedo nel Tuo corpo universale innumerevoli forme, occhi, bocche, braccia e ventri, estesi all'infinito. Non c'e' fine, ne' meta', ne' inizio in tutto questo.

17. La Tua forma, ornata di molteplici corone, mazze e dischi, e' difficile a guardarsi per la sua radiosita' accecante, che e' ardente e immensurabile come quella del sole.

18. Tu sei il fine primo e supremo che deve essere compreso, l'incorruttibile; Tu sei il sostegno di tutti gli universi, l'eterno guardiano del Dharma, guardo a Te come l'eterna presenza divina.

19. Senza inizio, senza meta' e senza fine, Tu sei l'origine di tutto. Innumerevoli sono le Tue braccia, innumerevoli i Tuoi occhi maestosi e, tra essi, il sole e la luna. Le Tue bocche sprigionano un fuoco ardente e la Tua radiosita' riscalda l'universo intero.

20. Sebbene Tu sia Uno, Ti estendi attraverso il cielo, i pianeti e lo spazio che li separa. Contemplando questa Tua forma terribile, o grande tra i grandi, vedo i sistemi planetari in preda allo sgomento.

21. Tutti gli esseri celesti si sottomettono ed entrano in Te. Atterriti, essi Ti rivolgono delle preghiere a mani giunte e cantano gli inni vedici.

22.Le differenti manifestazioni dei Rudra, gli Aditya, i Vasu, i Sadhya, i Visvadeva, i due Ashvini, i Marut, gli antenati e i Gandharva, gli Yaksa, gli Asura e i perfetti esseri celesti, tutti Ti contemplano in preda allo stupore.

23. O Signore dalle braccia potenti, alla vista dei Tuoi volti e dei Tuoi occhi senza fine, delle Tue braccia, dei Tuoi ventri e delle Tue gambe, tutti innumerevoli, e dei Tuoi denti terribili, i mondi e tutti i loro abitanti sono sconvolti, come lo sono io.

24. I Tuoi molteplici colori sfolgoranti riempiono i cieli, e alla vista dei Tuoi occhi immensi e sfavillanti, e delle Tue bocche spalancate non posso piu' mantenere la mia mente in pace, o Vishnu onnipresente. Ho paura.

25. Come guardo i Tuoi volti, ardenti come la morte, i Tuoi denti terribili, i sensi mi vengono meno. La confusione mi assale da ogni parte. O Signore dei signori, o rifugio dei mondi, sii benevolo con me.

26-27. I figli di Dhritarashtra con i loro re alleati e Bhishma, Drona, Karna e anche i piu' eminenti dei nostri guerrieri, si precipitano nelle Tue bocche, e le loro teste sono schiacciate dai Tuoi denti spaventosi. E ne vedo altri ancora stritolati fra quei denti.

28. Come le acque dei fiumi si gettano nell'oceano, cosi' tutti questi grandi guerrieri si precipitano e periscono nelle Tue bocche di fuoco.

29. Come farfalle che si lanciano verso la morte nel fuoco ardente, tutti gli uomini si precipitano nelle Tue bocche per trovarvi la distruzione.

30. O Vishnu, Ti vedo che inghiotti tutti questi uomini nelle Tue bocche infuocate, che copri l'universo col Tuo splendore senza limiti e incenerisci i mondi.

31. O Sommo tra gli Dei, la Tua forma e' cosi terrificante, Ti prego, dimmi chi sei. Ti offro i miei omaggi; ti prego accordami la Tua grazia. Non so qual e' la Tua essenza, dato che non comprendo il tuo operare.

32. Il Signore Beato disse: Io sono il tempo, che quando e' raggiunto il momento opportuno, distrugge i mondi. Anche senza il tuo intervento, tutti questi guerrieri, schierati in fronti opposti, piu' non saranno.

33. Alzati, dunque, e sii pronto a combattere. Trionfante sui tuoi nemici, godrai di un regno fiorente. Tutti costoro, da tempo, sono gia' uccisi, e tu, o Savyasacin, in questa battaglia, non sei che uno strumento nelle Mie mani.

34. Drona, Bhishma, Jayadratha, Karna e gli altri valorosi guerrieri sono gia' destinati a morire. Combatti senza timore e vincerai tutti i tuoi nemici.

35. Sanjaya disse a Dhritarashtra: O re, dopo aver udito le parole del Signore Supremo, Arjuna trema e, atterrito, Gli offre i suoi omaggi a mani giunte. Con voce rotta dall'emozione comincia a parlare.

36. Arjuna disse: O Hrishikesha, al suono del Tuo nome l'universo si riempie di gioia e tutti sono attratti da Te. Gli esseri perfetti Ti rendono i loro rispettosi omaggi, ma gli esseri demoniaci, in preda allo spavento, fuggono in ogni direzione.

37. O grande Essere, Tu sei cosi' grande che superi anche Brahma. Perche' non dovrebbero rendere omaggio a Te, l'illimitato? O rifugio dell'universo, Tu sei la fonte invincibile, la causa di tutte le cause, al di la' della manifestazione.

38. Tu sei Dio, la Persona Suprema e originale, unico sostegno di questa manifestazione cosmica. Tu conosci tutto, e Tu sei tutto cio' che si puo' conoscere. O forma infinita, Tu tutto compenetri.

39. Tu sei l'aria, il fuoco, l'acqua e anche la luna. Tu sei la coscienza suprema e l'antenato di tutti i viventi. Mille volte, ancora ed ancora, Ti offro i miei rispettosi omaggi.

40. Davanti, dietro, da tutte le parti, ricevi i miei omaggi! O potenza infinita, maestro di poteri illimitati, Tu penetri tutto e cosi' Tu sei tutto.

41-42. Ignorando le Tue glorie, in passato Ti ho chiamato cosi: O Krsna, o Yadava, o amico mio. Perdonami, Ti prego, per tutto cio' che ho potuto fare per pazzia o per amore. Quante volte Ti ho mancato di rispetto, quando ci divertivamo insieme, riposavamo sullo stesso letto, mangiavamo insieme, talvolta soli, talvolta davanti a numerosi amici! Per tutte queste offese, o Acyuta, Ti chiedo perdono.

43. Tu sei il padre dell'intera manifestazione cosmica, il Signore adorabile, il glorioso maestro spirituale. Nessuno e' uguale o superiore a Te. Nei tre mondi, la Tua potenza regna insuperata.

44. Cado dunque ai Tuoi piedi, Ti offro i miei omaggi e imploro la Tua misericordia. Come a un padre il figlio, un amico all'amico, un amante all'amata, sii indulgente con me.

45. Vedendo questa forma universale, che non avevo mai visto prima, sono felice, ma la mia mente e' scossa dalla paura. Percio', Ti prego, appari di nuovo nella Tua forma umana. Fammi questa grazia, o Signore degli Dei, o rifugio dell'universo.

46. O Signore universale, desidero contemplarTi nella Tua forma a quattro braccia, col capo incoronato e nelle mani la mazza, il disco, la conchiglia e il fiore di loto. Desidero ardentemente ammirarTi in questa forma, o Signore dalle mille braccia.

47. Il Signore Beato disse: Mio caro Arjuna, con gioia ti ho rivelato in questo mondo, attraverso il potere dello yoga, la Mia forma universale, sublime, infinita, risplendente, che nessuno prima di te ha mai visto.

48. O migliore dei guerrieri Kuru, nessuno prima di te ha potuto contemplare questa Mia forma universale, perche' ne' lo studio dei Veda, ne' i sacrifici, ne' gli atti caritatevoli, e neanche i riti, l'ascesi severa o altre simili pratiche permettono di vedere questa forma.

49. Davanti a questa Mia forma terrificante, la Tua mente si e' turbata, ma la tua paura si plachi e il tuo turbamento svanisca! In tutta serenita', contempla ora la forma che tu desideri.

50. Sanjaya disse a Dhritarashtra: Pronunciando queste parole, Krsna, mostra ad Arjuna la Sua forma a quattro braccia, poi riprende la Sua forma a due braccia per riconfortare l'impaurito Arjuna.

51. Vedendo Krsna nella Sua forma originale, Arjuna disse: Guardando questa forma dall'aspetto umano, cosi' meravigliosamente bella, la mia mente si placa e io ritorno alla mia normale natura.

52. Il Signore Beato disse: Questa Mia forma, che tu ora contempli, e' molto difficile da vedere, Mio caro Arjuna. Perfino gli esseri celesti aspirano continuamente a contemplarla

53. La forma che vedi con i tuoi occhi spirituali non puo' essere compresa ne' con lo studio dei Veda, ne' con le severe ascesi, ne' con gli atti caritatevoli, ne' con l'adorazione rituale. Nessuno, per queste vie, Mi vedra' cosi' come sono.

54. Mio caro Arjuna, soltanto per mezzo di un incrollabile amore Mi si puo' conoscere cosi come sono, in piedi di fronte a te, e Mi si puo' vedere direttamente. Solo cosi si puo' penetrare il mistero della Mia Persona.

55. Mio caro Arjuna, colui che agisce per Me, guardando solo Me, libero dalla contaminazione delle sue attivita' passate e dalla speculazione mentale, benevolo con tutti gli esseri, certamente giunge a Me.

La gloria dell'assoluto

1. Il Signore Supremo disse: O Arjuna dalle braccia potenti, amico Mio carissimo, ascolta ancora la Mia parola, che e' detta per il tuo bene e ti portera' grande gioia.

2. Ne' la moltitudine degli esseri celesti ne' i grandi saggi conoscono la Mia origine perche' io sono la fonte, sotto ogni aspetto, degli uni come degli altri.

3. L'uomo che Mi conosce come il non-nato, Colui che e' senza inizio, il sovrano di tutti i mondi, non e' illuso ed e' libero da tutte le colpe.

4-5. L'intelligenza, la conoscenza, la liberta' dal dubbio e dall'illusione, l'indulgenza, la veridicita', il controllo di se' e la calma, le gioie e i dolori, la nascita e la morte, la paura e il coraggio, la non-violenza, l'equanimita', la soddisfazione, l'austerita', la generosita', la gloria e l'infamia, tutte queste qualita' hanno origine da Me soltanto.

6. I sette grandi saggi, gli altri quattro che li precedettero e i Manu, i padri dell'umanita', sono nati dalla Mia mente; tutte le creature, in questo mondo, discendono da loro.

7. Colui che conosce veramente questa Mia gloria e potenza Mi serve con devozione pura e completa, non c'e' dubbio.

8. Io sono la fonte di tutti i mondi, spirituali e materiali. Tutto emana da Me. I saggi che conoscono perfettamente questa verita' Mi servono con devozione e Mi adorano con tutto il cuore.

9. I pensieri dei Miei puri devoti sono sempre in Me, la loro vita e' abbandonata a Me ed essi derivano grande soddisfazione e felicita' illuminandosi l'un l'altro e conversando su di Me.

10. A coloro che sempre Mi servono e Mi adorano con amore e devozione do l'intelligenza con la quale potranno venire a Me.

11. Pieno di compassione per loro, Io che vivo nel loro cuore distruggo, con la torcia luminosa della conoscenza, le tenebre nate dall'ignoranza.

12-13. Arjuna disse: Tu sei il Brahman Supremo, la dimora ultima, il purificatore sovrano, la Verita' Assoluta e l'eterna Persona Divina. Tu sei Dio, l'essere primordiale, non creato e onnipresente. Tu sei il non-nato e la bellezza che tutto pervade. Tutti i grandi saggi, come Narada, Asita, Devala, Vyasa, lo proclamano e Tu stesso ora me lo riveli.

14. O Krsna, accetto come la verita' piu' pura tutto cio' che mi hai detto. Ne' gli esseri celesti ne' gli esseri demoniaci conoscono la Tua Persona, o Signore.

15. In realta' Tu solo, con le Tue proprie potenze, Ti conosci, o fonte di tutto cio' che esiste, Signore di tutti gli esseri, Dio di tutti gli dei, Persona Suprema, maestro dell'universo.

16. Descrivimi nei particolari, Ti prego, i Tuoi poteri divini con cui penetri tutti questi mondi e in essi dimori.

17. Come devo meditare su di Te? In quali forme contemplarTi, o Signore Beato?

18. Parlami ancora nei particolari delle Tue potenze e delle tue glorie, o Janardana (Krsna), poiche' non sono mai sazio del nettare delle Tue parole.

19. Il Signore Beato disse: Ti descrivero' dunque le Mie glorie divine, o Arjuna, ma soltanto le piu' importanti poiche' infinito e' il Mio splendore.

20. Sono l'Anima Suprema situata nel cuore di ogni creatura, o Gudakesha. Sono l'inizio, la meta' e la fine di tutti gli esseri.

21. Tra gli Aditya Io sono Vishnu, e tra le sorgenti luminose, il sole radiante. Tra i Marut sono Marici, e tra le stelle sono la luna.

22. Fra i Veda sono il Samaveda, fra gli Dei sono Vasava, per i sensi sono la mente e degli esseri sono la coscienza.

23. Tra i Rudra sono Shiva, tra gli Yaksha e i Rakshasa sono il signore delle ricchezze (Kuvera); tra i Vasu sono il fuoco (Agni). Tra le montagne sono Meru.

24. Tra i sacerdoti, o Arjuna, sappi che Io sono il capo, Brihaspati, e tra i generali sono Skanda, il signore della guerra. Tra le acque sono l'oceano.

25. Tra i grandi saggi sono Bhrihu. Tra le vibrazioni sonore sono om, la sillaba indifettibile; e tra i sacrifici, il japa, il canto dei santi nomi. Tra le masse incrollabili sono l'Himalaya.

26. Tra gli alberi sono il fico sacro, e tra i saggi e gli esseri celesti Narada. Tra i Gandharva, cantori degli esseri celesti, sono Chitaratha e tra le anime realizzate, il saggio Kapila.

27. Tra i cavalli, sappi che Io sono Uccaishrava, che usci' dall'oceano e nacque nell'immortalita'. Tra i nobili elefanti sono Airavata e tra gli esseri il Sovrano.

28. Tra le armi sono il fulmine, e tra le vacche la vacca dei desideri. Tra i procreatori sono Kandarpa, il dio dell'amore; e tra i serpenti il re, Vasuki.

29. Tra i Naga, serpenti celesti, Io sono Ananta; e tra le divinita' delle acque, Varuna. Tra gli antenati sono Aryama, e tra gli amministratori della legge sono Yama, il signore della morte.

30. Tra i demoniaci Daitya Io sono il fervente Prahlada, e tra gli oppressori, il Tempo. Tra le bestie sono il leone, e tra gli uccelli, Garuda, che trasporta Vishnu.

31. Tra i purificatori sono il vento, e tra coloro che portano le armi sono Rama. Tra i pesci sono lo squalo, e tra i corsi d'acqua, il Gange.

32. O Arjuna, di ogni creazione sono l'inizio e la fine, e anche la meta'. Fra tutte le scienze sono la scienza spirituale dell'anima, e dei logici sono la conclusione, la verita' finale.

33. Tra le lettere sono la A, e tra le parole composte, sono la parola doppia. Sono anche il tempo inesauribile, e tra i creatori sono Brahma, i cui volti multipli guardano ovunque.

34. Sono la morte che tutto divora, e anche la sorgente di tutto cio' che verra'. Nella donna sono la fama, la fortuna, l'eloquenza, la memoria, l'intelligenza, la fedelta' e la pazienza.

35. Tra gli inni sono il Brihat-sama, che si canta per Indra; e tra i poemi, la Gayatri, cantata ogni giorno dai brahmana. Tra i mesi sono novembre e dicembre, e tra le stagioni, la primavera fiorita.

36. Tra le truffe sono il gioco d'azzardo e sono il fulgore di tutto cio' che risplende. Sono la vittoria, la risoluzione, e dei bravi sono la bravura.

37. Tra i discendenti di Vrishni sono Vasudeva e tra i Pandava, Arjuna. Tra i saggi sono Vyasa, e tra i grandi pensatori, Ushana.

38. Di quelli che opprimono sono la verga, e tra coloro che cercano la vittoria sono l'accortezza. Dei misteri sono il silenzio, e del saggio la saggezza.

39. Inoltre, o Arjuna, sono il seme che genera tutte le esistenze. Ne' vi e' qualcosa che si possa muovere o non muovere, esistere o non esistere senza di Me.

40. O potente vincitore dei nemici, le Mie manifestazioni divine non hanno limiti. Cio' che ti ho rivelato non e' che una minima parte della Mia grandezza infinita.

41. Tutto cio' che e' bello, potente, glorioso, sappi che scaturisce da un semplice frammento del Mio splendore.

42. Ma a che servono, o Arjuna, tutti questi particolari? Con una semplice scintilla della Mia Persona, Io penetro e sostengo l'universo intero.

La conoscenza del segreto e della sapienza regale

1. Il Signore Supremo disse: A te, Arjiuna, che ti rivelero' la saggezza piu' segreta, con la quale sarai liberato dalle sofferenze dell'esistenza materiale.

2. Questa e' la conoscenza regale, il mistero sovrano. E' la conoscenza purificatrice che si svela nell' immediata comprensione, semplicemente e in accordo con il dharma.

3. Coloro che sono privi di fede nella legge profonda, o vincitore dei nemici, tornano a nascere e a morire in questo mondo materiale.

4. Questo universo e' tutto penetrato da Me, nella Mia forma non manifestata. Tutti gli esseri sono in Me, ma Io non sono in loro.

5. Tuttavia, gli esseri non dimorano che in una parte di Me, non nella Mia totalità . Guarda la Mia potenza creatrice! Io sostengo tutti gli esseri viventi, Io sono presente ovunque, eppure rimango la sorgente stessa di tutta la creazione.

6. Come il vento possente, che soffia ovunque, rimane sempre nello spazio etereo, cosi sappi che tutti gli esseri rimangono in Me.

7. O figlio di Kunti, alla fine di un'era tutte le manifestazioni materiali rientrano in Me e all'inizio dell'era successiva, per la Mia potenza, Io emano di nuovo.

8. L'intero ordine cosmico e' sotto il Mio controllo. Per la Mia volonta' ogni volta si manifesta di nuovo, e sempre per la Mia volonta' alla fine e' annientato.

9. O Dhananjaya, tutte queste azioni non possono legarMi. Sempre distaccato da esse, Io rimango neutrale.

10. La natura agisce sotto la Mia direzione, o figlio di Kunti, e genera tutti gli esseri, mobili e immobili, per cui l'universo e' sottoposto ad espansione e riassorbimento.

11. Gli stolti mi denigrano quando mi celo sotto le sembianze umane. Non conoscono la Mia natura assoluta, ne' la Mia supremazia su tutto cio' che esiste.

12. Coloro che in questo modo inseguono gli inganni e le apparenze, prediligono l'opera delle potenze inferiori e dei demoni.

13. O figlio di Pritha, coloro che non sono illusi, le grandi anime, sono sotto la protezione della natura divina. Sapendo che Io sono Dio, la Persona Suprema, originale e inesauribile, essi si dedicano alla conoscenza di Me soltanto.

14. Cantando sempre le Mie glorie, applicandosi con grande determinazione, rendendomi omaggio,disciplinati nella devozione.

15. Altri, che coltivano la conoscenza, adorano il Signore Supremo sia come l'Uno senza secondo, sia nella diversita' degli esseri e delle cose, sia nella forma universale.

16. Ma Io sono il rito e il sacrificio, l'offerta agli antenati, l'erba medicinale e il canto trascendentale. Io sono il burro, il fuoco e l'offerta.

17. Di questo universo io sono il padre, la madre, il sostegno e l'antenato. Io sono l'oggetto della conoscenza, il purificatore e la sillaba om. Io sono il Rik, il Sama e il Yajur (Veda).

18. Io sono il fine, il sostegno, il maestro, il testimone, la dimora, il rifugio, l'amico piu' caro. Io sono la creazione e la distruzione, la base di ogni cosa, il luogo del riposo e l'eterno seme.

19. Io, O Arjuna, controllo il caldo, la pioggia e la siccita'. Io sono l'immortalita' e la morte, sono l'essere e il non-essere sono, o Arijuna.

20. Coloro che studiano i Veda e bevono il soma, cercando cosi' di raggiungere la conoscenza, Mi adorano indirettamente. Essi rinascono tra gli Dei, dove godono di piaceri paradisiaci.

21. Quando hanno goduto di questi piaceri paradisiaci, essi tornano su questa Terra mortale. Cosi', seguendo i principi dei Veda, ottengono solo una felicita' fugace.

22. Ma a coloro che Mi adorano con devozione meditando con la mente sempre rivolta a Me, Io soddisfo le necessita' e preservo cio' che possiedono.

23. Cio' che l'uomo sacrifica agli esseri celesti, o figlio di Kunti, e' in realta' destinato a Me soltanto, ma e' offerto senza vera conoscenza.

24. Io sono l'unico beneficiario e l'unico oggetto del sacrificio. Coloro che non Mi conoscono nell'essenza sono destinati ancora a cadere.

25. Coloro che adorano gli Dei nasceranno tra gli Dei; coloro che adorano gli spettri e gli altri spiriti rinasceranno tra questi esseri; coloro che adorano gli antenati raggiungeranno gli antenati, e coloro che adorano Me verranno a Me.

26. Se qualcuno Mi offre, con amore e devozione, una foglia, un fiore, un frutto e dell'acqua, accettero' la sua offerta.

27. Qualsiasi cosa fai, mangi, sacrifichi e dai in carita', cosi' come le austerita' che pratichi, offri tutto a Me, o figlio di Kunti.

28. Cosi' sarai esente dalle conseguenze di tutte le tue buone e cattive azioni, e per questo principio di rinuncia sarai liberato e verrai a Me.

29. Non privilegio e non avverso nessuno. Sono uguale per tutte le creature. Ma chiunque Mi serva con devozione vive in Me e Io in lui.

30. Anche se commettesse gli atti peggiori, colui che mi onora con devozione dev'essere considerato un saggio perche' e' sulla via perfetta.

31. Rapidamente egli diventa puro e trova la pace eterna. Proclamalo pure con forza, o figlio di Kunti: colui che Mi e' fedele non e' mai perduto.

32. O figlio di Pritha, coloro che prendono rifugio in Me, anche se sono di bassa nascita, donne, mercanti o schiavi, possono raggiungere la destinazione suprema.

33. Che dire allora dei brahmana, dei giusti, dei devoti e dei re santi che in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenze Mi servono con amore e devozione?

34. Pensa sempre a Me, servimi con devozione, offriMi i tuoi omaggi e il sacrificio. Perfettamente assorto in Me, certamente verrai a Me.

Raggiungere il supremo

1. Arjuna allora chiese:che cos'e' il Brahman? Che cos'e' il Se'? Che cosa sono le attivita' interessate? Che cos'e' questa manifestazione materiale? E chi sono gli esseri celesti? Ti prego, spiegamelo.

2. Chi e' il Signore del sacrificio, o Madhusudana? Come vive nel corpo? E come Ti conosceranno, al momento della morte, coloro che Ti servono con amore?

3. Il Signore Beato disse: l'Essere vivente, trascendentale e indistruttibile, e' detto Brahman, e la sua natura individuale e' detta Atman, il Se'. L'insieme delle azioni che determinano i corpi di cui si rivestira' e' chiamato karma, o attivita' interessata.

4. La natura materiale, che e' in perenne mutamento, e' detta corruttibile. La forma universale del Signore, che include tutti gli esseri celesti, e' detta adhidaivata. E Io, il Signore Supremo, che come Anima Suprema abito nel cuore di ogni essere incarnato, sono chiamato adhiyajna (il Signore del sacrificio).

5. Chiunque, all'istante della morte, lascia il corpo ricordandosi di Me soltanto raggiunge subito la Mia dimora. Non dubitarne.

6. Senza dubbio, sono i ricordi che si hanno all'istante di lasciare il corpo che determinano la condizione futura dell'essere, o figlio di Kunti.

7. Cosi', o Arjuna, pensa sempre a Me, e allo stesso tempo compi il tuo dovere di combattere. Dedicando a Me le tue azioni, fissando in Me la tua mente e la tua intelligenza, senza alcun dubbio verrai a Me.

8. Colui che medita su di Me, e si ricorda sempre di Me senza mai deviare, certamente viene a Me, o Partha.

9. Si deve meditare sulla Persona Suprema come sull'Essere onnisciente, il piu' antico, Colui che controlla e mantiene tutto, che e' piu' piccolo del piu' piccolo ed e' inconcepibile, al di la' dell'intelligibile, e che rimane sempre una persona. Luminoso come il sole, trascende questo mondo di tenebre.

10. Colui che all'istante della morte fissa tra le sopracciglia la sua aria vitale e con la devozione piu' profonda s'immerge nel ricordo del Signore Supremo, tornera' certamente a Lui.

11. Ti descrivero' ora le persone esperte nei Veda, che pronunciano l'omkara e sono grandi asceti, costoro entrano nel Brahman. Desiderando tale perfezione si deve praticare l’amore per la ricerca spirituale. Ti descrivero' ora questa via che porta alla salvezza.

12. Lo yoga consiste nel distaccarsi da tutte le attivita' dei sensi. Chiudendo le porte dei sensi, mantenendo la mente fissa sul cuore e concentrando il soffio vitale tra le sopracciglia, ci si puo' stabilire nello yoga.

13. Situandosi cosi' nello yoga e pronunciando la sillaba sacra Aum, suprema unione di lettere, colui che all'istante di lasciare il corpo pensa a Me, certamente verra' a Me.

14. Colui che si ricorda sempre di Me, senza deviare, Mi raggiunge facilmente, o figlio di Pritha, grazie al suo costante impegno nella disciplina.

15. Dopo averMi raggiunto, le grandi anime, yogi colmi di devozione, mai piu' torneranno in questo mondo temporaneo e pieno di sofferenza, poiche' hanno ottenuto la perfezione piu' alta.

16. Tutti i mondi dell'esistente, dal piu' alto al piu' basso, sono luoghi di sofferenza dove nascita e morte si susseguono. Ma colui che raggiunge la Mia dimora, o figlio di Kunti, non rinasce piu'.

17. Un giorno di Brahma equivale a mille ere secondo il calcolo terrestre. E altrettanto lunga e' la sua notte.

18. Quando si manifesta il giorno di Brahma tornano all'esistenza tutte le varieta' degli esseri, e quando viene la notte sono tutte assorbite.

19. Senza fine rinasce il giorno di Brahma e tutti gli esseri tornano all'esistenza, e ogni volta, col sopraggiungere della notte di Brahma, essi sono inesorabilmente dissolti, o Partha.

20. Esiste tuttavia un'altra condizione, che e' eterna ed e' al di la' del manifesto e del non manifesto. Non e' mai annientata, anche quando tutto in questo mondo e' dissolto.

21. Questa dimora suprema e' detta non manifestata e incondizionata ed e' la condizione suprema. Chi la raggiunge non torna piu' indietro. Questa e' la Mia vera dimora.

22. Tale e' l'Essere Supremo dove ogni essere dimora in Dio, da dove ogni ente e' manifestato, da cui tutto questo mondo e' pervaso. Quello e' cio' che si ricerca di realizzare con un'aspirazione incrollabile.

23. O migliore dei Bharata, ti descrivero' ora le condizioni per cui lo yogi parte da questo mondo per non tornare piu', e quelli in cui parte per ritornare.

24. Coloro che conoscono il Brahman Supremo raggiungono il Brahman lasciando questo mondo in un momento propizio, alla luce del giorno e sotto l'influsso del dio del fuoco, durante i quindici giorni di luna crescente e i sei mesi in cui il sole passa a settentrione.

25. Lo yogi che parte da questo mondo nella notte, nel fumo, durante i quindici giorni della luna calante o nei sei mesi in cui il sole passa a meridione, raggiunge l'astro lunare, ma dovra' ancora tornare in questo mondo.

26. Secondo i Veda esistono due modi di lasciare questo mondo: nelle tenebre o nella luce. L'una e' la via del ritorno e l'altra del non-ritorno.

27. Coloro che conoscano queste due vie non sono mai confusi. Percio' sii sempre fisso nella meditazione, o Arjuna.

28. Lo yogi, una volta appreso tutto questo, oltrepassa le necessita' dei meriti acquisiti con lo studio dei Veda, con i sacrifici, con le austerita' e con le azioni caritatevoli. Egli consegue la meta suprema e ritrova la sua condizione originaria.