martedì 27 febbraio 2007

La perfetta rinuncia

1. Arjuna disse: O Signore dalle braccia possenti, vorrei conoscere lo scopo della rinuncia e quello dell'ordine dei rinuncianti, o uccisore del demone Keshi, o Hrishikesha.

2. Il Signore Beato disse: Abbandonare i frutti di ogni azione e' cio' che i saggi chiamano rinuncia.

3. Alcuni eruditi affermano che si deve abbandonare ogni azione interessata, mentre altri sostengono che gli atti di sacrificio, di austerita' e di carita' non devono mai essere abbandonati.

4. O migliore dei Bharata, ora ascolta da me la natura della rinuncia. O tigre tra gli uomini, le Scritture menzionano tre tipi di rinuncia.

5. Non si deve rinunciare agli atti di sacrificio, di austerita' e di carita'; bisogna senz'altro compierli. In realta', i sacrifici, le austerita' e la carita' purificano persino le grandi anime.

6. Tutte queste pratiche devono essere compiute senza aspettarsi alcun risultato. Devono essere compiute soltanto per dovere, o figlio di Pritha. Questa e' la Mia opinione conclusiva.

7. Non si deve mai rinunciare al dovere prescritto. Se, nell'illusione l'uomo abbandona il dovere prescritto, la sua rinuncia e' sotto l'influenza del tamas.

8. Colui che, per paura o ritenendolo difficile, abbandona il dovere prescritto, e' sotto l'influenza del rajas. Un atto simile non conduce mai alla elevazione che si ottiene con la rinuncia.

9. Ma la rinuncia di colui che compie il dovere prescritto soltanto perche' dev'essere compiuto, senza alcun attaccamento ai frutti delle sue attivita', deriva dal sattva, o Arjuna.

10. Coloro che sono situati nel sattva, che non odiano l'azione sfavorevole ne' si attaccano all'azione favorevole, non hanno dubbi sull'agire.

11. In realta' e' impossibile per l'essere incarnato rinunciare a ogni azione. Percio' si dice che pratica la vera rinuncia colui che rinuncia ai frutti dell'azione.

12. Il triplice risultato delle azioni, desiderabile, indesiderabile e misto, attende, dopo la morte, l'uomo che non ha praticato la rinuncia. Ma coloro che hanno compiuto il distacco non dovranno godere ne' soffrire di tale risultato.

13-14. O Arjuna dalle braccia potenti, ascolta da Me i cinque fattori dell'azione. Sono descritti dalla filosofia sankhya come il luogo dell'azione, la causa, i sensi, le funzioni vitali e il destino.

15. Qualsiasi azione, buona o cattiva, che l'uomo compie con il corpo, la mente o la parola, e' causata da questi cinque fattori.

16. Percio', colui che crede di essere il solo ad agire, senza considerare i cinque fattori dell'azione, non e' certo molto intelligente ed e' incapace di vedere le cose cosi' come sono.

17. Colui che non e' motivato dall' ego e la cui intelligenza non e' condizionata, anche se uccidesse in questo mondo, non uccide. E i suoi atti non lo legano mai.

18. La conoscenza, l'oggetto della conoscenza e colui che conosce sono i tre fattori che provocano l'azione. I sensi, l'azione in se' e il suo agente formano la triplice base di ogni azione.

19. In accordo alle tre influenze della natura materiale, ci sono tre tipi di conoscenza, di azioni e di autori. Ascolta mentre te li descrivo.

20. Quella conoscenza che permette di distinguere in tutte le esistenze una natura spirituale unica, eterna, una nella molteplicita', e' sotto l'influenza del sattva.

21. Ma quella conoscenza che ci fa percepire l'esistenza di esseri di natura differente nei diversi corpi, e' sotto l'influenza del raja.

22. E quella conoscenza cieca alla verita' e molto limitata, con cui ci si attacca a un solo oggetto come se fosse tutto, e' dominata dalle tenebre dell'ignoranza.

23. L'azione dettata dal dovere, compiuta senza attaccamento, senza attrazione, ne' avversione, da colui che ha rinunciato ai suoi frutti, e' sotto l'influenza del sattva.

24. Ma l'azione compiuta con grande sforzo da colui che mira all'appagamento dei desideri, motivata dall' ego, e' sotto l'influenza del raja.

25. E quell'azione compiuta nell'incoscienza e nell'illusione, senza considerare le conseguenze o l'incatenamento che comporta, che fa violenza agli altri ed e' inattuabile, e' sotto l'influenza del tamas.

26. Chi agisce libero da ogni attaccamento materiale e dall' ego, entusiasta, risoluto e indifferente al successo come al fallimento, e' sotto l'influenza del sattva.

27. Ma chi agisce attaccandosi ai frutti del suo lavoro e desidera goderne con passione, che e' avido, invidioso, impuro, trasportato dalle gioie e dai dolori, e' sotto l'influenza del rajas.

28. E chi e' senza disciplina, volgare e presuntuoso, falso, disonesto, pigro, sempre triste, che rimanda continuamente all'indomani, e' sotto l'influenza dell'ignoranza.

29. Ascolta ora, o conquistatore delle ricchezze, mentre ti descrivero' nei particolari i tre tipi d'intelligenza e di determinazione, secondo le tre influenze della natura materiale.

30. O figlio di Pritha, quell'intelligenza che permette di distinguere cio' che si dovrebbe fare da cio' che non si dovrebbe fare, cio' che e' da temere e cio' che non lo e', cio' che incatena e cio' che libera, e' sotto l'influenza del sattva.

31. Ma l'intelligenza che scambia il giusto e l'ingiusto, ne' distingue cio' che si dovrebbe fare da cio' che non si dovrebbe fare, quest'intelligenza imperfetta, o figlio di Pritha, e' sotto l'influenza del rajas.

32. E quell'intelligenza che e' dominata dall'illusione e dalle tenebre, che si volge sempre nella direzione sbagliata, o Partha, e' sotto l'influenza del tamas.

33. O figlio di Pritha, la determinazione che non si puo' spezzare, sostenuta con fermezza dalla pratica dello yoga e che domina la mente, la vita stessa e le attivita' dei sensi, e' sotto l'influenza del sattva.

34. Ma la determinazione con cui si ricerca fortemente qualche interesse personale nella disciplina, nel profitto economico e nella gratificazione dei sensi, o Arjuna, e' sotto l'influenza del rajas.

35. E la determinazione che non puo' condurre oltre il sogno, la paura, i lamenti, la tristezza e l'illusione, questa determinazione inutile e' sotto l'influenza del tamas.

36-37. O migliore dei Bharata, ascolta ora la descrizione dei tre tipi di felicita' di cui gode l'essere condizionato e che lo conducono talvolta al termine di ogni sofferenza. La felicita' che all'inizio e' come veleno, ma alla fine e' come nettare, e che risveglia alla realizzazione spirituale, e' sotto l'influenza del sattva.

38. Ma la felicita' nata dal contatto dei sensi con i loro oggetti, che all'inizio sembra nettare, ma alla fine e' come veleno, e' sotto l'influenza del rajas.

39. E quella felicita' cieca alla realizzazione spirituale, che e' solo illusione dall'inizio alla fine, nata dal sonno, dall'ozio e dall'errore e' sotto l'influenza del tamas.

40. Nessuno, ne' sulla Terra ne' tra gli esseri celesti, e' libero dalle tre influenze della natura materiale.

41. Brahmana, kshatriya, vaishya e sudra si distinguono per le qualita' che manifestano nell'azione, o vincitore dei nemici, secondo le tre influenze della natura materiale.

42. Serenita', controllo di se', austerita', purezza, tolleranza, onesta', saggezza, conoscenza e pieta' sono le qualita' che accompagnano l'attivita' del brahmana.

43. Eroismo, potenza, determinazione, ingegnosita', coraggio in battaglia, generosita' e arte di governare sono le qualita' che accompagnano le attivita' dello kshatriya.

44. L'agricoltura, l'allevamento del bestiame e il commercio sono legate all'attivita' del vaishya. Il sudra, invece, serve gli altri col suo lavoro.

45. Seguendo, nelle sue attivita', la propria natura, ogni uomo puo' diventare perfetto. Ascolta ora, ti prego, come si giunge a questo.

46. Adorando il Signore, che e' la fonte di tutti gli esseri ed e' onnipresente, l'uomo puo', compiendo il proprio dovere, raggiungere la perfezione.

47. E' meglio compiere il proprio dovere, anche se in modo imperfetto, che accettare il dovere di un altro e compierlo perfettamente. Eseguendo i doveri prescritti secondo la propria natura non s'incorre mai nell'errore.

48. Ogni impresa e' coperta da qualche difetto, come il fuoco e' coperto dal fumo. Percio', o figlio di Kunti, nessuno deve abbandonare l'attivita' propria della sua natura, anche se e' piena di sbagli.

49. Si possono ottenere i frutti della rinuncia semplicemente col controllo di se', il distacco dalle cose di questo mondo e il disinteresse i piaceri materiali. Questa e' la piu' alta perfezione della rinuncia.

50. O figlio di Kunti, ascolta da Me brevemente come si puo' raggiungere la perfezione suprema, l'unita' con Brahman, agendo nel modo che ti esporro'.

51-53. Purificato dall'intelligenza, controllando la mente con determinazione, rinunciando agli oggetti della gratificazione dei sensi, libero dall'attaccamento e dall'avversione, l'uomo che vive in un luogo solitario, che mangia poco e controlla il corpo e la parola, che dimora sempre in contemplazione, distaccato, senza egoismo, senza vana potenza e vanagloria, senza cupidigia ne' collera, che non accetta le cose materiali, libero da ogni senso di possesso, sereno, quest'uomo e' perfettamente elevato al livello della realizzazione spirituale.

54. Colui che raggiunge il livello trascendentale realizza subito il Brahman Supremo. Non si lamenta mai e non aspira mai a niente; si mostra uguale tutti gli esseri viventi. In questa condizione attinge alla comprensione suprema.

55. Solo attraverso l'amore devoto giunge a conoscermi come sono; e conoscendomi immediatamente entra in Me.

56. Sebbene impegnato in ogni tipo di attivita', il Mio devoto, sotto la Mia protezione, raggiunge, per la Mia grazia, l'eterna e immortale dimora.

57. In tutte le attivita' dipendi solo da Me e agisci sempre sotto la Mia protezione. In questo servizio di devozione sii pienamente cosciente di Me.

58. Se diventi cosciente di Me supererai, per la Mia grazia, tutti gli ostacoli dell'esistenza condizionata. Se invece non agisci con questa coscienza, ma con senso dell'ego, non ascoltandoMi, sarai perduto.

59. Se non agisci secondo le Mie direzioni e non combatti, allora sarai fuorviato. Spinto dalla tua natura, dovrai combattere ugualmente.

60. Preso dall'illusione, ora rifiuti di agire secondo le Mie istruzioni. Ma, costretto dalla tua stessa natura, dovrai agire ugualmente, o figlio di Kunti.

61. Il Signore Supremo e' situato nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige tutti gli esseri viventi, che si trovano, ciascuno, come sulla ruota di una giostra.

62. Abbandonati completamente a Lui, o discendente di Bharata. Per la Sua grazia raggiungerai la pace trascendentale e l'eterna e suprema dimora.

63. Ti ho svelato cosi' la conoscenza piu' segreta. Rifletti profondamente, poi agisci come credi.

64. Poiche' tu mi sei caro, ascolta ancora la mia parola detta per il tuo bene.

65. Pensa sempre a Me, adorami, offrimi i tuoi omaggi e i tuoi sacrifici. Cosi', certamente, verrai a Me. Te lo prometto perche' tu sei un amico, infinitamente caro.

66. Lascia ogni dovere prescritto e abbandonati a Me. Io ti liberero' da tutti i mali. Non temere.

67. Questa conoscenza non dovra' essere rivelata agli uomini non austeri, non devoti, non impegnati nella disciplina, o a coloro che mi sono avversi.

68. Per chi insegna questo segreto supremo ai Miei ricercatori e devoti, senza dubbio, tornera' a Me.

69. Nessuno degli uomini, in questo mondo, Mi e' piu' caro di lui, e mai nessuno Mi sara' piu' caro.

70. Io dichiaro che colui che studia questo nostro colloquio sacro Mi offre il sacrificio della conoscenza.

71. E chi l'ascolta con fede e senza contrapposizione si libera dal dolore e raggiunge i mondi felici dei giusti.

72. O Arjuna, conquistatore delle ricchezze, hai ascoltato con mente perfettamente attenta? Le tue illusioni e la tua ignoranza si sono ora dissipate?

73. Arjuna disse: Mio Krsna, o infallibile, la mia illusione e' ora svanita. Dissolti i dubbi, ho ritrovato la memoria, e ora sono determinato, pronto ad agire secondo le Tue istruzioni.

74. Sanjaya disse: Questo e' il dialogo che ho udito tra due grandi anime, Krsna e Arjuna; dialogo cosi' meraviglioso da farmi rizzare i peli sul corpo.

75. Per la grazia di Vyasa ho udito questo colloquio, il piu' segreto, direttamente dal signore dello yoga, Krsna, che parlava personalmente ad Arjuna.

76. O re, ricordando ancora questo meraviglioso e santo dialogo tra Krsna e Arjuna, provo una gioia immensa a ogni istante.

77. O re, quando ricordo la stupenda forma di Krsna, ancora piu' grande e' la mia meraviglia, e sempre piu' intensa e' la mia gioia.

78. Ovunque si trovi Krsna, il signore della disciplina, e ovunque si trovi Arjuna, l'arciere supremo, la' regnano sicuramente fortuna, vittoria, straordinaria prosperita' e giustizia. Questo fermamente credo.

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