venerdì 30 novembre 2007

Il genio del Lago

Il genio del lago dal Mahabharata (traduzione dall’inglese massimo taddei)

I cinque fratelli Pandava stavano nella foresta di Dwaitavana per la parte finale del loro esilio. Rimaneva solo un piccolo periodo di tempo prima di doversi travestire e nascondersi per il tredicesimo ed ultimo anno della pena che avevano accettato a seguito della sconfitta nella truccata partita a dadi organizzatagli con intento vizioso dai cugini Kaurava. Si domandavano fra se e se dove dovessero trascorrere la parte finale. Un giorno mentre se ne stavano seduti discutendo in compagnia di rishi ( saggi vedici), un bramino, in palese stato di angoscia si presentò davanti a Yudisthira ( il fratello maggiore, il re, concepito dalla madre Kunti con il dio della giustizia cosmica Dharmaraja quindi il figlio del dio della morte e della giustizia). Il bramino spiegò che un cervo aveva preso possesso dei bastoncini di incenso che egli usava accendere durante i riti religiosi e si era velocemente diretto entro la foresta. “ Gli incensi, insieme al cucchiaio rituale ed altri parafernalia erano tutti legati in una unica matassa. In qualche modo il cervo li ha infilati nelle sue corna . “O eroe io devo averli indietro visto che i miei sacrifici, se potessimo, dovrebbero non essere bloccati.” Yudisthira rassicurò il bramino e si alzò immediatamente in piedi insieme ai suoi quattro fratelli , Bhima, Arjuna , Nakula e Sahadeva. Prendendo i loro archi se ne andarono in cerca del cervo. Benché gli lanciassero molte frecce , comunque, non riuscirono a catturare l’animale. Sfilava velocemente via e svaniva nel folto . I fratelli diventarono stanchi e delusi e approcciato un grande albero baniano si sedettero alla sua ombra. Con cuore pesante Nakula disse a Yudisthira “ Nella nostra gente la virtù non è mai stata abbandonata e noi non siamo mai stati oziosi , né abbiamo mai rifiutato niente a nessuna creatura . Allora perché o re questa calamità ci sta affliggendo ?” - Yudisthira appoggiò il suo grosso arco sul terreno “Non c’è limite alle disgrazie in questo mondo caro fratello. Non possiamo sempre accertarne esattamente le cause perché è il grande dio Dharma che distribuisce i frutti sia delle virtù che dei peccati.” Bhima brontolò :” noi incontriamo questo disastro perché non ho prontamente ucciso Dusashana quando trascinò la nostra moglie Draupadi nella sala delle assemblee sottoponendola alla più penosa delle umiliazioni . Solo Krishna riuscì ad evitarle la peggiore di tutte.” “ Anch’io sono da incolpare per la presente situazione perché non compii vendetta quando Karna lanciò tali crudeli parole quel giorno.” Aggiunse Arjuna. “Anch’io disse Sahadeva, avrei dovuto uccidere Shakuni alla partita di dadi appena iniziò a ingannarti invece di lasciarlo andare avanti, o re . “Yudisthira si rivolse a Nakula : “ E’ certamente caldo in questa foresta , sali veloce , per favore su un albero alto e dai una occhiata in giro alla ricerca di un lago. I tuoi fratelli sono accaldati e assetati. Dopo essersi rinfrescati decideremo il da farsi. “ Nakula salì su un albero nelle vicinanze e scrutò intorno . “Sembra ci sia acqua non lontano vedo ciò che sembra essere un lago e sento anche il canto delle cicogne. Come Nakula scese giù dal tronco Yudisthira disse:” O affascinante fratello vai e raccogli acqua per noi tutti.” Nakula riempite con frecce un paio di faretre lasciò i suoi fratelli. Presto arrivò a un largo, chiaro lago coperto con loto e lillà. Inginocchiandosi giù sulla riva stava per iniziare a bere quando sentì una voce:” O ragazzo non bere quest’acqua. Questo lago è mio e nessuno può bere la sua acqua senza prima rispondere alle mie domande.” Nakula si guardò intorno. Non vedette nessuno, la sua sete era intensa . Non curandosi della voce usando la mano come una coppa bevve l’acqua. Non appena l’acqua sorpassò le labbra egli cadde morto. Dopo un lasso di tempo Yudisthira divenne nervoso , Nakula non era ritornato. Chiese al suo gemello Sahadeva di andare a cercarlo. Sahadeva seguì il tracciato di suo fratello e arrivò al lago. Vedendo Nakula giacente morto sulla sua riva fu preso da sgomento e tristezza. Lo toccò cercando segni di vita. Nakula sembrava immerso in un profondo assopimento. Non aveva perso la lucentezza del corpo ma non aveva pulsazioni e non respirava. Sahadeva rimase eretto , perplesso. Provato da una sete impossibile si recò al bordo dell’acqua per bere . Appena si pose in ginocchio udì la medesima voce dal cielo. “ Non bere l’acqua del mio lago. Prima di tutto dovresti rispondere alle mie domande e in seguito può essere che tu possa bere. “ Sahadeva era incapace di dare importanza a tali parole . La sua sete era oppressiva. Ingoiò un po’ di acqua fresca e come l’ altro fratello cadde morto. Vedendo che nessuno dei fratelli era tornato dopo circa una ora Yudisthira disse all’invincibile Arjuna di andare a dare una occhiata a cosa fosse accaduto. Con l’arco a portata di mano e la spada sguainata Arjuna procedette con cautela. Trovando i gemelli morti sul bordo del lago fu preso dal dolore. Corse da loro e vi si inginocchiò al loro fianco. Non c’erano segni di vita. Arjuna era stordito. Chi poteva averli uccisi ? Non c’era alcun segno di colluttazione. Arjuna guardandosi intorno vide solamente gli alberi muoversi nella brezza e gli uccelli acquatici sulla superficie del lago. Si appropinquò alla riva per sedare la sete e di nuovo la voce tuonò. “ O Parta non tentare con la forza di bere quest’acqua . E’ mia e tu puoi usufruirne solo dopo avere risposto le mie domande.” Arjuna urlò al cielo “ Vieni alla mia presenza e fermami . Tu non parlerai più in questo modo una volta spezzato dalle mie frecce .” E rilasciò immediatamente una innumerevole quantità di frecce che , arricchite della forza di mantra , erano capaci di colpire un obbiettivo invisibile. Arjuna riempì il cielo di frecce , dardi e giavellotti. La voce parlò di nuovo : “ I tuoi sforzi sono inutili, Arjuna. Rispondi alle mie domande o , se provi a bere l’acqua- morirai.”. Non tenendo conto di queste parole Arjuna al primo sorso di acqua cadde morto a fianco ai suoi fratelli. Quasi una altra ora era trascorsa: Yudisthira provava una crescente ansietà. Adesso si indirizzò a Bhima . “ O tormentatore dei nemici , tu sei rimasto seduto qui per un lungo tempo nell’attesa dei nostri fratelli . Penso che dovresti trovarli e riportarli indietro e io aspetterò qui. Bhima assentì e si alzò e corse veloce lungo il percorso verso il lago. Quando vide i tre fratelli giacenti a terra fu sbalordito. Sicuramente questo era il lavoro di un potente Rakshasa ( demoni incarnati in forme orribili con elevati poteri magici che Bhima aveva già facilmente sconfitto in grande quantità) . Sembra impossibile che un essere vivente possa avere abbattuto Arjuna e i gemelli. Bhima considerò che presto avrebbe dovuto affrontare un formidabile nemico. Era meglio bere un po’ di acqua per alleviare un po’ la fatica in preparazione della battaglia. Il Pandava ( in quanto i 5 fratelli erano figli di Pandu) corse giù verso l’acqua e di nuovo la voce celestiale risuonò come dal paradiso: O ragazzo non tentare di bere dal mio lago. Prima rispondi alle mie domande.” Bhima pensò che la voce provenisse da colui il quale avesse ucciso i fratelli : Dette una occhiata intorno molto arrabbiato. L’essere malefico si sarebbe pentito presto del suo vile atto. Non curandosi del suo volere Bhima infilò la faccia nell’acqua e bevve : Come gli altri fratelli cadde al suolo, morto. Solo, Yudisthira aspettava , ma quando non vide tornare Bhima, il più forte fra i fratelli, fu assalito da un brutto presagio. Pensava impossibile che Bhima e Arjuna potessero essere sopraffatti in battaglia . Dove erano finiti? Forse avevano trovato dei celestiali diletti sul lago e se li stavano godendo insieme. No , sicuramente non si sarebbero dimenticati dei loro doveri. Avendo ricevuto il suo ordine essi sapevano che Yudisthira era rimasto ad aspettarli. E in più i parafernalia del bramino non erano ancora stati recuperati. Qualcosa doveva essere successo per impedire loro di tornare. Apprensivamente Yudisthira si apprestò sul cammino per il lago nella foresta. Passando vicino ad alberi coperti di fiori blu e rossi Yudisthira si diresse verso il lago. Il gorgheggiare degli uccelli e il ronzio delle api risuonavano nei suoi orecchi mentre egli si muoveva veloce attraverso il bosco. In pochissimo tempo arrivò al lago che gli sembrò come essere un pezzo della dimora di Indra trasportato sulla terra. Coperto di fior di loto e circondato da una intensa quantità di alberi fioriti e fiori selvaggi. Sulla riva del delizioso lago comunque Yudisthira vide i suoi quattro fratelli sdraiati a terra , rassomiglianti a quattro Lokapalas ( gli otto principali dei che con i loro elefanti presiedono gli otto punti cardinali della bussola cosmica – bellissimi esseri celesti) caduti dal paradiso alla fine di una era. Yudisthira corse dai suoi fratelli e si gettò al suolo al loro fianco. Respirando affannosamente si strofinò via le lacrime. Si lamentò pesantemente e la sua voce echeggiò fra gli alti alberi intorno al lago: “ O Bhima dalle braccia potenti avevi giurato che avresti spezzato le gambe a Duryodhana in battaglia. Di quale valore è la tua promessa adesso ? O Arjuna in che modo mi stai mentendo oggi ? Le promesse degli uomini si dimostrano false ma come possono essere tali quelle degli dei ? Abbiamo udito tutti i celesti proclamare le tue glorie e dichiarare che avresti vinto e riavuto indietro il nostro regno perduto. – Nessuno sarà capace di vincerlo in battaglia- fu la profezia di Indra. Come può tutto ciò essere dimenticato? Sicuramente il mio cuore è fatto di pietra perché non va in pezzi alla vista di ciò che sto vedendo. All’osservare i suoi fratelli privi di vita Yudisthira era assediato da sofferenza. Pianse per un po’ , la sua mente palesemente confusa. Gradualmente si sforzò di riottenere il controllo su di e ponderare la situazione. Chi poteva avere abbattuto tali grandi guerrieri? Non c’erano segni di battaglia e i loro corpi non erano segnati e sembravano accasciati a terra in qualche forma di profondo sonno senza sogni. Yudisthira osservò attentamente il lago. Forse Duryodhana lo aveva fatto riempire con il veleno. Ma nessun veleno poteva uccidere Bhima, come quando i cugini lo avevano pesantemente avvelenato e poi gettato nello stagno . Bhima dormì otto giorni sott’acqua e poi tornò sorridente a casa affamato. Poteva essere che i Kaurava ( i cugini nemici) avessero cospirato con gli Asura ( i demoni - alla lettera i senza luce) per portare la morte ai Pandava. Ma , ancora, quale Asura poteva essere in grado di fronteggiare Arjuna , che da solo aveva sopraffatto i Nivatakavachas ??? Yudisthira guardava intorno . Non si vedevano tracce. Le frecce di Arjuna erano disseminate in qua e là ma non c’era sangue. Sarebbe stato impossibile che Arjuna non avesse almeno ferito il suo nemico. Egli non rilascia mai frecce inutilmente e per un giusto motivo . Arj significa diritto , corretto ,giusto ( in inglese arrow-freccia). Yudisthira cominciò a considerare che qualche potenza senza un corpo materiale potesse avere sopraffatto i fratelli. Li esaminò da vicino. Benché sembrassero morti non avevano perso il loro colore e le loro fattezze corporee erano per niente trasformate. Sicuramente le loro anime erano ancora presenti e abitavano i loro corpi benché i sintomi di vita fossero andati. Sembrava che la loro energia vitale fosse stata rimossa dal dio della morte in persona agendo dal loro interno. Convinto di questo , Yudisthira pensò che avrebbe scoperto la verità se avesse ispezionato il lago entrandovi dentro. Era a causa del lago che i suoi fratelli erano andati incontro alla morte. Yudisthira si infilò nell’acqua e , togliendosi l’armatura, si immerse. Immediatamente sentì la stessa voce che aveva parlato ai suoi fratelli i suoi presagi si rivelavano corretti. “ O ragazzo non prendere quest’acqua. Il lago appartiene a me e se vuoi bere devi prima rispondere le mie domande.” Yudisthira si guardò intorno - “ Chi sei tu??” urlò. “ Sono una gru che vive di muschi e pesci . I tuoi fratelli più giovani disobbedendo ai miei avvisi sono stati da me condotti sotto il controllo della morte. O Re se non rispondi alle mie domande sarai la quinta vittima.” Yudisthira si guardò intorno con stupore. Vide la gru sul ramo di un albero vicino al lago. “ Sei Siva o il migliore dei Vasu ??? O sei un Marut ? E’ impossibile per un uccello avere ucciso questi quattro eroi simili a montagne.” O più forte fra coloro che sono dotati di forza tu hai ottenuto ciò che neanche Dei, Gandharva, ed Asura non possono. Non so chi tu sia e quale sia la tua intenzione, ma sono curioso di conoscere queste cose ed allo stesso tempo sono terrificato. Il mio cuore è tribolante e la mia mente confusa . Ti prego dimmi perché stai qui e quale è il tuo desiderio.” Quindi Yudisthira vide la gru trasformarsi in un enorme , spaventevole essere. I suoi grandi occhi rossi erano appuntiti ed egli fiammeggiava come il sole. Rombando come un tuono egli disse: “ Io sono uno Yaksha non un uccello. Salute a te. ( Yaksha sono geni tutelari di un luogo e fanno parte degli asura). “Sono io che ho ucciso i tuoi potenti fratelli per loro stessa colpa. Benché vietati di bere essi mi hanno disatteso. Se uno ama la vita non dovrebbe prendersi questa acqua con la forza . Il lago è mio e uno può prendersi l’acqua solo a seguito di avere risposto alle mie domande. “O Yaksha io non desidero prendere ciò che è tuo . Io proverò a rispondere alle tue domande al meglio della mia limitata abilità . Ti prego chiedimi pure quello che vuoi. “ Rispose Yudisthira. Così lo Yaksha iniziò a porre domande a Yudisthira.

“Cosa fa si che l’anima si elevi dal suo imprigionamento nella materia . ? Chi le tiene compagnia , chi è la sua guida durante il suo viaggio spirituale e su cosa tutto ciò è fondato???” “E’la conoscenza del Signore Supremo che permette all’anima di elevarsi , le qualità divine sono sue compagne , il dharma è la sua guida, e tutto è fondato sulla verità.” “ Attraverso cosa una persona diviene istruita ? Come uno ottiene tutto ciò che è più elevato ? Come uno può acquisire e sviluppare un secondo sé , e attraverso che cosa , o Re un uomo diventa saggio???” “Un uomo diventa istruito tramite lo studio dei Veda . Con l’ascetismo ottiene ciò che è più elevato . L’intelletto è come un secondo e servire con amore i propri avi fa un uomo saggio. “Quale è la qualità divina dei bramini ? Qual è il loro comportamento che rassomiglia quello del pio , quale è il loro attributo umano e quale loro atteggiamento rassomiglia a quello dell’empio???” “ Lo studio dei Veda è il divino compito dei bramini . L’ascetismo è la pratica simile al pio. , la morte è il loro umano attributo e la maldicenza e la lontananza dalla verità li caratterizzano come empi.” “ Qual è la qualità divina degli kshatriyas ( la casta di coloro che mantengono l’ordine e la giustizia sociale . Nobili, guerrieri, addetti alla legge, governanti , dirigenti, amministratori , la casta del potere ma non del denaro) , qual è la loro purezza e quale la loro empietà e qual è la loro debolezza umana.??? “ Frecce e armi costituiscono la loro divinità , il sacrificio la loro pietà e abbandonare i bisognosi la loro empietà. La paura è la loro debolezza umana.” “ Cos’è il Sama (Veda delle Melodie) del sacrificio, cos’è la Yajur ( Veda dei Riti , della Adorazione) e di che cosa non si può fare a meno ???” “ La vita è il Sama sacrificale , la mente è il suo Yajur Veda ed il Rig Veda ( Inni) ciò di cui non si può fare a meno:” Yudisthira comprese il suo reale significato. Per sacrificio egli intendeva il sacrificio spirituale che genera il calore dell’ottenimento della conoscenza. Nel sacrificio rituale all’aperto che solitamente si performa con fuoco e mantra , i tre Veda , Sama , Yajur e Rig sono richiesti. Nel sacrificio soggettivo , spirituale , l’acquisizione della vera conoscenza insieme con la vita e la mente sono altrettanto necessari come i mantra dei tre Veda lo sono per il sacrificio rituale. In particolare il sacrificio spirituale dipende dalla preghiera che è rappresentata dagli inni del Rig Veda. Lo Yaksha andava avanti senza pausa : ” Cosa è di più grande valore per i contadini, per coloro che seminano , per coloro che aspirano alla prosperità e coloro che vogliono generare ?” “ La pioggia è la cosa di maggior valore per i coltivatori, per i seminatori i semi , per coloro che desiderano la ricchezza è la mucca, e per chi vuol generare il figlio maschio.” “ Quale persona benché respiri , fornita di intelligenza, rispettata dal mondo e che si gode i piaceri dei sensi è nondimeno detta essere non vivente ? “ La persona che non soddisfa gli dei , gli ospiti , i servi , gli avi, e se stesso con l’offerta di cibo santificato, costui è detto morto anche se respirante.” “ Cosa è più pesante della terra ? Cosa è più alto del cielo? Cosa più sfuggente del vento? E cosa più numerosa dell’erba? “La madre è più pesante della terra. Il padre è più alto del cielo. . La mente è più sfuggente del vento e i pensieri sono più numerosi dell’erba. Servendo la madre si conquista la terra e servendo il padre il cielo.” Lo Yaksha continuò.” Chi è che non chiude gli occhi quando dorme. ? Cosa non si muove dopo la nascita ? Che cosa non ha cuore e cosa si accresce con la propria forza ?“I pesci non chiudono gli occhi quando dormono, le uova non si muovono appena nate , la pietra non ha cuore e il fiume si gonfia della propria forza.” “ Chi è l’amico di un esiliato, di un capo famiglia, di un malato, e di un uomo morente ?” “L’amico di un esiliato è il suo compagno di sventura , quello del capo famiglia è la moglie, quello della persona malata è il medico e la compassione è l’amico di un uomo morente.” Chi è l’ospite di tutte le creature ? Qual è l’eterna religione ? O re dei re qual è il nettare che da la vita e cosa è che pervade tutto l’universo ? “Agni è l’ospite di tutte le creature ( Dio del fuoco e del fumo della cremazione) . Il latte di mucca è il nettare che da la vita detto anche la religione liquida. L’offerta di ghee nel fuoco sacrificale fatta al Signore rappresenta l’eterna religione , e l’intero universo è pervaso di etere. “Chi è che erra da solo ? Chi rinasce dopo la sua nascita? Cosa è l’antidoto al freddo e qual è il terreno più grande ? “ Il sole vaga solitario. La luna ripetutamente rinasce . Agni è l’antidoto al freddo e la terra è il terreno più grande.”Qual è la più alta vetta della virtù ? E quella della fama? Cosa del paradiso e cosa della felicità???” La liberalità , la tolleranza è la più alta vetta della virtù , e della fama lo è la carità, del paradiso la verità e della felicità il più alto rifugio è la buona condotta.” Lo Yaksha cominciava a addentrarsi nel cuore della conoscenza vedica.

“ Cos’è l’anima di un uomo? Qual è l’amico datogli dal destino? Qual è il suo principale supporto e la sua più alta vetta ? “

“ L’anima di un uomo è suo figlio, sua moglie è l’amico datogli dal destino, le nubi sono il suo sostentamento e la carità la vetta della sua vita.”

“ Qual è il più lodabile di tutti gli strumenti, di tutte le sorti di ricchezze e di tutti i tipi di felicità? E qual è il più importante di tutti i guadagni???”

“La abilità è la qualità più lodabile. La conoscenza è la più grande ricchezza. La salute il maggior ottenimento e l’autoaccontentarsi è la più alta felicità.”

“ Qual è la più grande virtù nel mondo? Quale religione porta sempre i suoi frutti? Qual è quella cosa che se controllata non porta mai l’uomo alla miseria? E con chi una amicizia non si rompe mai?”

“ Ahimsa, l’astenersi da nuocere a qualsiasi creatura è la più grande delle virtù. La religione dei tre Veda porta sempre frutti. La mente se controllata non porta alla rovina e l’amicizia con il giusto non si rompe mai.”

“Rinunciando a che cosa l’uomo si rende caro agli altri??? Cosa è che se abbandonata non conduce mai alla rovina? Cosa in caso di rinuncia porta alla ricchezza e cosa in caso di rinuncia alla felicità???”

“ Mollando l’orgoglio si diventa cari agli altri . Abbandonando la collera non si va in rovina . Il desiderio se abbandonato conduce alla ricchezza e l’abbandono dell’avarizia porta alla felicità.”

“ Per quale motivo uno distribuisce carità ai bramini, ai danzatori, ai servi, ed al re?”

“ Uno da ai bramini per ottenere meriti religiosi, ai danzatori per essere rinomato, ai servi per il loro supporto, e al re per essere liberato dalla paura.”

“ Cosa è che avvolge il mondo? Che cosa impedisce ad una persona di scoprire il suo vero se?

Perché si dimenticano gli amici e che cosa impedisce ad un uomo di andare in paradiso?

“ Il mondo è avvolto nell’oscurità, l’ignoranza spirituale impedisce la vera realizzazione del se. Gli amici vengono dimenticati a causa dell’avarizia e l’attaccamento alle cose del mondo ostacola la via alla beatitudine.”

“ A causa di cosa un uomo è considerato morto? Cosa fa si che un regno sia considerato morto e cosa rende morto un sacrificio ???”

“ Una persona misera di sentimenti , benché vivente, è considerata bell’ e morta . Un regno senza re è considerato morto e un sacrificio senza la carità è morto.”

“ Qual è il sentiero che uno dovrebbe percorrere? Cosa è altrimenti detto quale acqua, cibo, e veleno. Qual è il tempo giusto per la shradda ( fede religiosa) ?”

“ Seguire le tracce della correttezza costituisce il giusto sentiero . Lo spazio è detto anche acqua negli antichi testi Veda sulla cosmogonia. La mucca è considerata cibo dato che dal suo latte si ottiene il ghee per il sacrificio e grazie al sacrificio c’è la giusta pioggia da cui crescono i cereali. Una richiesta materiale è veleno. Il giusto tempo per la shradda è quando un bramino qualificato sia disponibile.”

Yudisthira era insicuro che le sue risposte avessero soddisfatto lo Yaksha che non dava segni di assenso o dissenso all’atto delle risposte del re. Lo guardò interrogativamente.

“ Qual è o Yaksha la tua opinione? “ Ma lo Yaksha semplicemente andò avanti a porre quesiti.

“ Qual è la caratteristica del vero ascetismo? Quale quella dell’autocontrollo? Cosa sono l’atteggiamento perdonativo e la vergogna?”

“ Seguire i propri doveri dati dal proprio dharma ( svadharma) è ascetismo. Autocontrollo significa tenere la mente ferma nel ricordo di Dio. La perdonatività consiste nel tollerare i nemici e la liberazione dalla vergogna consiste nell’astenersi da qualsiasi atto vile.”

“ O re cosa è detto essere la conoscenza? Cos’è la tranquillità? Qual è la più grande gentilezza e cos’è la semplicità?”

“ Capire il brahman è la vera conoscenza. Un cuore pacifico è la tranquillità . Gentilezza consiste nel desiderio di benessere verso tutte le creature e semplicità è l’equanimità della mente verso l’esterno.”

“ Qual è l’invincibile nemico dell’uomo? Quale la sua incurabile malattia? Quale uomo è considerato onesto e quale disonesto?”

“ La collera è l’invincibile nemico. La cupidigia è la malattia incurabile. Un uomo che è amico di tutte le creature è onesto e il crudele disonesto.”

“ Cosa o grande re è conosciuta come ignoranza? Cosa è detto essere l’orgoglio? Cosa è inteso essere l’oziosità? E cosa è detto angoscia?”

“ Non conoscere i doveri propri del dharma è ignoranza. Orgoglio significa credere di essere l’attore vero degli atti in questo mondo senza riconoscere che c’è un supremo potere in controllo di tutto. Oziosità è non compiere i propri doveri dharmici e l’ignoranza è angoscia.”

“ Cosa è conosciuto dai saggi rishi come stabilità ? , e cosa è pazienza ? Quale si dice sia la migliore abluzione e cosa è detto carità?”

“ Stabilità è aderire fermamente ai propri doveri dharmici . Pazienza è il controllo dei sensi. La migliore delle abluzioni è lavare la mente da tutte le impurità dato che l’acqua da sola non porta alla liberazione altrimenti , o Yaksha , i pesci di questo lago sarebbero anime liberate. Carità, compassione significa proteggere tutte le creature.”

“ Chi , allora , o re, è considerato istruito? Chi un ateo? Chi un ignorante? Cosa è detto desiderio e cosa invidia???”

“ Uno che conosce i propri doveri è detto istruito. Un uomo ignorante è un ateo e così un ateo è un ignorante. Il desiderio significa bramare le cose materiali e del mondo e l’invidia non è niente altro che l’angoscia del cuore.”

“ Cos’è l’ipocrisia? E cos’è la grazia degli dei? Cosa è chiamata malvagità?”

“ Porsi falsamente da sembrare religioso e non esserlo nel cuore è chiamata ipocrisia. La grazia degli dei è il risultato della carità di cuore. Malvagità significa ingiuriare gli altri.”

Lo Yaksha affondò : “ Dharma , artha e kama , gli obbiettivi della vita , ( sarebbero: dharma - seguire la virtù , la legge morale e naturale, il cosmos ; artha- la prosperità economica che ne consegue e che è protetta dal dharma ; kama – il piacere derivante dalla prosperità dharmica è piacere vero e sostenibile) sono opposti l’uno l’altro . Come possono coesistere???”

“ Quando un marito e una moglie sono felicemente uniti con l’intento di eseguire i doveri del dharma allora questi tre possono anzi coesistono armoniosamente rinforzandosi l’uno l’altro.”

“ Chi , o migliore dei Bharata , è destinato alla eterna dannazione , presto rispondimi all’istante!

“ Colui che convoca un bramino per le elemosine ma poi non gli concede niente viene condannato a duraturo inferno . E anche colui che nega la veridicità dei Veda , dei bramini, degli dei, e della religione dei padri. In particolare colui che ricco nega di donare ad altri bisognosi soffrirà successivamente questo profondo errore.”

“ O Re , dimmi con certezza cosa fa di un uomo un bramino ? E’ la nascita , il buon carattere , studiare e imparare i Veda ???”

“ Sentimi o Yaksha , o degno di adorazione , quali sono le vere caratteristiche di un bramino. E’ dal solo comportamento che egli viene riconosciuto . Nascita e istruzione, anche la conoscenza di tutti i Veda sono inutili se non c’è un buon carattere. E’ bramino solo colui che persegue i suoi doveri dharmici , religiosi, offrendo sacrifici e tenendo i sensi sotto controllo. Altrimenti deve essere considerato peggio del sudra. “

“Cosa si ottiene con il parlare gradevole ? Cosa ottiene colui che agisce solo dopo avere riflettuto attentamente ? Cosa guadagna l’uomo con molti amici? E cosa ottiene colui che è dedito alla virtù? “

“ Chi parla amorevolmente diviene caro a tutti. Chi agisce con cura ottiene tutto ciò che cerca. L’uomo con molti amici vive felice questa vita ma l’uomo virtuoso ottiene felicità in questa e nella prossima. Felicità durature.”

Adesso lo Yaksha finalmente disse: “ Sono soddisfatto , rispondi alle ultime quattro domande e io ristabilirò in vita uno dei tuoi fratelli. Chi in questo mondo può dirsi felice? Quale è la cosa più meravigliosa? Quali sono le forze che agiscono inesorabilmente in questo universo e come uno può trovare il sentiero eterno della corretta religione e del dharma?”

Yudisthira stanco sentì la responsabilità della vita dei fratelli e non si discostò né dalla verità né dal sincero impegno e disse :” Colui che non ha debiti e non è esiliato , vive semplice, mangiando cibo semplice a casa sua è felice. La cosa più meravigliosa è che benché tutti i giorni innumerevoli creature vadano alla dimora della morte un uomo pensi ancora di evitare questo evento e di essere immortale nel corpo. Le forze che agiscono come le stagioni in questo universo che è come un calderone sono il sole come suo fuoco, giorni e notti come combustibile, cicli lunari come mestolone , e tutte le creature che sono cotte dal tempo.

Il sentiero del dharma eterno , della religione eterna si trova solo nel cuore dei grandi mistici.”

Lo Yaksha sorrise: “ Tu hai risposto giustamente ogni domanda. Dimmi quale dei tuoi fratelli vuoi che io riporti alla vita. “

“ O Yaksha lascia che Nakula alto come un albero sal dotato di largo torace e lunghe braccia come serpenti torni alla vita.” Lo Yaksha fu sorpreso “ Ma per te è senza dubbio più importante il potente Bhima che Nakula , o re, e Arjuna è addirittura il tuo comandante in capo . Perché quindi chiedi che Nakula sia il primo a tornare vivo? “

“ Colui che sacrifica la virtù è a sua volta distrutto.” Replicò Yudisthira “ e colui che preserva la virtù è dalla virtù a sua volta preservato. Io quindi sono con cura attento ad osservare la virtù. Per motivi di pura convenienza. Per me virtù è trattenersi dalla crudeltà e ciò è superiore ad ogni ottenibile cosa di questo mondo. Così chiedo Nakula. Le due mogli di mio padre sono state Kunti e Madri che per me sono uguali . Con me Kunti ha ancora un figlio vivo , ma Madri la mamma dei due gemelli Nakula e Sahadeva non avrebbe alcuno. Con il desiderio di agire equanimamente verso le mie due madri chiedo la vita di mio fratello Nakula.”

“ Dato , o Pandava, che tu consideri astenersi dal nuocere agli altri superiore sia alla prosperità che al desiderio , allora che i tuoi fratelli tornino tutti alla vita !

Detto questo da parte dello Yaksha i quattro fratelli si alzarono dal suolo come da un riposo . Si sentirono rinfrescati e liberi da fame e sete.

Allora Yudisthira chiese allo Yaksha:” Chi sei tu o grande essere , che assumi la forma di una gru? Dimmi invero la tua identità o migliore fra i conoscitori del dharma . Sei un dio ? O forse sei mio padre stesso ???” Yudisthira aveva intuito correttamente , lo Yaksha rispose: Sono assolutamente tuo padre, o migliore dei Bharata . Conoscimi come Dharmaraja. Sono venuto con la sola intenzione di incontrare te , per il grande piacere che questo genera ad ogni uomo , che dire di me ! Fama, verità ,

autocontrollo, purezza,semplicità, carità , modestia, stabilità, ascetismo e astinenza sono i miei arti.

Io sono caratterizzato dalla astensione dal nuocere , imparzialità , pacificità, ascetismo, purezza e umiltà. Tu possiedi tutte queste qualità , caro figlio. Per buona fortuna tu hai conquistato i tuoi sensi, e la tua mente e pratichi la virtù. Volevo testarti e sono completamente soddisfatto e dolcemente pacificato. Chiedimi delle grazie ed io te le assegnerò. Coloro che sono devoti a me non necessitano di esperimentare la sfortuna. “

Yudisthira si inchinò rispettosamente davanti a suo padre e disse: “ Il mio primo desiderio è che il rito Agnihotra del bramino i cui attrezzi ( parafernalia) erano andati perduti a causa del cervo non sia interrotto .”

“ O figlio di Kunti fui io nella forma del cervo che portai via i parafernalia. Ecco te li ritorno. Chiedimi altre grazie.”

Yudisthira pensò attentamente :” I dodici anni della condanna alla vita di foresta in esilio sono adesso completati . Il tredicesimo noi dobbiamo sopravvivere in incognito. Prego accordaci che nessun uomo ci riconoscerà durante tale periodo.”

“ Così sia. Anche se doveste vagare nel mondo così come siete realmente senza camuffarvi comunque nessuno vi riconoscerebbe. Con il mio favore vivrete una segreta vita in incognito nella città di Virata. Adesso prenditi questi bastoni per il fuoco che servivano al bramino e chiedimi un’altra grazia. Non sono soddisfatto di concederti solo queste due. O Yudisthira devi sapere che io ti ho generato. E tuo zio Vidura , tuo amico e sostenitore è anch’egli parte di me.”

( la storia di come Vidura , una volta Dharmaraja abbia dovuto esperire una vita da umano è anch’essa gradevole).

Dharma allungò i bastoni a Yudisthira che replicò.” O dio degli dei , è sufficiente per me averti visto. Per fare il tuo piacere però accetterò un’altra grazia. O signore accordami di essere sempre in grado di superare l’avarizia, la follia e la rabbia, e che la mia mente sia sempre incline verso la compassione , ascetismo e verità.”

Dharma sorrise soddisfatto e disse: “ Ma per natura tu sei dotato di tali qualità o Pandava. Tu sei già la personificazione della virtù. Ma ti accordo quanto richiesto. “Poi il dio scomparve , lasciando i cinque Pandava , insieme sulla riva de lago . Meravigliati tornarono al loro eremitaggio portando gli attrezzi al bramino.

( Mahabharata )- Il genio del lago

(traduzione dall’inglese massimo taddei)

I cinque fratelli Pandava stavano nella foresta di Dwaitavana per la parte finale del loro esilio. Rimaneva solo un piccolo periodo di tempo prima di doversi travestire e nascondersi per il tredicesimo ed ultimo anno della pena che avevano accettato a seguito della sconfitta nella truccata partita a dadi organizzatagli con intento vizioso dai cugini Kaurava. Si domandavano fra se e se dove dovessero trascorrere la parte finale. Un giorno mentre se ne stavano seduti discutendo in compagnia di rishi ( saggi vedici), un bramino, in palese stato di angoscia si presentò davanti a Yudisthira ( il fratello maggiore, il re, concepito dalla madre Kunti con il dio della giustizia cosmica Dharmaraja quindi il figlio del dio della morte e della giustizia). Il bramino spiegò che un cervo aveva preso possesso dei bastoncini di incenso che egli usava accendere durante i riti religiosi e si era velocemente diretto entro la foresta. “ Gli incensi, insieme al cucchiaio rituale ed altri parafernalia erano tutti legati in una unica matassa. In qualche modo il cervo li ha infilati nelle sue corna . “O eroe io devo averli indietro visto che i miei sacrifici, se potessimo, dovrebbero non essere bloccati.” Yudisthira rassicurò il bramino e si alzò immediatamente in piedi insieme ai suoi quattro fratelli , Bhima, Arjuna , Nakula e Sahadeva. Prendendo i loro archi se ne andarono in cerca del cervo. Benché gli lanciassero molte frecce , comunque, non riuscirono a catturare l’animale. Sfilava velocemente via e svaniva nel folto . I fratelli diventarono stanchi e delusi e approcciato un grande albero baniano si sedettero alla sua ombra. Con cuore pesante Nakula disse a Yudisthira “ Nella nostra gente la virtù non è mai stata abbandonata e noi non siamo mai stati oziosi , né abbiamo mai rifiutato niente a nessuna creatura . Allora perché o re questa calamità ci sta affliggendo ?” - Yudisthira appoggiò il suo grosso arco sul terreno “Non c’è limite alle disgrazie in questo mondo caro fratello. Non possiamo sempre accertarne esattamente le cause perché è il grande dio Dharma che distribuisce i frutti sia delle virtù che dei peccati.” Bhima brontolò :” noi incontriamo questo disastro perché non ho prontamente ucciso Dusashana quando trascinò la nostra moglie Draupadi nella sala delle assemblee sottoponendola alla più penosa delle umiliazioni . Solo Krishna riuscì ad evitarle la peggiore di tutte.” “ Anch’io sono da incolpare per la presente situazione perché non compii vendetta quando Karna lanciò tali crudeli parole quel giorno.” Aggiunse Arjuna. “Anch’io disse Sahadeva, avrei dovuto uccidere Shakuni alla partita di dadi appena iniziò a ingannarti invece di lasciarlo andare avanti, o re . “Yudisthira si rivolse a Nakula : “ E’ certamente caldo in questa foresta , sali veloce , per favore su un albero alto e dai una occhiata in giro alla ricerca di un lago. I tuoi fratelli sono accaldati e assetati. Dopo essersi rinfrescati decideremo il da farsi. “ Nakula salì su un albero nelle vicinanze e scrutò intorno . “Sembra ci sia acqua non lontano vedo ciò che sembra essere un lago e sento anche il canto delle cicogne. Come Nakula scese giù dal tronco Yudisthira disse:” O affascinante fratello vai e raccogli acqua per noi tutti.” Nakula riempite con frecce un paio di faretre lasciò i suoi fratelli. Presto arrivò a un largo, chiaro lago coperto con loto e lillà. Inginocchiandosi giù sulla riva stava per iniziare a bere quando sentì una voce:” O ragazzo non bere quest’acqua. Questo lago è mio e nessuno può bere la sua acqua senza prima rispondere alle mie domande.” Nakula si guardò intorno. Non vedette nessuno, la sua sete era intensa . Non curandosi della voce usando la mano come una coppa bevve l’acqua. Non appena l’acqua sorpassò le labbra egli cadde morto. Dopo un lasso di tempo Yudisthira divenne nervoso , Nakula non era ritornato. Chiese al suo gemello Sahadeva di andare a cercarlo. Sahadeva seguì il tracciato di suo fratello e arrivò al lago. Vedendo Nakula giacente morto sulla sua riva fu preso da sgomento e tristezza. Lo toccò cercando segni di vita. Nakula sembrava immerso in un profondo assopimento. Non aveva perso la lucentezza del corpo ma non aveva pulsazioni e non respirava. Sahadeva rimase eretto , perplesso. Provato da una sete impossibile si recò al bordo dell’acqua per bere . Appena si pose in ginocchio udì la medesima voce dal cielo. “ Non bere l’acqua del mio lago. Prima di tutto dovresti rispondere alle mie domande e in seguito può essere che tu possa bere. “ Sahadeva era incapace di dare importanza a tali parole . La sua sete era oppressiva. Ingoiò un po’ di acqua fresca e come l’ altro fratello cadde morto. Vedendo che nessuno dei fratelli era tornato dopo circa una ora Yudisthira disse all’invincibile Arjuna di andare a dare una occhiata a cosa fosse accaduto. Con l’arco a portata di mano e la spada sguainata Arjuna procedette con cautela. Trovando i gemelli morti sul bordo del lago fu preso dal dolore. Corse da loro e vi si inginocchiò al loro fianco. Non c’erano segni di vita. Arjuna era stordito. Chi poteva averli uccisi ? Non c’era alcun segno di colluttazione. Arjuna guardandosi intorno vide solamente gli alberi muoversi nella brezza e gli uccelli acquatici sulla superficie del lago. Si appropinquò alla riva per sedare la sete e di nuovo la voce tuonò. “ O Parta non tentare con la forza di bere quest’acqua . E’ mia e tu puoi usufruirne solo dopo avere risposto le mie domande.” Arjuna urlò al cielo “ Vieni alla mia presenza e fermami . Tu non parlerai più in questo modo una volta spezzato dalle mie frecce .” E rilasciò immediatamente una innumerevole quantità di frecce che , arricchite della forza di mantra , erano capaci di colpire un obbiettivo invisibile. Arjuna riempì il cielo di frecce , dardi e giavellotti. La voce parlò di nuovo : “ I tuoi sforzi sono inutili, Arjuna. Rispondi alle mie domande o , se provi a bere l’acqua- morirai.”. Non tenendo conto di queste parole Arjuna al primo sorso di acqua cadde morto a fianco ai suoi fratelli. Quasi una altra ora era trascorsa: Yudisthira provava una crescente ansietà. Adesso si indirizzò a Bhima . “ O tormentatore dei nemici , tu sei rimasto seduto qui per un lungo tempo nell’attesa dei nostri fratelli . Penso che dovresti trovarli e riportarli indietro e io aspetterò qui. Bhima assentì e si alzò e corse veloce lungo il percorso verso il lago. Quando vide i tre fratelli giacenti a terra fu sbalordito. Sicuramente questo era il lavoro di un potente Rakshasa ( demoni incarnati in forme orribili con elevati poteri magici che Bhima aveva già facilmente sconfitto in grande quantità) . Sembra impossibile che un essere vivente possa avere abbattuto Arjuna e i gemelli. Bhima considerò che presto avrebbe dovuto affrontare un formidabile nemico. Era meglio bere un po’ di acqua per alleviare un po’ la fatica in preparazione della battaglia. Il Pandava ( in quanto i 5 fratelli erano figli di Pandu) corse giù verso l’acqua e di nuovo la voce celestiale risuonò come dal paradiso: O ragazzo non tentare di bere dal mio lago. Prima rispondi alle mie domande.” Bhima pensò che la voce provenisse da colui il quale avesse ucciso i fratelli : Dette una occhiata intorno molto arrabbiato. L’essere malefico si sarebbe pentito presto del suo vile atto. Non curandosi del suo volere Bhima infilò la faccia nell’acqua e bevve : Come gli altri fratelli cadde al suolo, morto. Solo, Yudisthira aspettava , ma quando non vide tornare Bhima, il più forte fra i fratelli, fu assalito da un brutto presagio. Pensava impossibile che Bhima e Arjuna potessero essere sopraffatti in battaglia . Dove erano finiti? Forse avevano trovato dei celestiali diletti sul lago e se li stavano godendo insieme. No , sicuramente non si sarebbero dimenticati dei loro doveri. Avendo ricevuto il suo ordine essi sapevano che Yudisthira era rimasto ad aspettarli. E in più i parafernalia del bramino non erano ancora stati recuperati. Qualcosa doveva essere successo per impedire loro di tornare. Apprensivamente Yudisthira si apprestò sul cammino per il lago nella foresta. Passando vicino ad alberi coperti di fiori blu e rossi Yudisthira si diresse verso il lago. Il gorgheggiare degli uccelli e il ronzio delle api risuonavano nei suoi orecchi mentre egli si muoveva veloce attraverso il bosco. In pochissimo tempo arrivò al lago che gli sembrò come essere un pezzo della dimora di Indra trasportato sulla terra. Coperto di fior di loto e circondato da una intensa quantità di alberi fioriti e fiori selvaggi. Sulla riva del delizioso lago comunque Yudisthira vide i suoi quattro fratelli sdraiati a terra , rassomiglianti a quattro Lokapalas ( gli otto principali dei che con i loro elefanti presiedono gli otto punti cardinali della bussola cosmica – bellissimi esseri celesti) caduti dal paradiso alla fine di una era. Yudisthira corse dai suoi fratelli e si gettò al suolo al loro fianco. Respirando affannosamente si strofinò via le lacrime. Si lamentò pesantemente e la sua voce echeggiò fra gli alti alberi intorno al lago: “ O Bhima dalle braccia potenti avevi giurato che avresti spezzato le gambe a Duryodhana in battaglia. Di quale valore è la tua promessa adesso ? O Arjuna in che modo mi stai mentendo oggi ? Le promesse degli uomini si dimostrano false ma come possono essere tali quelle degli dei ? Abbiamo udito tutti i celesti proclamare le tue glorie e dichiarare che avresti vinto e riavuto indietro il nostro regno perduto. – Nessuno sarà capace di vincerlo in battaglia- fu la profezia di Indra. Come può tutto ciò essere dimenticato? Sicuramente il mio cuore è fatto di pietra perché non va in pezzi alla vista di ciò che sto vedendo. All’osservare i suoi fratelli privi di vita Yudisthira era assediato da sofferenza. Pianse per un po’ , la sua mente palesemente confusa. Gradualmente si sforzò di riottenere il controllo su di e ponderare la situazione. Chi poteva avere abbattuto tali grandi guerrieri? Non c’erano segni di battaglia e i loro corpi non erano segnati e sembravano accasciati a terra in qualche forma di profondo sonno senza sogni. Yudisthira osservò attentamente il lago. Forse Duryodhana lo aveva fatto riempire con il veleno. Ma nessun veleno poteva uccidere Bhima, come quando i cugini lo avevano pesantemente avvelenato e poi gettato nello stagno . Bhima dormì otto giorni sott’acqua e poi tornò sorridente a casa affamato. Poteva essere che i Kaurava ( i cugini nemici) avessero cospirato con gli Asura ( i demoni - alla lettera i senza luce) per portare la morte ai Pandava. Ma , ancora, quale Asura poteva essere in grado di fronteggiare Arjuna , che da solo aveva sopraffatto i Nivatakavachas ??? Yudisthira guardava intorno . Non si vedevano tracce. Le frecce di Arjuna erano disseminate in qua e là ma non c’era sangue. Sarebbe stato impossibile che Arjuna non avesse almeno ferito il suo nemico. Egli non rilascia mai frecce inutilmente e per un giusto motivo . Arj significa diritto , corretto ,giusto ( in inglese arrow-freccia). Yudisthira cominciò a considerare che qualche potenza senza un corpo materiale potesse avere sopraffatto i fratelli. Li esaminò da vicino. Benché sembrassero morti non avevano perso il loro colore e le loro fattezze corporee erano per niente trasformate. Sicuramente le loro anime erano ancora presenti e abitavano i loro corpi benché i sintomi di vita fossero andati. Sembrava che la loro energia vitale fosse stata rimossa dal dio della morte in persona agendo dal loro interno. Convinto di questo , Yudisthira pensò che avrebbe scoperto la verità se avesse ispezionato il lago entrandovi dentro. Era a causa del lago che i suoi fratelli erano andati incontro alla morte. Yudisthira si infilò nell’acqua e , togliendosi l’armatura, si immerse. Immediatamente sentì la stessa voce che aveva parlato ai suoi fratelli i suoi presagi si rivelavano corretti. “ O ragazzo non prendere quest’acqua. Il lago appartiene a me e se vuoi bere devi prima rispondere le mie domande.” Yudisthira si guardò intorno - “ Chi sei tu??” urlò. “ Sono una gru che vive di muschi e pesci . I tuoi fratelli più giovani disobbedendo ai miei avvisi sono stati da me condotti sotto il controllo della morte. O Re se non rispondi alle mie domande sarai la quinta vittima.” Yudisthira si guardò intorno con stupore. Vide la gru sul ramo di un albero vicino al lago. “ Sei Siva o il migliore dei Vasu ??? O sei un Marut ? E’ impossibile per un uccello avere ucciso questi quattro eroi simili a montagne.” O più forte fra coloro che sono dotati di forza tu hai ottenuto ciò che neanche Dei, Gandharva, ed Asura non possono. Non so chi tu sia e quale sia la tua intenzione, ma sono curioso di conoscere queste cose ed allo stesso tempo sono terrificato. Il mio cuore è tribolante e la mia mente confusa . Ti prego dimmi perché stai qui e quale è il tuo desiderio.” Quindi Yudisthira vide la gru trasformarsi in un enorme , spaventevole essere. I suoi grandi occhi rossi erano appuntiti ed egli fiammeggiava come il sole. Rombando come un tuono egli disse: “ Io sono uno Yaksha non un uccello. Salute a te. ( Yaksha sono geni tutelari di un luogo e fanno parte degli asura). “Sono io che ho ucciso i tuoi potenti fratelli per loro stessa colpa. Benché vietati di bere essi mi hanno disatteso. Se uno ama la vita non dovrebbe prendersi questa acqua con la forza . Il lago è mio e uno può prendersi l’acqua solo a seguito di avere risposto alle mie domande. “O Yaksha io non desidero prendere ciò che è tuo . Io proverò a rispondere alle tue domande al meglio della mia limitata abilità . Ti prego chiedimi pure quello che vuoi. “ Rispose Yudisthira. Così lo Yaksha iniziò a porre domande a Yudisthira.

“Cosa fa si che l’anima si elevi dal suo imprigionamento nella materia . ? Chi le tiene compagnia , chi è la sua guida durante il suo viaggio spirituale e su cosa tutto ciò è fondato???” “E’la conoscenza del Signore Supremo che permette all’anima di elevarsi , le qualità divine sono sue compagne , il dharma è la sua guida, e tutto è fondato sulla verità.” “ Attraverso cosa una persona diviene istruita ? Come uno ottiene tutto ciò che è più elevato ? Come uno può acquisire e sviluppare un secondo sé , e attraverso che cosa , o Re un uomo diventa saggio???” “Un uomo diventa istruito tramite lo studio dei Veda . Con l’ascetismo ottiene ciò che è più elevato . L’intelletto è come un secondo e servire con amore i propri avi fa un uomo saggio. “Quale è la qualità divina dei bramini ? Qual è il loro comportamento che rassomiglia quello del pio , quale è il loro attributo umano e quale loro atteggiamento rassomiglia a quello dell’empio???” “ Lo studio dei Veda è il divino compito dei bramini . L’ascetismo è la pratica simile al pio. , la morte è il loro umano attributo e la maldicenza e la lontananza dalla verità li caratterizzano come empi.” “ Qual è la qualità divina degli kshatriyas ( la casta di coloro che mantengono l’ordine e la giustizia sociale . Nobili, guerrieri, addetti alla legge, governanti , dirigenti, amministratori , la casta del potere ma non del denaro) , qual è la loro purezza e quale la loro empietà e qual è la loro debolezza umana.??? “ Frecce e armi costituiscono la loro divinità , il sacrificio la loro pietà e abbandonare i bisognosi la loro empietà. La paura è la loro debolezza umana.” “ Cos’è il Sama (Veda delle Melodie) del sacrificio, cos’è la Yajur ( Veda dei Riti , della Adorazione) e di che cosa non si può fare a meno ???” “ La vita è il Sama sacrificale , la mente è il suo Yajur Veda ed il Rig Veda ( Inni) ciò di cui non si può fare a meno:” Yudisthira comprese il suo reale significato. Per sacrificio egli intendeva il sacrificio spirituale che genera il calore dell’ottenimento della conoscenza. Nel sacrificio rituale all’aperto che solitamente si performa con fuoco e mantra , i tre Veda , Sama , Yajur e Rig sono richiesti. Nel sacrificio soggettivo , spirituale , l’acquisizione della vera conoscenza insieme con la vita e la mente sono altrettanto necessari come i mantra dei tre Veda lo sono per il sacrificio rituale. In particolare il sacrificio spirituale dipende dalla preghiera che è rappresentata dagli inni del Rig Veda. Lo Yaksha andava avanti senza pausa : ” Cosa è di più grande valore per i contadini, per coloro che seminano , per coloro che aspirano alla prosperità e coloro che vogliono generare ?” “ La pioggia è la cosa di maggior valore per i coltivatori, per i seminatori i semi , per coloro che desiderano la ricchezza è la mucca, e per chi vuol generare il figlio maschio.” “ Quale persona benché respiri , fornita di intelligenza, rispettata dal mondo e che si gode i piaceri dei sensi è nondimeno detta essere non vivente ? “ La persona che non soddisfa gli dei , gli ospiti , i servi , gli avi, e se stesso con l’offerta di cibo santificato, costui è detto morto anche se respirante.” “ Cosa è più pesante della terra ? Cosa è più alto del cielo? Cosa più sfuggente del vento? E cosa più numerosa dell’erba? “La madre è più pesante della terra. Il padre è più alto del cielo. . La mente è più sfuggente del vento e i pensieri sono più numerosi dell’erba. Servendo la madre si conquista la terra e servendo il padre il cielo.” Lo Yaksha continuò.” Chi è che non chiude gli occhi quando dorme. ? Cosa non si muove dopo la nascita ? Che cosa non ha cuore e cosa si accresce con la propria forza ?“I pesci non chiudono gli occhi quando dormono, le uova non si muovono appena nate , la pietra non ha cuore e il fiume si gonfia della propria forza.” “ Chi è l’amico di un esiliato, di un capo famiglia, di un malato, e di un uomo morente ?” “L’amico di un esiliato è il suo compagno di sventura , quello del capo famiglia è la moglie, quello della persona malata è il medico e la compassione è l’amico di un uomo morente.” Chi è l’ospite di tutte le creature ? Qual è l’eterna religione ? O re dei re qual è il nettare che da la vita e cosa è che pervade tutto l’universo ? “Agni è l’ospite di tutte le creature ( Dio del fuoco e del fumo della cremazione) . Il latte di mucca è il nettare che da la vita detto anche la religione liquida. L’offerta di ghee nel fuoco sacrificale fatta al Signore rappresenta l’eterna religione , e l’intero universo è pervaso di etere. “Chi è che erra da solo ? Chi rinasce dopo la sua nascita? Cosa è l’antidoto al freddo e qual è il terreno più grande ? “ Il sole vaga solitario. La luna ripetutamente rinasce . Agni è l’antidoto al freddo e la terra è il terreno più grande.”Qual è la più alta vetta della virtù ? E quella della fama? Cosa del paradiso e cosa della felicità???” La liberalità , la tolleranza è la più alta vetta della virtù , e della fama lo è la carità, del paradiso la verità e della felicità il più alto rifugio è la buona condotta.” Lo Yaksha cominciava a addentrarsi nel cuore della conoscenza vedica.

“ Cos’è l’anima di un uomo? Qual è l’amico datogli dal destino? Qual è il suo principale supporto e la sua più alta vetta ? “

“ L’anima di un uomo è suo figlio, sua moglie è l’amico datogli dal destino, le nubi sono il suo sostentamento e la carità la vetta della sua vita.”

“ Qual è il più lodabile di tutti gli strumenti, di tutte le sorti di ricchezze e di tutti i tipi di felicità? E qual è il più importante di tutti i guadagni???”

“La abilità è la qualità più lodabile. La conoscenza è la più grande ricchezza. La salute il maggior ottenimento e l’autoaccontentarsi è la più alta felicità.”

“ Qual è la più grande virtù nel mondo? Quale religione porta sempre i suoi frutti? Qual è quella cosa che se controllata non porta mai l’uomo alla miseria? E con chi una amicizia non si rompe mai?”

“ Ahimsa, l’astenersi da nuocere a qualsiasi creatura è la più grande delle virtù. La religione dei tre Veda porta sempre frutti. La mente se controllata non porta alla rovina e l’amicizia con il giusto non si rompe mai.”

“Rinunciando a che cosa l’uomo si rende caro agli altri??? Cosa è che se abbandonata non conduce mai alla rovina? Cosa in caso di rinuncia porta alla ricchezza e cosa in caso di rinuncia alla felicità???”

“ Mollando l’orgoglio si diventa cari agli altri . Abbandonando la collera non si va in rovina . Il desiderio se abbandonato conduce alla ricchezza e l’abbandono dell’avarizia porta alla felicità.”

“ Per quale motivo uno distribuisce carità ai bramini, ai danzatori, ai servi, ed al re?”

“ Uno da ai bramini per ottenere meriti religiosi, ai danzatori per essere rinomato, ai servi per il loro supporto, e al re per essere liberato dalla paura.”

“ Cosa è che avvolge il mondo? Che cosa impedisce ad una persona di scoprire il suo vero se?

Perché si dimenticano gli amici e che cosa impedisce ad un uomo di andare in paradiso?

“ Il mondo è avvolto nell’oscurità, l’ignoranza spirituale impedisce la vera realizzazione del se. Gli amici vengono dimenticati a causa dell’avarizia e l’attaccamento alle cose del mondo ostacola la via alla beatitudine.”

“ A causa di cosa un uomo è considerato morto? Cosa fa si che un regno sia considerato morto e cosa rende morto un sacrificio ???”

“ Una persona misera di sentimenti , benché vivente, è considerata bell’ e morta . Un regno senza re è considerato morto e un sacrificio senza la carità è morto.”

“ Qual è il sentiero che uno dovrebbe percorrere? Cosa è altrimenti detto quale acqua, cibo, e veleno. Qual è il tempo giusto per la shradda ( fede religiosa) ?”

“ Seguire le tracce della correttezza costituisce il giusto sentiero . Lo spazio è detto anche acqua negli antichi testi Veda sulla cosmogonia. La mucca è considerata cibo dato che dal suo latte si ottiene il ghee per il sacrificio e grazie al sacrificio c’è la giusta pioggia da cui crescono i cereali. Una richiesta materiale è veleno. Il giusto tempo per la shradda è quando un bramino qualificato sia disponibile.”

Yudisthira era insicuro che le sue risposte avessero soddisfatto lo Yaksha che non dava segni di assenso o dissenso all’atto delle risposte del re. Lo guardò interrogativamente.

“ Qual è o Yaksha la tua opinione? “ Ma lo Yaksha semplicemente andò avanti a porre quesiti.

“ Qual è la caratteristica del vero ascetismo? Quale quella dell’autocontrollo? Cosa sono l’atteggiamento perdonativo e la vergogna?”

“ Seguire i propri doveri dati dal proprio dharma ( svadharma) è ascetismo. Autocontrollo significa tenere la mente ferma nel ricordo di Dio. La perdonatività consiste nel tollerare i nemici e la liberazione dalla vergogna consiste nell’astenersi da qualsiasi atto vile.”

“ O re cosa è detto essere la conoscenza? Cos’è la tranquillità? Qual è la più grande gentilezza e cos’è la semplicità?”

“ Capire il brahman è la vera conoscenza. Un cuore pacifico è la tranquillità . Gentilezza consiste nel desiderio di benessere verso tutte le creature e semplicità è l’equanimità della mente verso l’esterno.”

“ Qual è l’invincibile nemico dell’uomo? Quale la sua incurabile malattia? Quale uomo è considerato onesto e quale disonesto?”

“ La collera è l’invincibile nemico. La cupidigia è la malattia incurabile. Un uomo che è amico di tutte le creature è onesto e il crudele disonesto.”

“ Cosa o grande re è conosciuta come ignoranza? Cosa è detto essere l’orgoglio? Cosa è inteso essere l’oziosità? E cosa è detto angoscia?”

“ Non conoscere i doveri propri del dharma è ignoranza. Orgoglio significa credere di essere l’attore vero degli atti in questo mondo senza riconoscere che c’è un supremo potere in controllo di tutto. Oziosità è non compiere i propri doveri dharmici e l’ignoranza è angoscia.”

“ Cosa è conosciuto dai saggi rishi come stabilità ? , e cosa è pazienza ? Quale si dice sia la migliore abluzione e cosa è detto carità?”

“ Stabilità è aderire fermamente ai propri doveri dharmici . Pazienza è il controllo dei sensi. La migliore delle abluzioni è lavare la mente da tutte le impurità dato che l’acqua da sola non porta alla liberazione altrimenti , o Yaksha , i pesci di questo lago sarebbero anime liberate. Carità, compassione significa proteggere tutte le creature.”

“ Chi , allora , o re, è considerato istruito? Chi un ateo? Chi un ignorante? Cosa è detto desiderio e cosa invidia???”

“ Uno che conosce i propri doveri è detto istruito. Un uomo ignorante è un ateo e così un ateo è un ignorante. Il desiderio significa bramare le cose materiali e del mondo e l’invidia non è niente altro che l’angoscia del cuore.”

“ Cos’è l’ipocrisia? E cos’è la grazia degli dei? Cosa è chiamata malvagità?”

“ Porsi falsamente da sembrare religioso e non esserlo nel cuore è chiamata ipocrisia. La grazia degli dei è il risultato della carità di cuore. Malvagità significa ingiuriare gli altri.”

Lo Yaksha affondò : “ Dharma , artha e kama , gli obbiettivi della vita , ( sarebbero: dharma - seguire la virtù , la legge morale e naturale, il cosmos ; artha- la prosperità economica che ne consegue e che è protetta dal dharma ; kama – il piacere derivante dalla prosperità dharmica è piacere vero e sostenibile) sono opposti l’uno l’altro . Come possono coesistere???”

“ Quando un marito e una moglie sono felicemente uniti con l’intento di eseguire i doveri del dharma allora questi tre possono anzi coesistono armoniosamente rinforzandosi l’uno l’altro.”

“ Chi , o migliore dei Bharata , è destinato alla eterna dannazione , presto rispondimi all’istante!

“ Colui che convoca un bramino per le elemosine ma poi non gli concede niente viene condannato a duraturo inferno . E anche colui che nega la veridicità dei Veda , dei bramini, degli dei, e della religione dei padri. In particolare colui che ricco nega di donare ad altri bisognosi soffrirà successivamente questo profondo errore.”

“ O Re , dimmi con certezza cosa fa di un uomo un bramino ? E’ la nascita , il buon carattere , studiare e imparare i Veda ???”

“ Sentimi o Yaksha , o degno di adorazione , quali sono le vere caratteristiche di un bramino. E’ dal solo comportamento che egli viene riconosciuto . Nascita e istruzione, anche la conoscenza di tutti i Veda sono inutili se non c’è un buon carattere. E’ bramino solo colui che persegue i suoi doveri dharmici , religiosi, offrendo sacrifici e tenendo i sensi sotto controllo. Altrimenti deve essere considerato peggio del sudra. “

“Cosa si ottiene con il parlare gradevole ? Cosa ottiene colui che agisce solo dopo avere riflettuto attentamente ? Cosa guadagna l’uomo con molti amici? E cosa ottiene colui che è dedito alla virtù? “

“ Chi parla amorevolmente diviene caro a tutti. Chi agisce con cura ottiene tutto ciò che cerca. L’uomo con molti amici vive felice questa vita ma l’uomo virtuoso ottiene felicità in questa e nella prossima. Felicità durature.”

Adesso lo Yaksha finalmente disse: “ Sono soddisfatto , rispondi alle ultime quattro domande e io ristabilirò in vita uno dei tuoi fratelli. Chi in questo mondo può dirsi felice? Quale è la cosa più meravigliosa? Quali sono le forze che agiscono inesorabilmente in questo universo e come uno può trovare il sentiero eterno della corretta religione e del dharma?”

Yudisthira stanco sentì la responsabilità della vita dei fratelli e non si discostò né dalla verità né dal sincero impegno e disse :” Colui che non ha debiti e non è esiliato , vive semplice, mangiando cibo semplice a casa sua è felice. La cosa più meravigliosa è che benché tutti i giorni innumerevoli creature vadano alla dimora della morte un uomo pensi ancora di evitare questo evento e di essere immortale nel corpo. Le forze che agiscono come le stagioni in questo universo che è come un calderone sono il sole come suo fuoco, giorni e notti come combustibile, cicli lunari come mestolone , e tutte le creature che sono cotte dal tempo.

Il sentiero del dharma eterno , della religione eterna si trova solo nel cuore dei grandi mistici.”

Lo Yaksha sorrise: “ Tu hai risposto giustamente ogni domanda. Dimmi quale dei tuoi fratelli vuoi che io riporti alla vita. “

“ O Yaksha lascia che Nakula alto come un albero sal dotato di largo torace e lunghe braccia come serpenti torni alla vita.” Lo Yaksha fu sorpreso “ Ma per te è senza dubbio più importante il potente Bhima che Nakula , o re, e Arjuna è addirittura il tuo comandante in capo . Perché quindi chiedi che Nakula sia il primo a tornare vivo? “

“ Colui che sacrifica la virtù è a sua volta distrutto.” Replicò Yudisthira “ e colui che preserva la virtù è dalla virtù a sua volta preservato. Io quindi sono con cura attento ad osservare la virtù. Per motivi di pura convenienza. Per me virtù è trattenersi dalla crudeltà e ciò è superiore ad ogni ottenibile cosa di questo mondo. Così chiedo Nakula. Le due mogli di mio padre sono state Kunti e Madri che per me sono uguali . Con me Kunti ha ancora un figlio vivo , ma Madri la mamma dei due gemelli Nakula e Sahadeva non avrebbe alcuno. Con il desiderio di agire equanimamente verso le mie due madri chiedo la vita di mio fratello Nakula.”

“ Dato , o Pandava, che tu consideri astenersi dal nuocere agli altri superiore sia alla prosperità che al desiderio , allora che i tuoi fratelli tornino tutti alla vita !

Detto questo da parte dello Yaksha i quattro fratelli si alzarono dal suolo come da un riposo . Si sentirono rinfrescati e liberi da fame e sete.

Allora Yudisthira chiese allo Yaksha:” Chi sei tu o grande essere , che assumi la forma di una gru? Dimmi invero la tua identità o migliore fra i conoscitori del dharma . Sei un dio ? O forse sei mio padre stesso ???” Yudisthira aveva intuito correttamente , lo Yaksha rispose: Sono assolutamente tuo padre, o migliore dei Bharata . Conoscimi come Dharmaraja. Sono venuto con la sola intenzione di incontrare te , per il grande piacere che questo genera ad ogni uomo , che dire di me ! Fama, verità ,

autocontrollo, purezza,semplicità, carità , modestia, stabilità, ascetismo e astinenza sono i miei arti.

Io sono caratterizzato dalla astensione dal nuocere , imparzialità , pacificità, ascetismo, purezza e umiltà. Tu possiedi tutte queste qualità , caro figlio. Per buona fortuna tu hai conquistato i tuoi sensi, e la tua mente e pratichi la virtù. Volevo testarti e sono completamente soddisfatto e dolcemente pacificato. Chiedimi delle grazie ed io te le assegnerò. Coloro che sono devoti a me non necessitano di esperimentare la sfortuna. “

Yudisthira si inchinò rispettosamente davanti a suo padre e disse: “ Il mio primo desiderio è che il rito Agnihotra del bramino i cui attrezzi ( parafernalia) erano andati perduti a causa del cervo non sia interrotto .”

“ O figlio di Kunti fui io nella forma del cervo che portai via i parafernalia. Ecco te li ritorno. Chiedimi altre grazie.”

Yudisthira pensò attentamente :” I dodici anni della condanna alla vita di foresta in esilio sono adesso completati . Il tredicesimo noi dobbiamo sopravvivere in incognito. Prego accordaci che nessun uomo ci riconoscerà durante tale periodo.”

“ Così sia. Anche se doveste vagare nel mondo così come siete realmente senza camuffarvi comunque nessuno vi riconoscerebbe. Con il mio favore vivrete una segreta vita in incognito nella città di Virata. Adesso prenditi questi bastoni per il fuoco che servivano al bramino e chiedimi un’altra grazia. Non sono soddisfatto di concederti solo queste due. O Yudisthira devi sapere che io ti ho generato. E tuo zio Vidura , tuo amico e sostenitore è anch’egli parte di me.”

( la storia di come Vidura , una volta Dharmaraja abbia dovuto esperire una vita da umano è anch’essa gradevole).

Dharma allungò i bastoni a Yudisthira che replicò.” O dio degli dei , è sufficiente per me averti visto. Per fare il tuo piacere però accetterò un’altra grazia. O signore accordami di essere sempre in grado di superare l’avarizia, la follia e la rabbia, e che la mia mente sia sempre incline verso la compassione , ascetismo e verità.”

Dharma sorrise soddisfatto e disse: “ Ma per natura tu sei dotato di tali qualità o Pandava. Tu sei già la personificazione della virtù. Ma ti accordo quanto richiesto. “Poi il dio scomparve , lasciando i cinque Pandava , insieme sulla riva de lago . Meravigliati tornarono al loro eremitaggio portando gli attrezzi al bramino.

( Mahabharata )- Il genio del lago

(traduzione dall’inglese massimo taddei)

I cinque fratelli Pandava stavano nella foresta di Dwaitavana per la parte finale del loro esilio. Rimaneva solo un piccolo periodo di tempo prima di doversi travestire e nascondersi per il tredicesimo ed ultimo anno della pena che avevano accettato a seguito della sconfitta nella truccata partita a dadi organizzatagli con intento vizioso dai cugini Kaurava. Si domandavano fra se e se dove dovessero trascorrere la parte finale. Un giorno mentre se ne stavano seduti discutendo in compagnia di rishi ( saggi vedici), un bramino, in palese stato di angoscia si presentò davanti a Yudisthira ( il fratello maggiore, il re, concepito dalla madre Kunti con il dio della giustizia cosmica Dharmaraja quindi il figlio del dio della morte e della giustizia). Il bramino spiegò che un cervo aveva preso possesso dei bastoncini di incenso che egli usava accendere durante i riti religiosi e si era velocemente diretto entro la foresta. “ Gli incensi, insieme al cucchiaio rituale ed altri parafernalia erano tutti legati in una unica matassa. In qualche modo il cervo li ha infilati nelle sue corna . “O eroe io devo averli indietro visto che i miei sacrifici, se potessimo, dovrebbero non essere bloccati.” Yudisthira rassicurò il bramino e si alzò immediatamente in piedi insieme ai suoi quattro fratelli , Bhima, Arjuna , Nakula e Sahadeva. Prendendo i loro archi se ne andarono in cerca del cervo. Benché gli lanciassero molte frecce , comunque, non riuscirono a catturare l’animale. Sfilava velocemente via e svaniva nel folto . I fratelli diventarono stanchi e delusi e approcciato un grande albero baniano si sedettero alla sua ombra. Con cuore pesante Nakula disse a Yudisthira “ Nella nostra gente la virtù non è mai stata abbandonata e noi non siamo mai stati oziosi , né abbiamo mai rifiutato niente a nessuna creatura . Allora perché o re questa calamità ci sta affliggendo ?” - Yudisthira appoggiò il suo grosso arco sul terreno “Non c’è limite alle disgrazie in questo mondo caro fratello. Non possiamo sempre accertarne esattamente le cause perché è il grande dio Dharma che distribuisce i frutti sia delle virtù che dei peccati.” Bhima brontolò :” noi incontriamo questo disastro perché non ho prontamente ucciso Dusashana quando trascinò la nostra moglie Draupadi nella sala delle assemblee sottoponendola alla più penosa delle umiliazioni . Solo Krishna riuscì ad evitarle la peggiore di tutte.” “ Anch’io sono da incolpare per la presente situazione perché non compii vendetta quando Karna lanciò tali crudeli parole quel giorno.” Aggiunse Arjuna. “Anch’io disse Sahadeva, avrei dovuto uccidere Shakuni alla partita di dadi appena iniziò a ingannarti invece di lasciarlo andare avanti, o re . “Yudisthira si rivolse a Nakula : “ E’ certamente caldo in questa foresta , sali veloce , per favore su un albero alto e dai una occhiata in giro alla ricerca di un lago. I tuoi fratelli sono accaldati e assetati. Dopo essersi rinfrescati decideremo il da farsi. “ Nakula salì su un albero nelle vicinanze e scrutò intorno . “Sembra ci sia acqua non lontano vedo ciò che sembra essere un lago e sento anche il canto delle cicogne. Come Nakula scese giù dal tronco Yudisthira disse:” O affascinante fratello vai e raccogli acqua per noi tutti.” Nakula riempite con frecce un paio di faretre lasciò i suoi fratelli. Presto arrivò a un largo, chiaro lago coperto con loto e lillà. Inginocchiandosi giù sulla riva stava per iniziare a bere quando sentì una voce:” O ragazzo non bere quest’acqua. Questo lago è mio e nessuno può bere la sua acqua senza prima rispondere alle mie domande.” Nakula si guardò intorno. Non vedette nessuno, la sua sete era intensa . Non curandosi della voce usando la mano come una coppa bevve l’acqua. Non appena l’acqua sorpassò le labbra egli cadde morto. Dopo un lasso di tempo Yudisthira divenne nervoso , Nakula non era ritornato. Chiese al suo gemello Sahadeva di andare a cercarlo. Sahadeva seguì il tracciato di suo fratello e arrivò al lago. Vedendo Nakula giacente morto sulla sua riva fu preso da sgomento e tristezza. Lo toccò cercando segni di vita. Nakula sembrava immerso in un profondo assopimento. Non aveva perso la lucentezza del corpo ma non aveva pulsazioni e non respirava. Sahadeva rimase eretto , perplesso. Provato da una sete impossibile si recò al bordo dell’acqua per bere . Appena si pose in ginocchio udì la medesima voce dal cielo. “ Non bere l’acqua del mio lago. Prima di tutto dovresti rispondere alle mie domande e in seguito può essere che tu possa bere. “ Sahadeva era incapace di dare importanza a tali parole . La sua sete era oppressiva. Ingoiò un po’ di acqua fresca e come l’ altro fratello cadde morto. Vedendo che nessuno dei fratelli era tornato dopo circa una ora Yudisthira disse all’invincibile Arjuna di andare a dare una occhiata a cosa fosse accaduto. Con l’arco a portata di mano e la spada sguainata Arjuna procedette con cautela. Trovando i gemelli morti sul bordo del lago fu preso dal dolore. Corse da loro e vi si inginocchiò al loro fianco. Non c’erano segni di vita. Arjuna era stordito. Chi poteva averli uccisi ? Non c’era alcun segno di colluttazione. Arjuna guardandosi intorno vide solamente gli alberi muoversi nella brezza e gli uccelli acquatici sulla superficie del lago. Si appropinquò alla riva per sedare la sete e di nuovo la voce tuonò. “ O Parta non tentare con la forza di bere quest’acqua . E’ mia e tu puoi usufruirne solo dopo avere risposto le mie domande.” Arjuna urlò al cielo “ Vieni alla mia presenza e fermami . Tu non parlerai più in questo modo una volta spezzato dalle mie frecce .” E rilasciò immediatamente una innumerevole quantità di frecce che , arricchite della forza di mantra , erano capaci di colpire un obbiettivo invisibile. Arjuna riempì il cielo di frecce , dardi e giavellotti. La voce parlò di nuovo : “ I tuoi sforzi sono inutili, Arjuna. Rispondi alle mie domande o , se provi a bere l’acqua- morirai.”. Non tenendo conto di queste parole Arjuna al primo sorso di acqua cadde morto a fianco ai suoi fratelli. Quasi una altra ora era trascorsa: Yudisthira provava una crescente ansietà. Adesso si indirizzò a Bhima . “ O tormentatore dei nemici , tu sei rimasto seduto qui per un lungo tempo nell’attesa dei nostri fratelli . Penso che dovresti trovarli e riportarli indietro e io aspetterò qui. Bhima assentì e si alzò e corse veloce lungo il percorso verso il lago. Quando vide i tre fratelli giacenti a terra fu sbalordito. Sicuramente questo era il lavoro di un potente Rakshasa ( demoni incarnati in forme orribili con elevati poteri magici che Bhima aveva già facilmente sconfitto in grande quantità) . Sembra impossibile che un essere vivente possa avere abbattuto Arjuna e i gemelli. Bhima considerò che presto avrebbe dovuto affrontare un formidabile nemico. Era meglio bere un po’ di acqua per alleviare un po’ la fatica in preparazione della battaglia. Il Pandava ( in quanto i 5 fratelli erano figli di Pandu) corse giù verso l’acqua e di nuovo la voce celestiale risuonò come dal paradiso: O ragazzo non tentare di bere dal mio lago. Prima rispondi alle mie domande.” Bhima pensò che la voce provenisse da colui il quale avesse ucciso i fratelli : Dette una occhiata intorno molto arrabbiato. L’essere malefico si sarebbe pentito presto del suo vile atto. Non curandosi del suo volere Bhima infilò la faccia nell’acqua e bevve : Come gli altri fratelli cadde al suolo, morto. Solo, Yudisthira aspettava , ma quando non vide tornare Bhima, il più forte fra i fratelli, fu assalito da un brutto presagio. Pensava impossibile che Bhima e Arjuna potessero essere sopraffatti in battaglia . Dove erano finiti? Forse avevano trovato dei celestiali diletti sul lago e se li stavano godendo insieme. No , sicuramente non si sarebbero dimenticati dei loro doveri. Avendo ricevuto il suo ordine essi sapevano che Yudisthira era rimasto ad aspettarli. E in più i parafernalia del bramino non erano ancora stati recuperati. Qualcosa doveva essere successo per impedire loro di tornare. Apprensivamente Yudisthira si apprestò sul cammino per il lago nella foresta. Passando vicino ad alberi coperti di fiori blu e rossi Yudisthira si diresse verso il lago. Il gorgheggiare degli uccelli e il ronzio delle api risuonavano nei suoi orecchi mentre egli si muoveva veloce attraverso il bosco. In pochissimo tempo arrivò al lago che gli sembrò come essere un pezzo della dimora di Indra trasportato sulla terra. Coperto di fior di loto e circondato da una intensa quantità di alberi fioriti e fiori selvaggi. Sulla riva del delizioso lago comunque Yudisthira vide i suoi quattro fratelli sdraiati a terra , rassomiglianti a quattro Lokapalas ( gli otto principali dei che con i loro elefanti presiedono gli otto punti cardinali della bussola cosmica – bellissimi esseri celesti) caduti dal paradiso alla fine di una era. Yudisthira corse dai suoi fratelli e si gettò al suolo al loro fianco. Respirando affannosamente si strofinò via le lacrime. Si lamentò pesantemente e la sua voce echeggiò fra gli alti alberi intorno al lago: “ O Bhima dalle braccia potenti avevi giurato che avresti spezzato le gambe a Duryodhana in battaglia. Di quale valore è la tua promessa adesso ? O Arjuna in che modo mi stai mentendo oggi ? Le promesse degli uomini si dimostrano false ma come possono essere tali quelle degli dei ? Abbiamo udito tutti i celesti proclamare le tue glorie e dichiarare che avresti vinto e riavuto indietro il nostro regno perduto. – Nessuno sarà capace di vincerlo in battaglia- fu la profezia di Indra. Come può tutto ciò essere dimenticato? Sicuramente il mio cuore è fatto di pietra perché non va in pezzi alla vista di ciò che sto vedendo. All’osservare i suoi fratelli privi di vita Yudisthira era assediato da sofferenza. Pianse per un po’ , la sua mente palesemente confusa. Gradualmente si sforzò di riottenere il controllo su di e ponderare la situazione. Chi poteva avere abbattuto tali grandi guerrieri? Non c’erano segni di battaglia e i loro corpi non erano segnati e sembravano accasciati a terra in qualche forma di profondo sonno senza sogni. Yudisthira osservò attentamente il lago. Forse Duryodhana lo aveva fatto riempire con il veleno. Ma nessun veleno poteva uccidere Bhima, come quando i cugini lo avevano pesantemente avvelenato e poi gettato nello stagno . Bhima dormì otto giorni sott’acqua e poi tornò sorridente a casa affamato. Poteva essere che i Kaurava ( i cugini nemici) avessero cospirato con gli Asura ( i demoni - alla lettera i senza luce) per portare la morte ai Pandava. Ma , ancora, quale Asura poteva essere in grado di fronteggiare Arjuna , che da solo aveva sopraffatto i Nivatakavachas ??? Yudisthira guardava intorno . Non si vedevano tracce. Le frecce di Arjuna erano disseminate in qua e là ma non c’era sangue. Sarebbe stato impossibile che Arjuna non avesse almeno ferito il suo nemico. Egli non rilascia mai frecce inutilmente e per un giusto motivo . Arj significa diritto , corretto ,giusto ( in inglese arrow-freccia). Yudisthira cominciò a considerare che qualche potenza senza un corpo materiale potesse avere sopraffatto i fratelli. Li esaminò da vicino. Benché sembrassero morti non avevano perso il loro colore e le loro fattezze corporee erano per niente trasformate. Sicuramente le loro anime erano ancora presenti e abitavano i loro corpi benché i sintomi di vita fossero andati. Sembrava che la loro energia vitale fosse stata rimossa dal dio della morte in persona agendo dal loro interno. Convinto di questo , Yudisthira pensò che avrebbe scoperto la verità se avesse ispezionato il lago entrandovi dentro. Era a causa del lago che i suoi fratelli erano andati incontro alla morte. Yudisthira si infilò nell’acqua e , togliendosi l’armatura, si immerse. Immediatamente sentì la stessa voce che aveva parlato ai suoi fratelli i suoi presagi si rivelavano corretti. “ O ragazzo non prendere quest’acqua. Il lago appartiene a me e se vuoi bere devi prima rispondere le mie domande.” Yudisthira si guardò intorno - “ Chi sei tu??” urlò. “ Sono una gru che vive di muschi e pesci . I tuoi fratelli più giovani disobbedendo ai miei avvisi sono stati da me condotti sotto il controllo della morte. O Re se non rispondi alle mie domande sarai la quinta vittima.” Yudisthira si guardò intorno con stupore. Vide la gru sul ramo di un albero vicino al lago. “ Sei Siva o il migliore dei Vasu ??? O sei un Marut ? E’ impossibile per un uccello avere ucciso questi quattro eroi simili a montagne.” O più forte fra coloro che sono dotati di forza tu hai ottenuto ciò che neanche Dei, Gandharva, ed Asura non possono. Non so chi tu sia e quale sia la tua intenzione, ma sono curioso di conoscere queste cose ed allo stesso tempo sono terrificato. Il mio cuore è tribolante e la mia mente confusa . Ti prego dimmi perché stai qui e quale è il tuo desiderio.” Quindi Yudisthira vide la gru trasformarsi in un enorme , spaventevole essere. I suoi grandi occhi rossi erano appuntiti ed egli fiammeggiava come il sole. Rombando come un tuono egli disse: “ Io sono uno Yaksha non un uccello. Salute a te. ( Yaksha sono geni tutelari di un luogo e fanno parte degli asura). “Sono io che ho ucciso i tuoi potenti fratelli per loro stessa colpa. Benché vietati di bere essi mi hanno disatteso. Se uno ama la vita non dovrebbe prendersi questa acqua con la forza . Il lago è mio e uno può prendersi l’acqua solo a seguito di avere risposto alle mie domande. “O Yaksha io non desidero prendere ciò che è tuo . Io proverò a rispondere alle tue domande al meglio della mia limitata abilità . Ti prego chiedimi pure quello che vuoi. “ Rispose Yudisthira. Così lo Yaksha iniziò a porre domande a Yudisthira.

“Cosa fa si che l’anima si elevi dal suo imprigionamento nella materia . ? Chi le tiene compagnia , chi è la sua guida durante il suo viaggio spirituale e su cosa tutto ciò è fondato???” “E’la conoscenza del Signore Supremo che permette all’anima di elevarsi , le qualità divine sono sue compagne , il dharma è la sua guida, e tutto è fondato sulla verità.” “ Attraverso cosa una persona diviene istruita ? Come uno ottiene tutto ciò che è più elevato ? Come uno può acquisire e sviluppare un secondo sé , e attraverso che cosa , o Re un uomo diventa saggio???” “Un uomo diventa istruito tramite lo studio dei Veda . Con l’ascetismo ottiene ciò che è più elevato . L’intelletto è come un secondo e servire con amore i propri avi fa un uomo saggio. “Quale è la qualità divina dei bramini ? Qual è il loro comportamento che rassomiglia quello del pio , quale è il loro attributo umano e quale loro atteggiamento rassomiglia a quello dell’empio???” “ Lo studio dei Veda è il divino compito dei bramini . L’ascetismo è la pratica simile al pio. , la morte è il loro umano attributo e la maldicenza e la lontananza dalla verità li caratterizzano come empi.” “ Qual è la qualità divina degli kshatriyas ( la casta di coloro che mantengono l’ordine e la giustizia sociale . Nobili, guerrieri, addetti alla legge, governanti , dirigenti, amministratori , la casta del potere ma non del denaro) , qual è la loro purezza e quale la loro empietà e qual è la loro debolezza umana.??? “ Frecce e armi costituiscono la loro divinità , il sacrificio la loro pietà e abbandonare i bisognosi la loro empietà. La paura è la loro debolezza umana.” “ Cos’è il Sama (Veda delle Melodie) del sacrificio, cos’è la Yajur ( Veda dei Riti , della Adorazione) e di che cosa non si può fare a meno ???” “ La vita è il Sama sacrificale , la mente è il suo Yajur Veda ed il Rig Veda ( Inni) ciò di cui non si può fare a meno:” Yudisthira comprese il suo reale significato. Per sacrificio egli intendeva il sacrificio spirituale che genera il calore dell’ottenimento della conoscenza. Nel sacrificio rituale all’aperto che solitamente si performa con fuoco e mantra , i tre Veda , Sama , Yajur e Rig sono richiesti. Nel sacrificio soggettivo , spirituale , l’acquisizione della vera conoscenza insieme con la vita e la mente sono altrettanto necessari come i mantra dei tre Veda lo sono per il sacrificio rituale. In particolare il sacrificio spirituale dipende dalla preghiera che è rappresentata dagli inni del Rig Veda. Lo Yaksha andava avanti senza pausa : ” Cosa è di più grande valore per i contadini, per coloro che seminano , per coloro che aspirano alla prosperità e coloro che vogliono generare ?” “ La pioggia è la cosa di maggior valore per i coltivatori, per i seminatori i semi , per coloro che desiderano la ricchezza è la mucca, e per chi vuol generare il figlio maschio.” “ Quale persona benché respiri , fornita di intelligenza, rispettata dal mondo e che si gode i piaceri dei sensi è nondimeno detta essere non vivente ? “ La persona che non soddisfa gli dei , gli ospiti , i servi , gli avi, e se stesso con l’offerta di cibo santificato, costui è detto morto anche se respirante.” “ Cosa è più pesante della terra ? Cosa è più alto del cielo? Cosa più sfuggente del vento? E cosa più numerosa dell’erba? “La madre è più pesante della terra. Il padre è più alto del cielo. . La mente è più sfuggente del vento e i pensieri sono più numerosi dell’erba. Servendo la madre si conquista la terra e servendo il padre il cielo.” Lo Yaksha continuò.” Chi è che non chiude gli occhi quando dorme. ? Cosa non si muove dopo la nascita ? Che cosa non ha cuore e cosa si accresce con la propria forza ?“I pesci non chiudono gli occhi quando dormono, le uova non si muovono appena nate , la pietra non ha cuore e il fiume si gonfia della propria forza.” “ Chi è l’amico di un esiliato, di un capo famiglia, di un malato, e di un uomo morente ?” “L’amico di un esiliato è il suo compagno di sventura , quello del capo famiglia è la moglie, quello della persona malata è il medico e la compassione è l’amico di un uomo morente.” Chi è l’ospite di tutte le creature ? Qual è l’eterna religione ? O re dei re qual è il nettare che da la vita e cosa è che pervade tutto l’universo ? “Agni è l’ospite di tutte le creature ( Dio del fuoco e del fumo della cremazione) . Il latte di mucca è il nettare che da la vita detto anche la religione liquida. L’offerta di ghee nel fuoco sacrificale fatta al Signore rappresenta l’eterna religione , e l’intero universo è pervaso di etere. “Chi è che erra da solo ? Chi rinasce dopo la sua nascita? Cosa è l’antidoto al freddo e qual è il terreno più grande ? “ Il sole vaga solitario. La luna ripetutamente rinasce . Agni è l’antidoto al freddo e la terra è il terreno più grande.”Qual è la più alta vetta della virtù ? E quella della fama? Cosa del paradiso e cosa della felicità???” La liberalità , la tolleranza è la più alta vetta della virtù , e della fama lo è la carità, del paradiso la verità e della felicità il più alto rifugio è la buona condotta.” Lo Yaksha cominciava a addentrarsi nel cuore della conoscenza vedica.

“ Cos’è l’anima di un uomo? Qual è l’amico datogli dal destino? Qual è il suo principale supporto e la sua più alta vetta ? “

“ L’anima di un uomo è suo figlio, sua moglie è l’amico datogli dal destino, le nubi sono il suo sostentamento e la carità la vetta della sua vita.”

“ Qual è il più lodabile di tutti gli strumenti, di tutte le sorti di ricchezze e di tutti i tipi di felicità? E qual è il più importante di tutti i guadagni???”

“La abilità è la qualità più lodabile. La conoscenza è la più grande ricchezza. La salute il maggior ottenimento e l’autoaccontentarsi è la più alta felicità.”

“ Qual è la più grande virtù nel mondo? Quale religione porta sempre i suoi frutti? Qual è quella cosa che se controllata non porta mai l’uomo alla miseria? E con chi una amicizia non si rompe mai?”

“ Ahimsa, l’astenersi da nuocere a qualsiasi creatura è la più grande delle virtù. La religione dei tre Veda porta sempre frutti. La mente se controllata non porta alla rovina e l’amicizia con il giusto non si rompe mai.”

“Rinunciando a che cosa l’uomo si rende caro agli altri??? Cosa è che se abbandonata non conduce mai alla rovina? Cosa in caso di rinuncia porta alla ricchezza e cosa in caso di rinuncia alla felicità???”

“ Mollando l’orgoglio si diventa cari agli altri . Abbandonando la collera non si va in rovina . Il desiderio se abbandonato conduce alla ricchezza e l’abbandono dell’avarizia porta alla felicità.”

“ Per quale motivo uno distribuisce carità ai bramini, ai danzatori, ai servi, ed al re?”

“ Uno da ai bramini per ottenere meriti religiosi, ai danzatori per essere rinomato, ai servi per il loro supporto, e al re per essere liberato dalla paura.”

“ Cosa è che avvolge il mondo? Che cosa impedisce ad una persona di scoprire il suo vero se?

Perché si dimenticano gli amici e che cosa impedisce ad un uomo di andare in paradiso?

“ Il mondo è avvolto nell’oscurità, l’ignoranza spirituale impedisce la vera realizzazione del se. Gli amici vengono dimenticati a causa dell’avarizia e l’attaccamento alle cose del mondo ostacola la via alla beatitudine.”

“ A causa di cosa un uomo è considerato morto? Cosa fa si che un regno sia considerato morto e cosa rende morto un sacrificio ???”

“ Una persona misera di sentimenti , benché vivente, è considerata bell’ e morta . Un regno senza re è considerato morto e un sacrificio senza la carità è morto.”

“ Qual è il sentiero che uno dovrebbe percorrere? Cosa è altrimenti detto quale acqua, cibo, e veleno. Qual è il tempo giusto per la shradda ( fede religiosa) ?”

“ Seguire le tracce della correttezza costituisce il giusto sentiero . Lo spazio è detto anche acqua negli antichi testi Veda sulla cosmogonia. La mucca è considerata cibo dato che dal suo latte si ottiene il ghee per il sacrificio e grazie al sacrificio c’è la giusta pioggia da cui crescono i cereali. Una richiesta materiale è veleno. Il giusto tempo per la shradda è quando un bramino qualificato sia disponibile.”

Yudisthira era insicuro che le sue risposte avessero soddisfatto lo Yaksha che non dava segni di assenso o dissenso all’atto delle risposte del re. Lo guardò interrogativamente.

“ Qual è o Yaksha la tua opinione? “ Ma lo Yaksha semplicemente andò avanti a porre quesiti.

“ Qual è la caratteristica del vero ascetismo? Quale quella dell’autocontrollo? Cosa sono l’atteggiamento perdonativo e la vergogna?”

“ Seguire i propri doveri dati dal proprio dharma ( svadharma) è ascetismo. Autocontrollo significa tenere la mente ferma nel ricordo di Dio. La perdonatività consiste nel tollerare i nemici e la liberazione dalla vergogna consiste nell’astenersi da qualsiasi atto vile.”

“ O re cosa è detto essere la conoscenza? Cos’è la tranquillità? Qual è la più grande gentilezza e cos’è la semplicità?”

“ Capire il brahman è la vera conoscenza. Un cuore pacifico è la tranquillità . Gentilezza consiste nel desiderio di benessere verso tutte le creature e semplicità è l’equanimità della mente verso l’esterno.”

“ Qual è l’invincibile nemico dell’uomo? Quale la sua incurabile malattia? Quale uomo è considerato onesto e quale disonesto?”

“ La collera è l’invincibile nemico. La cupidigia è la malattia incurabile. Un uomo che è amico di tutte le creature è onesto e il crudele disonesto.”

“ Cosa o grande re è conosciuta come ignoranza? Cosa è detto essere l’orgoglio? Cosa è inteso essere l’oziosità? E cosa è detto angoscia?”

“ Non conoscere i doveri propri del dharma è ignoranza. Orgoglio significa credere di essere l’attore vero degli atti in questo mondo senza riconoscere che c’è un supremo potere in controllo di tutto. Oziosità è non compiere i propri doveri dharmici e l’ignoranza è angoscia.”

“ Cosa è conosciuto dai saggi rishi come stabilità ? , e cosa è pazienza ? Quale si dice sia la migliore abluzione e cosa è detto carità?”

“ Stabilità è aderire fermamente ai propri doveri dharmici . Pazienza è il controllo dei sensi. La migliore delle abluzioni è lavare la mente da tutte le impurità dato che l’acqua da sola non porta alla liberazione altrimenti , o Yaksha , i pesci di questo lago sarebbero anime liberate. Carità, compassione significa proteggere tutte le creature.”

“ Chi , allora , o re, è considerato istruito? Chi un ateo? Chi un ignorante? Cosa è detto desiderio e cosa invidia???”

“ Uno che conosce i propri doveri è detto istruito. Un uomo ignorante è un ateo e così un ateo è un ignorante. Il desiderio significa bramare le cose materiali e del mondo e l’invidia non è niente altro che l’angoscia del cuore.”

“ Cos’è l’ipocrisia? E cos’è la grazia degli dei? Cosa è chiamata malvagità?”

“ Porsi falsamente da sembrare religioso e non esserlo nel cuore è chiamata ipocrisia. La grazia degli dei è il risultato della carità di cuore. Malvagità significa ingiuriare gli altri.”

Lo Yaksha affondò : “ Dharma , artha e kama , gli obbiettivi della vita , ( sarebbero: dharma - seguire la virtù , la legge morale e naturale, il cosmos ; artha- la prosperità economica che ne consegue e che è protetta dal dharma ; kama – il piacere derivante dalla prosperità dharmica è piacere vero e sostenibile) sono opposti l’uno l’altro . Come possono coesistere???”

“ Quando un marito e una moglie sono felicemente uniti con l’intento di eseguire i doveri del dharma allora questi tre possono anzi coesistono armoniosamente rinforzandosi l’uno l’altro.”

“ Chi , o migliore dei Bharata , è destinato alla eterna dannazione , presto rispondimi all’istante!

“ Colui che convoca un bramino per le elemosine ma poi non gli concede niente viene condannato a duraturo inferno . E anche colui che nega la veridicità dei Veda , dei bramini, degli dei, e della religione dei padri. In particolare colui che ricco nega di donare ad altri bisognosi soffrirà successivamente questo profondo errore.”

“ O Re , dimmi con certezza cosa fa di un uomo un bramino ? E’ la nascita , il buon carattere , studiare e imparare i Veda ???”

“ Sentimi o Yaksha , o degno di adorazione , quali sono le vere caratteristiche di un bramino. E’ dal solo comportamento che egli viene riconosciuto . Nascita e istruzione, anche la conoscenza di tutti i Veda sono inutili se non c’è un buon carattere. E’ bramino solo colui che persegue i suoi doveri dharmici , religiosi, offrendo sacrifici e tenendo i sensi sotto controllo. Altrimenti deve essere considerato peggio del sudra. “

“Cosa si ottiene con il parlare gradevole ? Cosa ottiene colui che agisce solo dopo avere riflettuto attentamente ? Cosa guadagna l’uomo con molti amici? E cosa ottiene colui che è dedito alla virtù? “

“ Chi parla amorevolmente diviene caro a tutti. Chi agisce con cura ottiene tutto ciò che cerca. L’uomo con molti amici vive felice questa vita ma l’uomo virtuoso ottiene felicità in questa e nella prossima. Felicità durature.”

Adesso lo Yaksha finalmente disse: “ Sono soddisfatto , rispondi alle ultime quattro domande e io ristabilirò in vita uno dei tuoi fratelli. Chi in questo mondo può dirsi felice? Quale è la cosa più meravigliosa? Quali sono le forze che agiscono inesorabilmente in questo universo e come uno può trovare il sentiero eterno della corretta religione e del dharma?”

Yudisthira stanco sentì la responsabilità della vita dei fratelli e non si discostò né dalla verità né dal sincero impegno e disse :” Colui che non ha debiti e non è esiliato , vive semplice, mangiando cibo semplice a casa sua è felice. La cosa più meravigliosa è che benché tutti i giorni innumerevoli creature vadano alla dimora della morte un uomo pensi ancora di evitare questo evento e di essere immortale nel corpo. Le forze che agiscono come le stagioni in questo universo che è come un calderone sono il sole come suo fuoco, giorni e notti come combustibile, cicli lunari come mestolone , e tutte le creature che sono cotte dal tempo.

Il sentiero del dharma eterno , della religione eterna si trova solo nel cuore dei grandi mistici.”

Lo Yaksha sorrise: “ Tu hai risposto giustamente ogni domanda. Dimmi quale dei tuoi fratelli vuoi che io riporti alla vita. “

“ O Yaksha lascia che Nakula alto come un albero sal dotato di largo torace e lunghe braccia come serpenti torni alla vita.” Lo Yaksha fu sorpreso “ Ma per te è senza dubbio più importante il potente Bhima che Nakula , o re, e Arjuna è addirittura il tuo comandante in capo . Perché quindi chiedi che Nakula sia il primo a tornare vivo? “

“ Colui che sacrifica la virtù è a sua volta distrutto.” Replicò Yudisthira “ e colui che preserva la virtù è dalla virtù a sua volta preservato. Io quindi sono con cura attento ad osservare la virtù. Per motivi di pura convenienza. Per me virtù è trattenersi dalla crudeltà e ciò è superiore ad ogni ottenibile cosa di questo mondo. Così chiedo Nakula. Le due mogli di mio padre sono state Kunti e Madri che per me sono uguali . Con me Kunti ha ancora un figlio vivo , ma Madri la mamma dei due gemelli Nakula e Sahadeva non avrebbe alcuno. Con il desiderio di agire equanimamente verso le mie due madri chiedo la vita di mio fratello Nakula.”

“ Dato , o Pandava, che tu consideri astenersi dal nuocere agli altri superiore sia alla prosperità che al desiderio , allora che i tuoi fratelli tornino tutti alla vita !

Detto questo da parte dello Yaksha i quattro fratelli si alzarono dal suolo come da un riposo . Si sentirono rinfrescati e liberi da fame e sete.

Allora Yudisthira chiese allo Yaksha:” Chi sei tu o grande essere , che assumi la forma di una gru? Dimmi invero la tua identità o migliore fra i conoscitori del dharma . Sei un dio ? O forse sei mio padre stesso ???” Yudisthira aveva intuito correttamente , lo Yaksha rispose: Sono assolutamente tuo padre, o migliore dei Bharata . Conoscimi come Dharmaraja. Sono venuto con la sola intenzione di incontrare te , per il grande piacere che questo genera ad ogni uomo , che dire di me ! Fama, verità ,

autocontrollo, purezza,semplicità, carità , modestia, stabilità, ascetismo e astinenza sono i miei arti.

Io sono caratterizzato dalla astensione dal nuocere , imparzialità , pacificità, ascetismo, purezza e umiltà. Tu possiedi tutte queste qualità , caro figlio. Per buona fortuna tu hai conquistato i tuoi sensi, e la tua mente e pratichi la virtù. Volevo testarti e sono completamente soddisfatto e dolcemente pacificato. Chiedimi delle grazie ed io te le assegnerò. Coloro che sono devoti a me non necessitano di esperimentare la sfortuna. “

Yudisthira si inchinò rispettosamente davanti a suo padre e disse: “ Il mio primo desiderio è che il rito Agnihotra del bramino i cui attrezzi ( parafernalia) erano andati perduti a causa del cervo non sia interrotto .”

“ O figlio di Kunti fui io nella forma del cervo che portai via i parafernalia. Ecco te li ritorno. Chiedimi altre grazie.”

Yudisthira pensò attentamente :” I dodici anni della condanna alla vita di foresta in esilio sono adesso completati . Il tredicesimo noi dobbiamo sopravvivere in incognito. Prego accordaci che nessun uomo ci riconoscerà durante tale periodo.”

“ Così sia. Anche se doveste vagare nel mondo così come siete realmente senza camuffarvi comunque nessuno vi riconoscerebbe. Con il mio favore vivrete una segreta vita in incognito nella città di Virata. Adesso prenditi questi bastoni per il fuoco che servivano al bramino e chiedimi un’altra grazia. Non sono soddisfatto di concederti solo queste due. O Yudisthira devi sapere che io ti ho generato. E tuo zio Vidura , tuo amico e sostenitore è anch’egli parte di me.”

( la storia di come Vidura , una volta Dharmaraja abbia dovuto esperire una vita da umano è anch’essa gradevole).

Dharma allungò i bastoni a Yudisthira che replicò.” O dio degli dei , è sufficiente per me averti visto. Per fare il tuo piacere però accetterò un’altra grazia. O signore accordami di essere sempre in grado di superare l’avarizia, la follia e la rabbia, e che la mia mente sia sempre incline verso la compassione , ascetismo e verità.”

Dharma sorrise soddisfatto e disse: “ Ma per natura tu sei dotato di tali qualità o Pandava. Tu sei già la personificazione della virtù. Ma ti accordo quanto richiesto. “Poi il dio scomparve , lasciando i cinque Pandava , insieme sulla riva de lago . Meravigliati tornarono al loro eremitaggio portando gli attrezzi al bramino.

1 commento:

  1. Credo che sia in assoluto il post più lungo che ho mai visto da oltre due anni che frequento i blog, un vero record! Appena mi trovo un pomeriggio libero che piove lo leggo, prometto, perché l'incipit mi intriga.

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