venerdì 31 maggio 2013

tour in Iran (partenza 23/04)


Tour effettuato in Iran (partenza 23/04) Sono rimasto molto soddisfatto dal viaggio, sia dal punto di vista organizzativo, che dal punto di vista logistico.
Un particolare grazie al signor Hamid , persona garbata intelligente e disponibile
Grazie, anche all'efficenza dell'autista del pullman, e alla pazienza...
Una gran bella esperienza di cui terrò conto per le scelte future Cari saluti

mercoledì 29 maggio 2013

Iran - un viaggio che non dimenticheremo

Siamo appena tornati dal viaggio in Iran. E' stato un bellissimo viaggio pieno di piacevoli sorprese,organizzato davvero molto bene in un continuo crescendo di cose interessanti. Siamo stati sempre accolti con affetto e disponibilita' e il popolo iraniano ci ha conquistato con la sua dolcezza... Merito anche della professionalita'e generosita' della nostra guida che in piu'occasioni si è rivelato non solo un esperto accompagnatore ma un vero amico. Con lui infatti si è potuto parlare liberamente non solo della storia del paese ma anche delle abitudini,delle contraddizioni...insomma della realta' dell'Iran. E' stato brillante nella risoluzione di un problematica che si era presentata.   Anche  l'autista,è stato il nostro angelo custode... non ci mai lasciato e anche alla sera è stato sempre disponibile ad accompagnarci. Ci ha sempre rallegrato durante il viaggio e,anche grazie a lui,i lunghi trasferimenti sono stati meno pesanti. Grazie alla guida  poi abbiamo visitato luoghi che non erano neanche nel programma e questo dimostra ancora una volta la sua professionalita'. Insomma è stato un viaggio bellissimo che non dimenticheremo!!!

Viaggio in Iran - posti visitati e competenza

Desidero manifestare la piena soddisfazione che abbiamo avuto nell'effettuare il viaggio in Iran.
La riuscita del viaggio è dovuta sia ai posti visitati, sia alla competenza del personale iraniano che ci ha accompagnato nel viaggio, e cioè: il signor XX che ha guidato il bus in maniera impeccabile e il signor XX che ha prestato la sua guida in maniera estremamente professionale. Sia come cultura per le esaurienti spiegazioni dei siti visitati e della cultura iraniana, sia per la sua capacità e disponibilità a risolvere anche i più piccoli problemi, che normalmente si creano in viaggi di questo tipo. Abbiamo avuto un problema con l 'autista  del bus ma grazie all'impegno, la professionalità e l' abilità dell'operatore che lo ha sostituito il gruppo ha potuto raggiungere l'aeroporto in tempo utile per prendere l'aereo per Shiraz. Saluti

Le antiche regioni CARIA & LYCIA



Il Mediterraneo del mito, le sue acque cristalline, la vacanza sul mare… in caicco lungo le coste turche.  

Il caicco è una tradizionale imbarcazione dell’Egeo e della Magna Grecia. Costruita in legno massiccio, manualmente, di larga stazza  a motore con vela ausiliaria, che difficilmente viene issata in quanto necessita di molto vento. Il particolare scafo dell’imbarcazione consente di ormeggiare in rada, di fronte alle spiagge, alla foce dei fiumi che si tuffano nell’Egeo, in prossimità di siti archeologici straordinaria resti, presso baie incantevoli. 



Perchè Ulisse impiegò più di venti anni per tornare a casa? L’acqua è cristallina, il cielo notturno è una delle meraviglie di questa terra. La costa turca meridionale, densamente popolata in epoca classica, è boscosa, fertile, verde, alterna comode e lunghe spiagge a scogliere punteggiate da pinete assolate. Piena zeppa di resti archeologici (in mare e lungo le coste).

La vacanza richiede lo spirito di adattamento alla quotidiana vita di bordo, ma gli spazi sono comodi e confortevoli. Cibo eccellente, turco, cucinato dal cuoco di bordo e servito dall’equipaggio.

Le crociere sono effettuate con caicchi standard, belli e funzionali ma semplici (no a/c) da un minimo di 4 ad un massimo di 10 cabine, dai 16 ai 27 metri di lunghezza. I programmi di tutte le crociere iniziano di solito con la cena della prima sera e terminano con la colazione dell'ottavo giorno. La barca trascorre la prima e l'ultima notte nel porto di partenza/arrivo.

Gli itinerari delle crociere possono subire variazioni in base alle condizioni meteorologiche e comunque a discrezione del capitano, pur cercando il più possibile di rispettare i programmi indicati. Si naviga mediamente non più di 5 ore al giorno, molto tempo per il bagno e le spiagge

Le escursioni a terra sono facoltative (eventualmente da pagarsi in loco ma i prezzi sono accettabili e si può trattare). Le pulizie vengono effettuate una volta alla settimana prima della partenza.
Tutte le cabine dispongono di bagno, doccia comoda, un po’ rustica. I lenzuoli sono forniti dalla barca.

Info
Tel. 0565 944374
Mail info@viaggidelgenio.it


mercoledì 22 maggio 2013

Lungo le coste dell'Egeo in caicco


La Turchia, patria eccelsa di miti e cultura, ospita a sud-ovest un tratto di costa particolarmente affascinante: l’insenatura compresa tra Marmaris e Fethiye.

Lungo le coste dell’Egeo, vi proponiamo un crociera in caicco, per godere appieno della vista di questi luoghi stupendi, dal fortissimo impatto emotivo, senza rinunciare ad un ambiente confortevole e ben arredato, con un equipaggio a disposizione che si occuperà della navigazione, della pulizia e della cucina.

Ecco il Tumer 1, il nostro caicco

Le stesse comodità di un hotel di lusso sul mare, senza perdere il contatto con la natura e senza dover rinunciare alla sensazione del vento tra i capelli; navigando vicino alla costa ed ormeggiando in baie stupende.

La crociera parte da Marmaris, cittadina costiera situata in un’incantevole baia protetta dai venti con un meraviglioso porto naturale dall'aspetto simile ad un lago. Atmosfera tipicamente marinara. La città vanta, oltre che un porto naturale di grande impatto paesaggistico (uno scrigno d’acqua azzurra posta all'interno di una baia che la ripara dai venti), uno scalo turistico tra i più esclusivi della Turchia.

La crociera continua risalendo in prossimità il fiume Dalyan dalla foce, offrendo alla vista il meraviglioso spettacolo del sistema lagunare. Prosegue verso Batikhamam dove incontra una striscia di morbida sabbia bianca, qui nidificano le tartarughe caretta-caretta ed è possibile osservare da vicino gli esemplari adulti. Il viaggio nella natura continua con lo snorkeling all’isola di Yassica caratterizzata dai suoi limpidi fondali da sogno.

Oltre al fortissimo impatto naturale questo tragitto è colmo di cultura: resti emersi di teatri, agorà, colonnati. Visiterete le tombe dei re scavate nella pietra vicino alla città di Kaunos, con i suoi imponenti resti archeologici, tra cui il teatro greco.

le tombe dei re 

Tramite questo link potrete scaricare l’itinerario completo del Viaggio in Turchia in caicco. Per qualsiasi informazione potete contattarci cliccando su questo link: Il genio del bosco  oppure alla pagina Facebook: “I viaggi del genio”.

giovedì 16 maggio 2013

Uzbekistan Maggio 2013

...viaggio entusiasmante.... avevate ragione Bukhara e Khiva sono a dir poco eccezionali...
ottima guida disponibile, simpatica e anche ottimo autista.
a presto, Renata

Nepal Maggio 2013

The group left this afternoon ... all with happy note !!! 
It was indeed a pleasure handling this group. We did a bit of value additions like taking them to evening prayer in Pashupatinath, special audience with Kumari goddess in Patan and one farewell dinner from your side. 
Overall... it did wonders !!!  
By the way, Gabriella is thinking of organizing a conference of her association in Nepal ( in a few years time)... please get in touch with her and discuss on that possibility as it would be a good 
business opportunity for us.
Regards  !!! 
Pankaj Pradhananga 

venerdì 10 maggio 2013

Trekking Wadi Rum 27 aprile 201


Meraviglioso voglio tornare quanto prima. Ahmadi e organizzazione araba fantastica! ... invierò foto con calma. Grazie ancora...!

lunedì 6 maggio 2013


Giordania, Gerusalemme, Istanbul 27 marzo 7 aprile 2013
Diario di viaggio. di Alex e Maria Rosa
Dopo quasi 10 anni torno in Giordania…. Approssimandosi il viaggio, ho rievocato l’esperienza passata quando raggiungemmo Aqaba con Anfalù: sono ansioso  di riviverla! Questa volta abbiamo utilizzato l’organizzazione "Il Genio del Bosco”, che offriva un pacchetto conveniente per la Giordania, cui abbiamo aggiunto un soggiorno di un paio di giorni a Gerusalemme e Istanbul. 
… ad Amman poco prima della mezzanotte locale…. Il nuovo aeroporto è davvero notevole ed elegante ma lontano alcune decine di chilometri dalla città. Quindi, dovendo anche ottenere il visto, arriviamo in albergo dopo mezzanotte!
Giovedì (giornata di fine settimana nel Paese) iniziamo il giro turistico della città con la “cittadella”: scenograficamente edificata su di una collina che domina la città antica, con un interessante museo, che espone ordinatamente  i reperti delle varie civilizzazioni, dal neolitico all’era islamica. La vista dell’abitato, distribuito su 7 colline, è sconfortante per la disordinata architettura delle nuove costruzioni popolari, malgrado l’utilizzazione della splendida pietra chiara, che l’ha fatta definire:  “La città bianca”! Perché gli edifici sono costruiti con la pietra bianca delle cave locali, che conferiscono alla città, nei quartieri moderni, realizzati nel rispetto dei piani regolatori, un immagine di ordine  e pulizia. Ma Amman oggi accoglie oltre un milione  e mezzo di abitanti (circa 1/6 della popolazione Giordana)  e presenta due volti: quello tradizionale, sviluppatosi attorno alla cittadella, sulle colline e presso il Teatro Antico (l’antica “Philadelphia” romana), con stradine strette, spesso pittoresche, il “decumano” ed il “ Cardo” erano  larghi 10 metri, fiancheggiati da colonne Corinzie; quello moderno, lontano dal centro, con viali larghi alberati ed edifici commerciali e ville con giardini rigogliosi…. Scendiamo lungo ripide stradine al centro storico per visitare il teatro romano, realizzato sulle pendici di una delle colline e armonicamente collocato per fruire dell’illuminazione ottimale della scena nel pomeriggio. Capace di circa 7000 spettatori, si presenta pregevolmente ornato di modanature ed eleganti nicchie nella scena. Proseguiamo poi lungo l’autostrada verso la frontiera Irachena dove, dopo un lunch in trattoria con specialità giordane (10 Dinari 11€) nei pressi di Al-Azraq, visiteremo 3 siti notevoli, definiti “castelli” nel deserto, collocati lungo la carovaniera tra Damasco l’Arabia, prescelti per la vicinanza ad una grande riserva di acqua sotterranea, che creava un’oasi, oggi inaridita causa l’esigenza di  pompare  l’acqua verso Amman: Qasr Azraq: antica fortezza edificata da oltre 20 secoli in pietra basaltica. Notevoli i grandi massi con cui sono realizzate le possenti mura, ma non paragonabili a quelle Incas di Cusco (ma realizzate molti secoli prima…) Fu Quartier generale di Lawrence d‘Arabia nella rivolta araba, sponsorizzata dagli inglesi, contro gli ottomani.  Qasr Amra: raffinata residenza privata ai margini di un lago (oggi inaridito), utilizzata come base per la caccia ed impreziosito da eleganti affreschi, un po’ osè per la cultura mussulmana (donne discinte) , bisognosi di urgenti restauri che li renderanno affascinati. E’ presente addirittura un bagno con frigidarium, tiepidanur a  calidarium, che fa intuire il rango e l’agiatezza dei fruitori. Riconosciuto come Patrimonio dell’ Umanità. Qasr Qarahan: autentico caravanserraglio, ricco di ben 64 ambienti su tre piani,  realizzato anche con funzioni di difesa , ma realizzato con sofisticati  sistemi di aerazione ed impreziosito da motivi decorativi nelle costole e nelle modanature delle piccole finestre.  Al ritorno, scopriamo una parte moderna della città, che appare  tentacolare per la rete di autostrade  con ben 6 ring che instradano un intenso -ma ordinato- traffico automobilistico, ingentilite da numerosi arbusti. 
Venerdi  29. Oggi puntiamo verso Nord, quindi la frontiera con la Siria. Il tempo è -al solito- splendido con cielo terso e luminoso, che ricorda quello greco!. L’autostrada scorre tra colline verdeggianti e disabitate, puntando verso Irbid: la città universitaria, che ha più studenti siriani che giordani.  La strada verso Um Quais  (Gadara) è ora tortuosa ed arriviamo al sito solo verso le 11 . Siamo in una splendida posizione panoramica sulle alture del Golan e vista sul lago di Tiberiade. La sua posizione strategica ha sempre costituito un nodo di scambi internazionali: infatti in un punto più in basso, ma molto prossimo s’intersecano i confini con Siria, e con Israele . Gadara, con il suo nome antico, fu fondata nel IV secolo a. c. da Macedoni, per poi pasare sotto il controllo dei Seleucidi . Poi l’Imperatore Augusto la concesse a Erode il Grande. Dopo la sconfitta di Bizantini, Gadara passò sotto il controllo dei Mussulmani. Il sito archeologico fu individuato all’inizio del 1800, ma l’opera di scavo e restauro iniziò dopo la 1° Guerra Mondiale,  -solo nel 1982- gli abitanti dell’antico villaggio ottomano furono trasferiti ed iniziò  una significativa opera di ripristino.
All’ingresso del sito archeologico, troviamo edifici funerari notevoli per le porte in basalto, finemente lavorate.  Sull’Acropoli visitiamo un Museo archeologico con una raccolta di statue romane ispirate a opere greche del IV secolo a. C.. Più avanti troviamo una Basilica del VI secolo a pianta ottagonale, con alcune colonne in basalto nero, ancora in piedi  Ammiriamo poi  un quadriportico affacciato sull’antico cardo, finemente pavimentato e fiancheggiato da colonne (che, presumibilmente, sostenevano un tetto in legno) e lungo il quale si aprivano botteghe.   Superata la Basilica, arriviamo al Teatro, realizzato sempre in basalto nero, in cui spiccano  sei “sedili d’onore”, con schienale in pietra .
Ripartiamo verso Jerash, dove all’arrivo troviamo un moderno ed accogliente ristorante con specialità  giordane, ma apprezziamo soprattutto il pane……! Cotto lanciando la pagnotta cruda contro le pareti del forno!. Ci colpisce l’organizzazione del locale per servire centinaia di clienti, esibendo all’ingresso un forno in piena attività!……Per  poi ammirare la porta d’ingresso, realizzata per l’arrivo dell’Imperatore Adriano nel 129 d.C.….
La città, fondata nel III secolo a.c., all’arrivo di Alessandro Magno , era il più grande insediamento dell’area M.O. La sua ricchezza, era dovuta alla fertilità del terreno ed all’abbondanza d’acqua, ma ebbe un incremento conseguente agli scambi commerciali, favoriti dalla costruzione della strada Damasco Amman (Philadelphia). Tale situazione stimolò un’espansione edilizia ed un popolamento, funzione dell’importanza acquisita. La protezione di sabbia e terra per molti secoli ed un lungo lavoro di restauro, ancora in corso, sta restituendo l’immagine di opulenza, che la fa apparire comparabile con I  “Fori Imperiali” a Roma! 
Torniamo ad Amman col desiderio di conoscere una zona pedonale, dove osservare il passeggio festivo, ma ci rendiamo conto che la città ha un approccio americano: Mall e pochi centri di aggregazione, come a Los Angeles…! 
Sabato 30. Partiamo presto per il mitico Monte Nebo (700 m s.m.), dove la tradizione vuole che Mosè abbia mostrato la Terra  Promessa ai seguaci, per poi morire ed essere seppellito in luogo non ancora scoperto. Il luogo, con la vista della valle del Giordano che scorre oltre mille metri più sotto,fino allo sbocco nel Mar Morto (-400 m.) ha qualcosa di mistico, come gli olivi che arrivano fino al precipizio. Incoerente appare invece la grande chiesa in costruzione, dove saranno allocati i mosaici -non molto raffinati- scoperti e revisionati, allo stato esposti in un suggestivo museo -con studiata illuminazione- realizzato a cura da Italiani negli anni 50. Proseguiamo poi per Madaba, scendendo i tornanti delle strada panoramica. Qui ci fermiamo nell’accogliente “Visitor Center”, per poi attraversare le stradine che conducono alla chiesa ortodossa, che custodisce il prezioso mosaico, che riporta  numerose località della Terra Santa viste da Nord, con iscrizioni in greco antico e gli itinerari dei Pellegrini. La chiesa, di rito ortodosso, appare spoglia come le paleocristiane, ma è un “must”. 
Malgrado il desiderio dei collezionisti di paccottiglia di dedicarsi allo shopping, ripartiamo in  tempo per Umm Er Rassas, dove visitiamo lo straordinario sito della città quasi distrutta da un  terremoto dove -nella chiesa di S.Stefano- troveremo dei preziosi mosaici. Molto opportunamente si raggiunge in auto un parcheggio, distante alcune centinaia di metri dal sito vero proprio, percorrendo un sentiero attraverso le rovine delle costruzioni, fino a pervenire  a  quello che appare come un capannone, ma è la protezione della preziosa chiesa bizantina, dove ammiriamo il  più grande, se non il più bel pavimento a mosaico mai visto, seppur deturpato dagli iconoclasti che -con assurdo ma scrupoloso impegno- s’impegnarono a distruggere ogni rappresentazione di figure umane. Nell’attesa d’informazioni sulla transitabilità di un’autostrada, dove sono in corso importanti lavori, ci rilassiamo al bar del complesso  dopo le tre visite, per riordinare  ricordi ed emozioni 
Comincio a sperare  che la strada alternativa -che dovremmo percorrere- ci consentirà di affacciarci sul profondo Canjon di Wadi Mujib -previsto nel programma- ma scartato da Ahmed, perché troppo lontano rispetto al nostro itinerario... Proseguiamo poi, lasciando l’autostrada, verso la “piccola Petra”, percorrendo una strada stretta ma perfettamente asfaltata, che attraversa un paesaggio incantevole di aspre rocce, per poi scendere rocambolescamente verso un pianoro, che appare orlato di rocce. Quando lo raggiungiamo, entriamo in un paesaggio fantastico di rocce erose dal vento e dall’acqua di un antico torrente che, nella suggestiva luce del tramonto, ci affascina. 
Ma è quando lasciamo il minibus per entrare nel Sik l’entusiasmo di tutti raggiunge vette che raramente toccano anche viaggiatori navigati…! … Non colpiscono tanto i templi, certamente più modesti di quelli che ricordavo a Petra, ma gli antri e le grotte delle attività commerciali ed il racconto di  Ahmed, che ci parla di carovane di migliaia di Cammelli che venivano “parcheggiati” all’esterno  della gola, all’interno della quale venivano depositate  le mercanzie. Poi l’incontro con Samuele il guardiano del sito (53 anni, non più di 4 denti, due mogli di 50 e 42 anni 3+3 figli) che cordialmente s’intrattiene con noi.
Quando riprendiamo la strada verso Petra, dopo un lunghissimo e –sembra- fruttifero shopping nelle bancarelle dei souvenir da parte delle donne, un’altre forte emozione ci colpisce: una distesa di rocce erose che ricordano la Cappadocia, di suggestiva bellezza nella luce morente rosata del tramonto. Che fortuna avere la sensibilità per godere di questi spettacoli, che molti solo vedono con gli occhi ma che non raggiungono l’anima!! 
Oggi 30/3 Pasqua, dedichiamo la giornata a Petra. Il sito, riconosciuto fin dal 1985 come “Patrimonio delll’Umanità” fu riscoperto solo nel 1812, dopo essere stato realizzato dai Nabatei tra il 87 e il 62 a. C. nel periodo del loro massima espansione, quando si spinsero fino a Damasco e Petra  era una tappa della carovaniera  L’accesso costa moltissimo quasi 60€. Abbiamo tutti calzature idonee alla marcia tra il pietrame e la sabbia. L’ingresso al Sik è migliorato ed anche la pavimentazione rende il transito più agevole. Dopo il primo tratto, in cui le pareti laterali s’innalzano per qualche decina di metri, queste s’innalzano strapiombanti ad oltre cento, mentre la larghezza si restringe a poco più di due! Lasciando penetrare solo una piccola quantità di luce. L’atmosfera oltremodo suggestiva ci prepara alla vista della meraviglia del “tesoro”. Purtroppo il percorso è molto affollato e quando giungiamo alla fine del Sik, ci appare una moltitudine di Cammelli ed asini per trasportare i più pigri verso la “città” antica. .. Dopo aver “metabolizzato” la “polluzione umana”, con  conseguenti innumerevoli bancarelle, cerco di vedere solo il bello, cercando di cancellare la cornice deturpante. La “Città rosa” come viene chiamata per incredibile e mutevole gioco policromo… il monumento più spettacolare di stile ellenistico nella facciata, definito anche  come “Tesoro del Faraone” per la credenza che custodisse un tesoro in un urna del “Tholos”. La sua costruzione, risalente all’epoca di Adriano (117-138 d.C.), colpisce per le dimensioni (128 m. di larghezza e 60 di altezza) ma soprattutto per l’armonia tra gli elementi della facciata. Dopo aver ammirato questa meraviglia, c’incamminiamo lungo la  strada con centinaia di abitazioni, acquedotti, cisterne, luoghi di culto,  il teatro e perfino un Cardo colonnato; ma non riescono a dare emozioni comparabili…. Riprendiamo la marcia, sempre lentissima, fino a raggiungere il cardo e visitare la spianata del grande tempio. Ci sono solo poche tracce del tempio vero e proprio, ma l’ingresso verso la parte ovest del Cardo è imponente. 
Primo Aprile, partenza ritardata per non arrivare troppo presto al Wadi Rum, dove Ahmed –saggiamente- ci farà fare in giro nel fantastico deserto al tramonto. Arriviamo quindi al “Campeggio”: un paradossale complesso, con bungalow e zone coperte per il ristorante ed i servizi, ma con alcune decine di tende sbrindellate ed anacronistiche: i turisti cercano veramente la falsa atmosfera beduina? Forse, ma non tutti, altra cosa sarebbe stato pernottare nel deserto, vivendo l’atmosfera dell’isolamento, come –peraltro- è possibile come alternativa. L’ambientazione delle “sala da pranzo” è comunque simpatica, con le tende di pelle di capra conciata in modo particolare che –come ci spiega Ahmed- diventano impermeabili e chiuse col freddo e permeabili lasciando passare il vento col caldo. Partiamo dopo un lunch col minibus, ammirando la formazione rocciosa detta dei “Pilastri della saggezza”, poi è previsto il giro con le jeep nel deserto, che monteremo al “Visiting Center”. Qui viene proiettato un documentario, molto ben fatto sull’origine geologica del Wady Rum, dove si evidenzia l’origine marina delle strutture rocciose. Poi in jeep … Cominciamo con la famosa sorgente di Lawrence, dove ci sono scritture rupestri risalenti ad oltre 2000 anni fa (a dimostrazione che la carovaniera era molto frequentata), per poi raggiungere un luogo straordinario: un canjon strettissimo con rocce incombenti di centinaia di metri. Qui, oltre alle iscrizioni vi sono anche graffiti con disegni simbolici del parto di una donna! Proseguiamo per la grande duna rosata. Visitiamo, infine, il “ponte di roccia” decisamente suggestivo. Nel tornare al Campeggio nella luce del tramonto, che esalta i colori delle rocce e della sabbia rossastra:  viviamo un’ esperienza indimenticabile (grazie alla sagacia di Ahmed, che ha programmato tempi ottimali): la bellezza indescrivibile di questo luogo e la suggestione del ricordo delle carovaniere che lo attraversavano in tempi remoti (tracciati nei graffiti..) ci ha dato emozioni straordinarie. Dopo una simpatica cena, in cui ci siamo cordialmente armonizzati ed una notte nella tenda senza problemi, partiamo il 2 aprile per il Mar Morto. Attraversiamo ancora una volta l’antica ferrovia Istanbul, Damasco, Amman, Medina (a scartamento ridotto, costruita dai tedeschi prima  della 1° guerra mondiale) per poi ripassare per Madaba e poi scendere verso i -400 del Mar Morto… Arriviamo così sulle rive del Mar Morto, dove scopriamo -in un paesaggio desolato- numerosi alberghi, tra i quali il prestigioso Tempisky. … A questo punto accediamo alla “spiaggia”: un terrapieno sassoso con lavori in corso. Posate le borse su delle panche sgangherate, c’immergiamo in un’acqua grigia e certo non invitante, ma si galleggia anche troppo! Le donne si cospargono di fango e sembrano contente, io scopro la spiacevole sensazione di non riuscire a rimettermi in piedi ... Ripreso il bus, percorriamo un autostrada  illuminata a giorno, che costeggia il Mar Morto fino all’aeroporto di Amman, dove pernotteremo al Golden Tulip. Qui veniamo ricevuti in una saletta Vip, con offerta di drink, per poi accedere a delle Suite con free minibar: sembra di sognare, dopo la tenda di  ieri! Anche la colazione del mattino (servita nella sala VIP) è da 5 stelle!
Mercoledi 3 Aprile. Inizia  il “calvario” per entrare in Israele. Solo per uscire dall’albergo, considerato come area transiti internazionali dell’attiguo aeroporto si perdono almeno 20 minuti, con controllo dei passaporti, poi l’uscita dalla Giordania. Quindi 3 successivi controlli dei passaporti, con controllo bagagli su più file, il tutto con militari col mitra spianato ovunque! In conclusione, partiti dall’albergo alle 7 arriviamo in territorio Palestinese, ma gestito dagli israeliani alle 11, percorrendo meno di una decina di km, attraversando lo storico ponte Hussein sul fiume Giordano. Usciti dall’aeroporto, notiamo dei palestinesi che caricano taniche di acqua, pensiamo sia per la nota carenza –per loro di acqua potabile, ma si tratta invece di acqua sacra proveniente da La Mecca… Inizia l’avventura in Israele, percorrendo un’autostrada realizzata e mantenuta –perfettamente- dagli israeliani ma  in territorio palestinese dove vediamo accampamenti e baracche di palestinesi ed un opulento insediamento di “coloni” ebrei.  La guida, un gentile ma essenziale giovane di 30  anni, che parla un buon italiano, con decisione “militare” stabilisce un programma forsennato per recuperare il tempo perduto: iniziamo con il “Monte degli Ulivi” con ampio panorama su un antico cimitero e dei punti mitici della città. Questa è la sola città al mondo in cui le tre grandi religioni monoteiste (Cristianesimo, Ebraismo ed Islam) hanno vissuto per secoli “gomito a gomito” in pace e tolleranza; esprimendo ciascuna la propria cultura, che ancora oggi permea i diversi luoghi della città. Ma per quanto ancora? Se gli israeliani continueranno ad espandersi occupando, prima militarmente e poi edificando nella parte palestinese, per “liberarla” -come dicono- dagli arabi e segregando i palestinesi in piccole aree del loro territorio, con muraglioni di difesa, coi quali si appropriano di territori legalmente palestinesi, secondo gli atti dell’ONU? 
La “città vecchia”, vera città murata, è un “concentrato di meraviglie, stranezze e contraddizioni senza pari: per tremila anni si è costruito, distrutto, ricostruito sulla stessa area, creando un vivissimo miscuglio di presenze umane le più varie (mercanti, turisti, pellegrini) e stili architettonici” . La cintura delle mura racchiude e coincide con la “Città Santa”, venerata dalle tre religioni e divisa in 4 aree -divenuti quartieri- abitati da quattro diverse comunità: armena, ebraica, mussulmana e cristiana; dominate dall’alto della “Spianata del Tempio. Oggi comunemente chiamata “spianata delle Moschee”, per la prevalenza di edifici di culto islamici.  Le mura, come appaiono oggi, sono quelle fatte costruire da Solimano il Magnifico tra il 1536 ed il 1542, seguendo il tracciato di quelle risalenti all’epoca dell’Imperatore Adriano, ma il loro tracciato è stato cambiato molte volte. In particolare la Porta di Giaffa, verso il Monte Sion, si trovava, fino al 1948 sul confine con la Giordania, ma fu riaperta nel 1967, quando il confine, fu spostato di decine di km più a sud. Ovest, a seguito del’occupazione israeliana del territorio giordano.
Proseguiamo per l’Orto dei Getsemani, dove secondo il vangelo gli apostoli si riunirono dopo l’ultima cena.  L’ambiente è raccolto, ma la semplicità del luogo, salvo la raffinata porta in ferro battuto, non dà particolari emozioni. Entriamo quindi nella città vecchia e accediamo al “Muro del Pianto”, dove notiamo dei leggii con libri sacri in varie lingue, con “improbabili”  lettori, sembra leggano al sole, in mezzo alla gente (separati rigorosamente uomini e donne) qui alcuni inseriscono nelle fessure tra le pietre foglietti di messaggi , affidando le loro speranze al “signore2 Unico per tutti, sebbene di religioni diverse….poi il Cardo Romano e il Monte Sion  percorrendo poi la “Via Dolorosa” (Crucis) sostando in alcune “Stazioni”. Il percorso, in mezzo a centinaia di bancarelle di venditori di “paccottiglia”, vanificano l’atmosfera rituale e attirano inevitabilmente l’attenzione di non pochi turisti, che sembra viaggino per comprare cose, che finiranno dimenticate: il paradosso del “ricordino” che, anche quando viene regalato, fa la stessa fine! Mi domando se può la fede impedire la consapevolezza di tanto scempio? Risalendo la “Via Crucis”, fermandoci, in particolare alla casa della “Veronica” che deterse dal sudore la fronte del Christo raggiungiamo il largo dove sorge il Tempio del “Santo Sepolcro”, l’atmosfera cambia radicalmente. La facciata non è certo esteticamente pregevole, ma “rapisce”. All’interno l’atmosfera mistica è coinvolgente: il “Golgota” e poi –soprattutto- il Sepolcro, fanno affiorare un’emozione fortissima e molti hanno il volto rigato di lacrime. L’architettura del Tempio è unica,  salvo che per il Tempio dei Templari  a Tomar, dove un’arte più evoluta è riuscita a creare una scenografia grandiosa, sullo stesso modello.  
Il giorno successivo andiamo a Betlemme, attraversando un traffico infernale. Toccante è raggiungere il “Check point”, che si apre tra le pareti alte più di 8 metri del Muro (della vergogna …) stiamo infatti passando da un territorio palestinese, occupato illegalmente (Gerusalemme Est) ma “liberato” -secondo gli ebrei-  ad un’area abitata da 80.000 palestinesi “assediati”. Per rendere maliziosamente la vita ancora più  difficile ai palestinesi (definiti sprezzantemente arabi dalla guida israeliana) possiamo trattenerci solo due ore, dedicando non più di un’ora alla visita della “Grotta della Natività” . La guida palestinese (il mite e gentilissimo Nizar Lama, che ci attendeva dopo il Check point, ci spiega molte cose con tono pacato, ma direi “rassegnato” a subire arbitri. Tra l’altro ci ricorda che gli studenti fino all’Università sono separati (per alimentare la diffidenza verso i palestinesi:definiti “arabi”, ma parlano tutti anche l’Iddish) e che i laureati palestinesi sono disoccupati al 40%, nonché che quando Israele occupò militarmente Gerusalemme Est, tutti gli Stati del mondo spostarono le Ambasciate a Tel Aviv.  Ritornando, riusciamo a fotografare furtivamente il Check point ed il muro col rischio di avere la fotocamera sequestrata e distrutta dai soldati, sempre col mitra.   Grazie al mio insistente tentativo di accedere alla “Spianata delle Moschee”, riusciamo -rinunciando al pranzo-  con solo mezz’ora di attesa, ad salire su questo piazzale… è un’area tutta mussulmana con due moschee ed un elegante  “Tempio” ottagonale con colonne istoriate  e capitelli corinzi. Si gode di una vista straordinaria e all’ombra di alcuni ulivi, vediamo degli arabi assorti a pregare…
L’ultima visita è allo straordinario Museo Ebraico, splendido nella sua grandiosa architettura e ricchissimo di vestigia della civiltà ebraica, articolata tra il settore artistico, tecnologico, religioso, dove sono esposti i famosi rotoli del Mar Morto, con le scritture, parte in ebraico e parte in aramaico della Bibbia Siamo impressionati da tale realizzazione, finanziata da ricchissimi ebrei americani, citati in ogni dove, come già visto al museo Davidson…. le due ore circa che vi abbiamo dedicato ci hanno convinto che torneremo per dedicare almeno due  giorni, perché è una fonte di notizie e documenti, che fanno emergere le nostre carenze nella conoscenza della storia degli ebrei… C’è da meditare, approfondire, cercare una sintesi… Dopo questo “touch and go”, tutti abbiamo maturato il desiderio di tornare per visitare questa città così unica nei suoi contrasti e contraddizioni e ricca di straordinarie vestigia della storia di popoli differenti che hanno convissuto, sviluppando la loro civilizzazione e seguendo i loro rituali religiosi nei secoli, ma che ora -temiamo- sarà gradualmente omologata dai “Sionisti”, determinati a monopolizzare quello che, ormai, considerano un loro dominio esclusivo, in forza solo della loro potenza militare. 
Il volo da Tel  Aviv, con un cielo terso mi consente di gustare la vista del mare di Levante increspato da un vento di grecale, di riconoscere la costa orientale di  Cipro, per poi sorvolare l’Anatolia … il Bosforo, identificando chiaramente il Corno d’Oro ed alcune moschee: non mi era mai capitato! Contratto subito all’arrivo un van per noi sei per 100 € e con un gentile autista percorriamo la splendida strada lungo il Mar di Marmara, illeggiadrita da una fioritura splendida è la  prima volta che arrivo in primavera (le altre volte sempre d’inverno, per evitare la folla dei turisti) . E’sempre un’emozione transitare nell’ampia piazzale dove svettano i 6 minareti della Moschea blu e la massa imponente di S. Sofia: ogni volta si conferma in me la convinzione che Istanbul  sia la più affascinante metropoli del mondo. Sistematici nel confortevole Hotel Prince, raggiungiamo la Moschea Blu… L’indomani ritorno alla Torre di Galata da cui mancavo da decenni ed è uno spettacolo fantastico ammirare il panorama dall’alto , ma la salita è a caro prezzo. Una breve crociera sul Bosforo completa la parte turistica, confermando le precedenti positive valutazioni su questa straordinaria metropoli, decisamente incomparabile con quelle più visitate ...


Marocco 28 aprile 2013
Il viaggio è stato molto vario ed interessante. Il nostro autista marocchino si è rivelato sempre disponibile nei confronti dei viaggiatori e soprattutto nei miei. I compagni di viaggi, con i quali abbiamo impostato subito un rapporto di simpatia reciproca, si sono dimostrati interessanti  sia caratterialmente che culturalmente. ...

giovedì 2 maggio 2013

VIAGGIO IRAN MAGGIO 2013
…. Siamo rimasti senza parole dalla gentilezza, accoglienza, disponibilità all’ascolto e all’aiuto, dalla voglia di comunicare delle persone incontrate anche accidentalmente e occasionalmente per strada;  ci siamo sentiti piacevolmente travolti dall’ospitalità a tutto campo dei nostri amici, dei loro amici e conoscenti. Siamo stati   scarrozzati, coccolati, festeggiati, accompagnati , ascoltati, interrogati, cibati con specialità culinarie prelibate e dissetati con bibite dagli aromi esotici, innovati, stuzzicanti.
Grazie per averci consentito di vivere questa avventura meravigliosa… .
Ci faremo araldi dell’Iran presso amici e conoscenti  …
Un grande saluto....Loriana